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 2019  dicembre 04 Mercoledì calendario

Biografia di Maurizio Crozza


Maurizio Crozza, nato a Genova il 5 dicembre 1959 (60 anni). Attore. Comico. Imitatore. Dopo l’esordio in teatro, con il gruppo cabarettista Broncoviz, è stato prima in Rai, poi a Mediaset con la Gialappa’s Band • «È stato il comico di punta delle trasmissioni Quelli che il calcio e La grande notte del lunedì sera (tra il 2001 e il 2004) e del Festival di Sanremo (2004, 2017)» (Treccani) • Poi ha scritto e condotto programmi di intrattenimento tutti suoi – tra gli altri, Crozza Italia (La7, 2006-2009), Italialand (La7, 2011), Crozza nel Paese delle Meraviglie (2012-2016) – e curato le strisce comiche di Ballarò (Rai 3, 2007-2014), diMartedì (La7, 2014-2016) e Che fuori tempo che fa (Rai1, 2017-2019). Ora fa Fratelli di Crozza (sul Nove, dal 2017) • «Diciamolo subito, lo show è unico nel panorama italiano: raramente si è visto un intrattenitore così versatile, così capace di fare più cose insieme, imitare, inventarsi battute folgoranti, persino cantare, sempre aiutato dalla fedele spalla Andrea Zalone. I suoi punti di forza sono due: da un lato, la capacità di riprodurre con dei ritratti fedeli i personaggi più emblematici dei vizi e delle manie nazionali, ovvero di fare, come dicono gli americani, l’impressionist. Spesso Crozza ha dato vita a personaggi più veri del vero, le sue imitazioni si sono sostituite nell’immaginario collettivo ai referenti reali. Dall’altro quello di trasformare la realtà, soprattutto politica, in racconto. La fortuna è che il nostro strano Paese è sempre uno straordinario serbatoio di materiale narrativo» (Aldo Grasso, Corriere della Sera, 26/10/2015) • «Diverte e lo fa divertire, questo è il suo segreto. Meglio di lui soltanto Fiorello» (Marco Castoro, ItaliaOggi, 28/12/2011) • «Ciò che propone Crozza non è più il siparietto o la battuta da avanspettacolo, ma un sofisticato prodotto comunicazionale, tarato sui bisogni di una vasta platea, dagli indubbi contenuti politici» (Riccardo Ruggeri, ItaliaOggi, 28/4/2016) • «Fa l’editorialista, fa un po’ il comizio, fa un po’ l’indignato, fa un po’ l’antitutto. C’è la guerra, sì. Gran puttana, la guerra: “Un po’ attacchi tu, un po’ attaccano loro… Noi coi droni, loro coi trolley”. Risate. Perché nella satira si ride sempre a squadre, lo insegnava già Paolo Rossi (il comico). Basta scegliere per sé la squadra dei buoni: “I raid anti Isis hanno fatto mille morti civili, ma la politica non lo dice”. Applausi. Ma soprattutto: “Giova, a che serve la politica?”» (Maurizio Crippa, Il Foglio, 23/4/2016) • «Gli bastano una parrucca, due accessori, il trucco e un po’ di mimica» (Luca Beatrice, Il Giornale, 12/3/2017) • «Io non mi sento imitatore. Tra me e Verdone che fa uno dei suoi personaggi, o Albanese che fa Frengo non ci vedo differenza. Io interpreto, più che imitare. Consumo più mastice io di quelli che mettono gli infissi» (a Anna Bandettini, la Repubblica, 19/3/2002).
Titoli di testa Pochissime interviste • «Io sono un orso, quando sono dentro le mie quattro mura sprango la porta» • «Quanto a Facebook, […] sui post è braccino corto, ai suoi “nobili, sontuosi, sfarzosi fan” scrive di rado e firma solo se è proprio lui» (Roberto Di Caro, L’Espresso, 13/2/2013).
Origini «Cresciuto nel quartiere di Borgoratti, primogenito di quattro figli» (Francesco Oggiano, Vanity Fair, 5/5/2018) • «Mio padre voleva che diventassi calciatore. Dagli otto ai quindici anni ho giocato nella Samp, al pomeriggio mi toccava il calcio, alla sera ginnastica artistica, la domenica mi allenavo per i 1.500 metri. Avevo sempre la bronchite».
Debutto Anno 1974, come comparsa nell’Aida: «Facevo lo schiavo etiope. Ci mettevano in perizoma e ci coloravano con secchiate di vernice. Quelli che facevano gli armigeri ridevano di noi. Però loro dovevano restare fino al quarto atto. Noi al secondo avevamo già finito e andavamo al mare con le ballerine del corpo di danza del Reno».
