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 2019  dicembre 05 Giovedì calendario

L'Iran sta accumulando segretamente missili a corto raggio in Iraq

Secondo fonti dell’intelligence e dell’esercito statunitensi citate da diversi giornali americani, tra cui il New York Times e la CNN, l’Iran starebbe accumulando da tempo missili a corto raggio in Iraq all’interno di un tentativo più ampio di contare sempre di più in Medio Oriente. Dell’arsenale iraniano di armi in Iraq si era già parlato nel 2018: ad agosto dello scorso anno, per esempio, Reuters aveva pubblicato un’inchiesta in cui sosteneva che l’Iran si stava preparando a una politica missilistica più aggressiva in Iraq, tra le altre cose consegnando missili balistici ai suoi alleati nel paese vicino. Negli ultimi mesi, dicono le fonti di intelligence citate, la minaccia sarebbe aumentata.

Secondo Julian Barnes ed Eric Schmitt, giornalisti del New York Times esperti di sicurezza, l’accumulo di missili in Iraq sarebbe la dimostrazione che le recenti politiche in Medio Oriente del presidente statunitense Donald Trump, per lo più finalizzate a contrastare l’influenza iraniana nella regione, non starebbero dando i risultati sperati; dimostrerebbe inoltre che l’influenza dell’Iran in Iraq continua a essere enorme, come sostengono molti dei manifestanti che nelle ultime settimane stanno protestando contro il governo di Baghdad e contro le ingerenze iraniane negli affari interni del loro paese (storie sulla presenza iraniana in Iraq si possono leggere qui e qui).

Il governo statunitense è preoccupato da tempo dall’influenza che l’Iran esercita sulla politica irachena e su altri paesi dell’area.

Da maggio, l’amministrazione Trump ha mandato circa 14mila soldati americani nella regione, soprattutto per rafforzare il personale a bordo delle navi della Marina e quello specializzato nei sistemi di difesa missilistica. L’arsenale missilistico messo in piedi in Iraq è visto come una minaccia che l’Iran è in grado di esercitare contro gli alleati degli Stati Uniti nella regione, tra cui Israele e Arabia Saudita, oltre che contro gli stessi militari americani: «Se gli Stati Uniti o Israele bombardassero l’Iran, l’esercito iraniano potrebbe usare i missili nascosti in Iraq per rispondere contro Israele o un paese del Golfo. La sola presenza di questi armi potrebbe inoltre contribuire a creare un effetto deterrente per un attacco», quindi potrebbe convincere gli Stati Uniti e i suoi alleati a rinunciare a un attacco per paura di subire una ritorsione, ha sintetizzato il New York Times.