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 2019  dicembre 05 Giovedì calendario

La schiacciata fantasma di Harden

Era canestro. Anzi no. E invece sì, lo era, ma i due punti non sono stati assegnati. Ha dell’incredibile quanto accaduto in San Antonio Spurs-Houston Rockets, l’altra notte in Nba. Nel campionato indicato come modello da emulare, che nella scorsa stagione ha generato ricavi per 8 miliardi di dollari (+8.5% sull’anno precedente), che vende i diritti tv per 2,8 miliardi all’anno in ogni parte del globo, c’è un match che rischia di essere rigiocato “solo” perché gli arbitri non hanno visto una palla dentro.
I fatti: James Harden ruba palla e si invola verso il canestro senza che nessuno lo ostacoli. I suoi Rockets conducono 102-89 e mancano 7’50” alla sirena. Perché limitarsi ad infilare comodamente il pallone, se ci sono tutte le premesse per una di quelle spettacolari schiacciate che mandano in estasi gli appassionati? E invece, povero Barba. Per un assurdo effetto, la palla viene sbattuta dentro con tale violenza che, anche se attraversa completamente la retina (canestro valido, dunque), questa si avvolge su se stessa e la risputa fuori verso l’alto. Due rimbalzi sull’anello, e poi di nuovo sul parquet. L’arbitro non convalida. Per la sorpresa di tutti, Harden compreso, che torna indietro per cercare di rimediare al suo (non) errore. Da lì succede di tutto: il coach dei Rockets Mike D’Antoni s’infuria con gli arbitri, ma nella foga non chiama il challenge, la moviola in campo. Per ricorrere alla tecnologia ci sono 30 secondi di tempo: qui vengono consumati dalle proteste. Ironia della sorte, la possibilità di una chiamata a match per le panchine – quella di cui si parla anche per il Var nel calcio – è stata introdotta proprio in questa stagione, per evitare che il risultato di uno sport che è soprattutto un enorme business venga deciso da errori arbitrali. E alla fine i Rockets subiscono pure la rimonta: gli Spurs vinceranno dopo due supplemen-tari, 135-133. Con i due punti di Harden, sarebbe finita diversamente.
Nel postpartita, il capo arbitro ha ammesso l’errore (come avrebbe potuto negarlo?) e ora la Nba valuta il da farsi. Potrebbe far rigiocare gli ultimi 7’50”, o addirittura assegnare i due punti ad Harden e la vittoria ai Rockets. Che ci credono davvero. Più probabile però che si rigiochi il finale. Sarebbe la quarta volta che un match Nba viene ripetuto, l’ultimo precedente risale al 2007-08: gli ultimi 51” di Heat-Hawks vennero rigiocati perché a Shaquille O’Neal era stato fischiato un fallo non commesso, il sesto, che lo aveva escluso dalla partita. Inezie, in confronto ad Harden e alla sua schiacciata fantasma.