La Stampa, 5 dicembre 2019
Il gene che ci ha regalato un look gentile
Che cosa ha determinato il «look» dell’uomo moderno, così diverso da quello dei nostri antenati arcaici, come i Neanderthal? Come si è passati dalla faccia prognata, dalle arcate sopraccigliari sporgenti e dal mento sfuggente, agli attuali tratti molto più gentili?
Una risposta arriva dai biologi molecolari. In un articolo su «Science Advances», per la prima volta, si valida in maniera sperimentale il ruolo di un gene, il Baz1B. «Ricostruendo in vitro la cosiddetta cresta neurale, che durante la formazione dell’embrione va a formare la faccia, abbiamo scoperto che uno dei geni, il Baz1B, alla base di due malattie genetiche, tra cui la sindrome di Williams-Beuren, è l’architetto del volto moderno: regola, come un direttore d’orchestra, l’attività di decine e decine di geni responsabili proprio della fisionomia, oltre che dei comportamenti sociali», spiega Giuseppe Testa, direttore del Laboratorio di Epigenetica delle cellule staminali all’Ieo e professore di biologia molecolare all’Università di Milano: con il gruppo dell’Università di Barcellona guidato da Cedric Boeckx, ha evidenziato le prove genetiche di questo processo evolutivo.
Il Baz1B, un gene davvero speciale, ha anche un ruolo fondamentale nell’auto-addomesticazione che ha fatto sì che gli uomini, man mano, selezionassero simili più dotati di spirito di cooperazione e meno aggressivi. Già Charles Darwin, d’altra parte, aveva ipotizzato che l’evoluzione dell’uomo moderno avesse seguito un processo simile all’addomesticazione di alcune specie animali, che sono diventate dipendenti dall’uomo, modificando nel tempo comportamenti e fisiologia. Basti pensare al cane e al suo predecessore, il lupo. «Mancava una prova sperimentale - dice Testa -. Ora l’abbiamo».
L’ipotesi ora convalidata è che l’addomesticazione alteri i geni delle cellule della cresta neurale, un’alterazione che non esiste nei nostri antenati: queste cellule, nelle prime fasi dello sviluppo, sovrintendono alla formazione delle ossa e delle cartilagini del volto e a quella delle ghiandole surrenali che regolano la risposta allo stress. E’ interessante notare come le persone con la sindrome di Williams-Beuren, a cui mancano una ventina di geni sul cromosoma 7 e tra cui c’è il Baz1B, sono impulsivamente affettuose, prive dell’ansia tipica di chi ha difficoltà a socializzare e con caratteristiche facciali particolari, come naso a patata, labbra carnose e mento sfuggente.
«Non disponendo dei dati di espressione genica degli ominidi, abbiamo confrontato le variazioni genetiche di uomini moderni e arcaici tramite le reti di regolazione dei geni presenti in malattie genetiche in cui c’è un deficit della cresta neurale», spiega Alessandro Vitriolo, biologo statistico all’Ieo. Risultato: un grande passo avanti nella ricerca sull’evoluzione umana e un nuovo campo di studio sulle malattie del Dna.