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 2019  dicembre 05 Giovedì calendario

Perché i maschi non vanno dal dottore

Timore, pudore o mancanza di informazioni. Fatto sta che mentre le ragazze fanno diligentemente la loro prima visita dal ginecologo, i ragazzi dal medico non ci vanno. E considerato che non esiste più quel momento fatidico della visita di leva, che a 18 anni era in grado di individuare le patologie maschili che potevano mettere a rischio la salute sessuale e riproduttiva dei maschi, oggi si può dire che i giovani maschi non facciano prevenzione. Per questo motivo l’iniziativa della regione Lazio (vedi box accanto) è particolarmente importante, perché porterà i ragazzi a farsi controllare nello studio del medico.
I numeri fotografano bene il problema: 8 maschi su 10 non sono mai andati dall’urologo e 4 su 10 ritengono che, a meno di non sentire dolori o disturbi, andare dal medico sia inutile. Eppure anche loro, come le donne, soffrono di patologie tipiche del loro sesso. Dal tumore del testicolo, che colpisce soprattutto tra i 20 e i 40 anni, a quello della prostata, il più frequente tra i maschi, con 35mila nuovi casi l’anno in Italia. Dall’ipertrofia prostatica benigna, che riguarda oltre la metà degli uomini sopra i 60, al varicocele, nel 20- 40% dei giovani infertili. E poi l’impotenza, che tocca fino al 50% degli ultracinquantenni almeno una volta nella vita, e le prostatiti, che colpiscono soprattutto tra i 20 e i 40 anni. Malattie che impattano sensibilmente sulla vita personale e relazionale di chi ne soffre. E che in tanti casi si possono prevenire o diagnosticare per tempo.
«A 20 anni e anche prima i ragazzi devono eseguire periodicamente l’autopalpazione dei testicoli per identificare eventuali noduli anomali – spiega Francesco Montorsi, primario dell’Unità di Urologia all’Irccs ospedale San Raffaele di Milano – che potrebbero indicare la presenza del tumore del testicolo, una malattia relativamente rara ma con un’incidenza massima tra i 20 e 40 anni». Un autoesame semplice che si esegue passando pollice e indice sulla superfice dei testicoli. «I ragazzi non devono aver paura – dice l’esperto – perché se la diagnosi è tempestiva si guarisce nel 99% dei casi».
Dopo i 40 anni, sarebbe opportuno sottoporsi al test del Psa, l’antigene prostatico specifico, una proteina prodotta dalle cellule della prostata. Un valore elevato potrebbe indicare un tumore ma anche condizioni benigne e comuni, come la prostata ingrossata. Se il Psa è normale si ripete ogni 3 anni, se è alto bisogna approfondire. In questo caso le più recenti linee guida della Eau, la società europea di urologia, raccomandano la risonanza magnetica multiparametrica o RMmp. «Un esame affidabile e non invasivo – dice Montorsi – che intercetta eventuali zone sospette all’interno della ghiandola. Solo in pochi fanno il dosaggio del Psa prima dei 60 anni: utte le società scientifiche lo raccomandano, soprattutto quando c’è familiarità per il tumore della prostata, ma nessun paese recepisce le raccomandazioni. E dire che si tratta di un prelievo del sangue, poco costoso e facilmente interpretabile anche da un non specialista».
Si stima che fino al 50% degli ultracinquantenni abbia avuto un episodio di disfunzione erettile. Un problema per il quale esistono soluzioni anche farmacologiche efficaci, e che si può prevenire con corretti stili di vita. «Una regolare attività fisica fin da giovani si associa a una migliore attività sessuale, così come mantenere il peso forma e giusti valori di trigliceridi e colesterolo», dice l’esperto. Dalle informazioni raccolte dalla campagna # Controllati2018, promossa dalla Siu, la Società italiana di urologia, su oltre 2800 maschi, età media 55 anni, risulta che chi svolge un’attività fisica moderata- intensa da giovane ha un rischio di impotenza ridotto del 20% rispetto ai sedentari. «D’altronde – spiega Montorsi – movimento e alimentazione agiscono sulla pressione del sangue, che ha che vedere con l’erezione. Come il fumo che, oltre a essere un fattore di rischio per i tumori di prostata e vescica, impatta negativamente sulla circolazione e quindi sulla possibilità di avere erezioni soddisfacenti».
L’alimentazione aiuta a prevenire le prostatiti, infiammazioni frequenti tra i 30 e i 50 anni. «L’indicazione è bere più di 2 litri al giorno di acqua. Cosa che protegge anche dall’ipertrofia prostatica benigna, frequente dalla mezza età. Inoltre una buona attività sessuale ha un ruolo protettivo», conclude l’esperto.