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 2019  dicembre 05 Giovedì calendario

La casa analogica di Zuckerberg

La si poteva immaginare come la casa dei «Pronipoti» di Hanna&Barbera; e invece la villa di Mark Zuckerberg, fra gli uomini più potenti del pianeta per avere fondato Facebook 15 anni fa, è una casa «normale»: foto delle vacanze incorniciate, orologio da parete come quelli che si trovano in qualunque tinello, guide Lonely Planet sugli scaffali.
Casa Zuckerberg – cinque stanze, cinque bagni a Palo Alto, a 10 minuti dal quartier generale di Facebook – è lo sfondo di un’intervista concessa ieri alla tv americana Cbs: Mark e la moglie Priscilla l’hanno aperta alla conduttrice Gayle King. Un’occasione rara, utile forse anche a contrastare l’aura da misterioso tecnocrate che negli ultimi tempi, fra cene segrete con Trump e interpellanze parlamentari su Facebook, avvolge il padrone di casa. In cucina ci sono le figlie Maxima e August che impastano le tradizionali challot ebraiche (il pane del sabato); i «grandi» si spostano poi in salotto. Tappeto persiano, ceppi nel camino, un numero decente di libri, un mappamondo. La casa di Zuckerberg, insomma, possessore di un patrimonio di 72,3 miliardi di dollari dovuti interamente al digitale, sembra quanto di meno hi-tech si possa immaginare.
Non uno schermo, non un gadget di domotica come quelli che ormai hanno in tanti: in cucina c’è solo un Portal, il device di Facebook per videochiamare. Ci si ricorda di quando Zuckerberg, nel 2016, fu fotografato accanto al suo laptop con la telecamera coperta da un pezzetto di scotch: un modo per difendere la privacy, messo in atto proprio da colui che sulla privacy (altrui) ci guadagna.
E allo stesso modo, re del digitale, ha una casa analogica o quasi. Quando la conduttrice della Cbs gli chiede cosa faceva, a ottobre, a cena con Trump (una cena che entrambi avrebbero tenuto segreta, non fosse finita sui giornali), risponde: «Era una cena privata», dice, «un incontro fra due privati cittadini». E l’arredamento della casa non mente: Zuckerberg sembra proprio un cittadino normale.