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 2019  dicembre 05 Giovedì calendario

La crisi social di mezz’età di Salvini

La crisi di mezza età sono impietose, specie quando l’età non è quella anagrafica ma quella politica. Matteo Salvini, come una cougar in trikini paiettato, come un cinquantenne col riporto puro acrilico, come tutti quelli che realizzano che il tempo della giovinezza, della freschezza fisica o politica è ormai andato, comincia a suscitare non più irritazione ma solo tanta, tanta tenerezza. Lo vedo e penso a quella volta in cui nel cassetto di mia nonna novantacinquenne appena morta trovai una crema “per le prime rughe”. Salvini è invecchiato – male e prematuramente – e annaspa sperando che nessuno se ne accorga. E invece, purtroppo, i sintomi dell’andropausa politica si vedono tutti.
1. Fisionomia malinconica
Un po’ come a Renzi dopo il referendum, a Salvini sta cambiando la faccia. Gli è venuta quell’aria abbattuta da cocker con la filariosi, quell’aspetto sciatto, uggioso di quello a cui il treno è passato davanti e aveva anche il piede destro, scalzo, su un binario. Il piglio sfrontato dei comizi da ministro cede il passo a siparietti deprimenti come quello dell’altro giorno, davanti al Campidoglio.
2. Il Campidoglio
Senza più la corte di operatori e social media manager, Salvini è costretto a riprendersi col cellulare da solo, sulla scalinata del Campidoglio, con uno smanicato imbottito da impallinatore d’anatre, dichiarando di voler fare guerra alla Raggi. Forse rotolando giù dalle scale come il passeggino della corazzata Potemkin.
3. Si è iscritto su TikTok
Il social dei tredicenni. È il suo modo per fare il giovane, un po’ come l’impiegato che a cinquant’anni vuole iniziare con lo snowboard e alla prima discesa si gioca il crociato anteriore. I suoi video fanno tenerezza. Che poi quelli su TikTok non sono neppure video veri e propri, ma piuttosto meme animati. Nell’ultimo, quel simpatico mascalzone di Salvini ci mostra la ricetta della carbonara francese con la panna che si chiude con un suo esilarante “Si vergogni!”. In un altro sbuca fuori da un ulivo, in quello dopo ci sono degli orsi che attraversano strada, poi lui che ci chiede se siamo più da bici o da cavallo e così via, in un’escalation di tali maldestri scimmiottamenti dei video ggggiovani, che ti viene da mettergli un like per non farlo restare male. Tra parentesi, i tredicenni lo hanno accolto con la stessa gioia con cui accolgono i professori quando si presentano a un festa di classe. L’unico commento riferibile sotto a un suo post è: “Esci da TikTok. Ci rovini l’infanzia”.
4. Perde colpi
Così abile a captare gli umori della folla finché era ministro, ora riesce a scattarsi un selfie e a twittare “Ancora una splendida domenica da Rimini, amici! Che tempo fa da voi?”, il tutto mentre mezza Italia ha un metro d’acqua in salotto. È in quella fase in cui è capace di incontrare il principe Harry e a chiedergli: “Mamma è in forma come sempre?”.
5. Giovani grandi ideali
Quando l’età avanza ci si rassegna a un più pragmatico realismo. Basta immigrati o sostituzione etnica, ora i bersagli sono più tangibili: no all’aumento delle tasse sulle patenti, basta con l’indolenza dell’attacco del Milan e contrasto al Nutri-Score, il ‘semaforo’ sulle confezioni di cibo che penalizzerebbe i prodotti italiani mentre avvantaggerebbe, ad esempio, la Coca Zero. Del resto, si sa che le bibite gassate sono porcherie da sbarbatelli, gli uomini maturi bevono il vino rosso e, soprattutto, devono rinnovare la patente perché le diottrie calano.
6. Picchi rancorosi
Visti crollare gli ideali, negli anziani trova spazio il rancore per quello che sarebbe potuto essere e non è stato. Ma in Salvini ideali e rancore hanno sempre coinciso e quindi, più che il livore, gli sta venendo la vena sabotatrice dell’anziano inquilino del secondo piano, che se lasci la spazzatura fuori dalla porta ti fa pisciare il cane sul tappetino. Le piazze si riempiono di sardine? E allora lui posta le foto dei gatti, che di sardine sono ghiotte. Beccatevi questa, pischelli! l’hanno sentito esclamare tra un “ai miei tempi” e “qui era tutta campagna”.
7. Guardaroba instabile
La crisi di mezza età si avverte anche nelle incertezze del look. Archiviate felpe e divise di ogni tipo, dal giubbotto della polizia all’originale casacca del Corpo dei Barracelli sardi (l’ha messa davvero), Salvini ha dovuto arrendersi al guardaroba civile. Un mesto dolcevita marroncino, il mezzo piumino blu, un gilet da cercatore domenicale di funghi, la giacca di velluto. Gli mancano solo “berrettone Sherlock Holmes, poncho argentino di una sua zia ricca, scarpe da tennis con sopra galoche, carte topografiche e trombone da brigante calabrese” per sembrare il ragionier Filini all’apertura della caccia. Insomma, da quando ha iniziato a vestirsi normalmente, abbiamo scoperto che si veste di merda.
8. Complottismo avanza
Dopo una certa età, molti anziani diventano diffidenti. Dietro il Mes, Salvini vede il complotto dell’Europa che ci ridurrà sul lastrico, la fine dell’autonomia politica ed economica e, soprattutto, il premier Conte che di notte, chiuso in una cabina per fototessere a Cassago Brianza, firma trattati all’insaputa della Lega. Quando Conte gli spiega che la Lega è stata ampiamente informata della situazione e lui era lì, Salvini si gira verso Centinaio per chiedere conferma. Centinaio, però, si sta iscrivendo a TikTok.