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 2019  dicembre 04 Mercoledì calendario

Il rally Dakar scopre l’Arabia

Il rally a tappe, Dakar, tenta la sfida sul terrreno inedito dell’Arabia Saudita dal 5 al 17 gennaio 2020. È una prima assoluta. Il percorso della 42° edizione che si snoderà lungo il Mar Rosso, verso Gedda, per raggiungere, due settimane dopo, Qiddiya, la destinazione turistica saudita più grande a Sud della capitale Rijad, oggetto di un prgetto di sviluppo faraonico, è stato presentato dal nuovo direttore David Castera, all’Istituto del mondo arabo, a Parigi.Sarà una lunga corsa che permetterà di visitare una grande parte del territorio dell’Arabia Saudita, grande come quattro volte la Francia, secondo quanto ha riportato Le Figaro. La carovana coprirà 7.800 chilometri, dei quali 5 mila di corsa speciale, attraverso canyons, dune, montagne, oasi, con la promessa di ingoiare molta sabbia di questo immenso deserto.
La crisi economica e sociale che affligge una parte dell’America del Sud è all’origine di questo spostamento forzato. Il finanziamento di questo rally-raid non è più una priorità degli Stati in questi tempi difficili. E Amaury Sport Organization ha trovato rifugio sulle terre del generoso donatore saudita. Questa monarchia punta sul soft power con investimenti turistici e sportivi. Grazie a Dakar spera di perseguire la propria opera di seduzione cominciata con l’organizzazione di una tappa della Formula E o l’ospitalità di una partita internazionale di calcio (Supercoppa d’Italia nel 2019) a colpi di petrodollari.
Gli organizzatori hanno spiegato di aver pensato all’Africa del Sud, all’Angola e alla Namibia, ma era tutto molto complicato. La scelta dell’Arabia Saudita presentava il vantaggio di poter accogliere subito l’edizione 2020, ha spiegato a Le Figaro, David Castera.
Il rally-raid si installerà almeno cinque anni nella regione del Medio Oriente. L’intenzione degli organizzatori è di esplorare altri paesi dell’area come la Giordania, l’Oman, gli Emirati arabi uniti nei prossimi anni.
L’ospitalità del rally-raid in un paese dove i diritti umani non sono rispettati, come l’Arabia Saudita, non mancherà di far parlare, ma a far prendere la desisione di andarci è stata la volontà del Paese di cominciare ad aprirsi.
Alla corsa a tappe parteciperanno 351 veicoli (557 partecipanti) sulla linea di partenza, un po’ di più rispetto all’anno scorso.