ItaliaOggi, 6 dicembre 2019
L’Iva al 10% ha abbattuto i consumi in Giappone
In Giappone, l’aumento dell’Iva dall’8% al 10% all’inizio di ottobre ha fatto diminuire i consumi e ha avuto un forte impatto negativo sull’attività della terza economia del mondo. E questo nonostante le dichiarazioni rassicuranti e le contromisure governative.A ottobre le vendite nei grandi magazzini dell’arcipelago sono crollate del 30,1%, secondo i dati della banca Nomura riportati da Le Figaro. A diminuire sono state anche le vendite di automobili nuove: -14,6% a novembre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, dopo che già a ottobre erano sprofondate del 26,4%, secondo l’associazione giapponese dei concessionari. Le vendite al dettaglio sono calate del 14,4% a ottobre rispetto al mese precedente, cioè molto di più di quanto avevano previsto gli economisti (-10,4%).
Il Natale si annuncia depresso nell’arcipelago, ma, secondo le previsioni di Nomura, dovrebbe esserci una leggera inversione di tendenza nel 2020.
Questo choc era stato anticipato da tempo. Il primo ministro, Shinzo Abe, per due volte aveva respinto l’ipotesi di aumentare l’Iva considerata necessaria in conseguenza del degrado delle finanze pubbliche. Il governo contava su uno choc attenuato esentando dalla crescita dell’Iva i prodotti alimentari e invitando fiscalmente i consumatori a utilizzare la moneta elettronica nei pagamenti.
A risultare depresso è stato anche il turismo che in genere sostiene i consumi. A ottobre, il numero degli arrivi dall’estero è risultato in calo: mai successo dal 2012. Per stimolare la domanda, il premier Shinzo Abe dovrà adottare, di nuovo, una serie di misure. Al di fuori delle Olimpiadi, in programma l’estate 2020, il governo giapponese, però, sembra privo di visione impegnato, come è, a far fronte al problema più urgente del paese che è quello dell’invecchiamento della popolazione che ogni anno sottrae 800 mila abitanti.