ItaliaOggi, 6 dicembre 2019
Gli israeliani senza burro, lo yogurt rende di più
In Israele il blocco dei prezzi del burro ha determinato il calo della produzione e gli israeliani ripiegano sugli yogurt. I panetti latitano sugli scaffali dei negozi. Oggi è diventato davvero difficile trovare un panetto di burro al supermercato o in un negozio di alimentari a Gerusalemme come a Tel Aviv. Chi riesce a comprarlo è come se avesse vinto la lotteria. I rifornimenti sono lasciati in balia della sorte e i panetti spariscono appena vengono esposti. Alcuni negozi preferiscono razionarli, limitando l’acquisto a 200 grammi di burro per cliente. La carenza di burro da temporanea, com’era inizialmente, è diventata poi, nel corso dei mesi, ormai cronica oggi, secondo quanto ha riportato Le Figaro.Il fenomeno è collegato a una pluralità di fattori: il calo della produzione locale, la diminuzione delle importazioni e l’aumento dei consumi a scapito della margarina, prodotto considerato di bassa qualità. Alcuni specialisti vi vedono una conseguenza del controllo dei prezzi e della posizione dominante sul mercato dello storico gruppo Tnuva, cooperativa che raggruppa persone dei kibbutz (kibbutzim) e dei mochavim di Israele (villaggi formati da aziende familiari riunite in cooperativa). Pretendono che i fornitori di prodotti lattieri ignorino la richiesta di burro con l’obiettivo di protestare contro il controllo dei prezzi dal momento che è proprio a causa di questo blocco dei prezzi che, dicono, subiscono perdite finanziarie. Questi produttori preferiscono utilizzare il latte per produrre yogurt perché i prezzi di questo alimento non sono bloccati dal governo.
Sebbene Tnuva, che controlla il 50% del mercato lattiero-caseario, abbia aumentato la propria produzione di burro del 28%, non ha risposto alla domanda complessiva. Il gruppo agroalimentare dovrà fare un altro sforzo supplementare in una terra, che secondo la Bibbia, va avanti con latte e miele.