Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  dicembre 05 Giovedì calendario

A Bergamo le sculture si visitano solamente con le mani

Con le mani. «Il tatto è un senso onesto, non inganna come può fare la vista». Una premessa al centro di Valori tattili, un progetto ideato dall’accademia Carrara di Bergamo per imparare a conoscere le sculture col solo uso della mani. E con guide d’eccezione: sei persone non vedenti che per otto appuntamenti, uno al mese sino a giugno, accompagneranno i visitatori in un’esperienza artistica e sensoriale unica.«La visita condotta dai mediatori non vedenti presenta una lettura nuova delle opere scultoree», ha spiegato la coordinatrice del progetto, Valeria Bottalico. «Sopraffatti come siamo dal senso della vista, in modo talvolta inconsapevole, non distinguiamo le sensazioni percepite dagli altri sensi e le loro potenzialità. L’obiettivo è accogliere un altro modo di concepire la fruibilità dell’arte e andare sempre più verso il superamento dei percorsi speciali destinati alle persone con disabilità, ma aprirsi e far conoscere una collezione attraverso altri linguaggi».
I visitatori, bendati, potranno toccare con mano parte della collezione del critico d’arte Federico Zeri, come la nota scultura di Randolph Rogers che rappresenta un giovane pescatrice indiana. «L’idea di far parte di questo progetto mi ha affascinato sin da subito», ha raccontato uno dei mediatori non vedenti. «È molto bello fare approcciare all’arte in egual modo le persone vedenti e quelle non vedenti, in particolar modo a una collezione di opere scultoree».
«Solitamente l’approccio è diversificato, evidenziando implicitamente la disabilità dei non vedenti rispetto agli altri, permettendo l’uso del tatto ai primi e impedendola ai secondi, quasi come a dire che al vedente basta la vista per capire a fondo una scultura, mentre il non vedente cerca di supplire al gap con l’uso del tatto. L’esplorazione tattile, invece, fa sì che la fruizione dell’opera d’arte sia la stessa. Il tatto resta pur sempre il senso che meglio ci permette di comprendere un’opera d’arte scultorea, restituendoci molte più emozioni rispetto allo sguardo».
Le sculture al centro del progetto, in tutto sei, sono state scelte sia perché sono adatte alla sperimentazione, sia perché versano in un ottimo stato di conservazione, grazie anche al supporto del centro restauro di Venaria Reale, con cui la Carrara collabora da tempo. «Siamo abituati a usare il senso della vista», ha sottolineato la responsabile del progetto per Carrara Educazione, Lucia Cecio. «Il tatto, però, richiama la nostra attenzione su alcuni dettagli e ci permette di scoprirne di nuovi. Ecco allora l’importanza di un’esperienza che recupera tempi più lenti e ci impone di uscire dallo schema classico della visione. In più consente alle persone non vedenti di scoprire in autonomia il nostro patrimonio, sviluppando la coscienza della sua importanza».
Secondo l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Bergamo, Marcella Messina, esponente della giunta Pd del sindaco Giorgio Gori, il progetto dell’accademia Carrara «offre un’opportunità di estremo valore, di innovazione sociale vera e propria. Ma la sfida», ha detto ancora Messina al Corriere di Bergamo, «è che diventi una realtà strutturale, come nelle più importanti città europee».