Maestri Scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova con Gian Maria Volontè: «ci insegnava il metodo Stanislawsky e poi ci portava a cena; Volonté che ti fa la scarpetta nel piatto è un’emozione incredibile».
Teatro All’inizio degli anni Ottanta, lavora con Franco Parenti: «Tornavo a casa la sera e quasi mi mettevo a piangere per come mi sentivo umiliato. Poi ho capito che per fare questo mestiere devi metterti in gioco continuamente. Metterti in discussione. Quello dell’attore è un mestiere che ti prosciuga l’anima. Anche oggi; sali sul palco e in platea c’è sempre uno che ti dice: “Non mi piace. Non mi fa ridere”. Ha quasi sempre ragione lui» • Dal 1985 nel Teatro dell’Archivolto, compagnia teatrale genovese, si specializza in satire.
I Broncoviz Nati nel 1990 • Marcello Cesena, vestito da donna, è alla regia degli sketch • Mauro Pirovano, spalla comica • Ugo Dighero, protagonista • Maurizio Crozza e Carla Signoris, conduttori e imitatori.
Carla «Ci siamo conosciuti al liceo, appena l’ho vista mi sono detto: “Mamma mia, che antipatica questa”. Poi, a 23 anni, il primo bacio: recitavamo tutti e due il teatro “serio” in tournée con Lina Volonghi e Ferruccio De Ceresa. Poi una pausa per rispettivi fidanzati storici. Ci siamo ripresi nell’88, ci siamo sposati nel 1992. Sarei perduto senza di lei: mia moglie è la persona più simpatica del mondo» (Cristina Caccia, La Stampa, 16/9/2002) • Hanno avuto due figli: Giovanni e Pietro Crozza • «Stia tranquilla non le faccio la domanda idiota: qual è la ricetta per far durare un amore... “Guardi, le risponderei: culo”. Non litigate mai? “Noi litighiamo moltissimo”» (lei, a Federica Lamberti Zanardi, il venerdì, 8/4/2019) • La signora ha anche scritto Ho sposato un deficiente (2008) e Meglio vedove che mal accompagnate (2011) • «Ma allora ce l’hai con me!» (lui).
Cinema Cinque film tra il 92 e il 99 • È Sandro Pertini in Il giovane Pertini, film tv di Franco Rossi (1993): «A lungo osteggiato dalla vedova di Pertini (che non aveva apprezzato il troppo spazio concesso a una fidanzatina del marito, quella Mati qui interpretata da Carla Signoris) […] venne girato nel 1993 ma bloccato fino a una prima trasmissione notturna del 2003 […] La scelta di Maurizio Crozza per interpretare il futuro Presidente, ligure come lui, si rivela piuttosto azzeccata: ancora semisconosciuto e coi capelli […], Crozza sa di dover recitare sottotraccia e lo fa; senza impressionare ma riuscendo a dare la corretta dimensione al suo personaggio» (dal sito davinotti.com) • Recita anche in Peggio di così si muore (1995), il primo e unico film dei Broncoviz e in Tutti gli uomini del deficiente (1999), primo film della Gialappa’s • Nel 2002 presta la voce al robot B.E.N. nel film di animazione Il pianeta del tesoro.
Tv Con i Broncoviz su Rai3 a Avanzi (1991-93), Tunnel (1994), Hollywood Party (1995) • Poi carriera da solista: Mai dire gol (Italia 1, 1996-2000), Quelli che il calcio (Rai 2, 2001-2004) • Il dopofestival, a Sanremo, nel 2004.
Disimpegno? Nel 2005 diceva di non voler imitare politici: «C’è già Sabina Guzzanti che fa Berlusconi e D’Alema, e suo fratello Corrado che fa Bertinotti, Rutelli, Tremonti. Sono bravissimi. Ho lavorato con loro, li stimo. Così come mi piace Nanni Moretti. Ma non ho partecipato alla stagione dei girotondi. Sono utili, aiutano la sinistra a guardarsi dentro, però io faccio un altro mestiere, sono un guitto, un comico. Non faccio né comizi né proclami; gioco, cerco solo di far ridere» (a Aldo Cazzullo, Corriere della Sera, 26/10/2005).
Censura «Ha imitato Apicella, Tony Renis, Scoglio, Terim, Marzullo, Arrigo Sacchi, Serse Cosmi, Candidò Cannavò, Alan Friedman “il ciarlatano”, Carmelo Bene “il maestro”. Bush. E Guccini, dopo l’uscita di Berlusconi sui confinati del fascismo che in fondo erano in villeggiatura. Sono andato in vacanza con altri cento / sono andato in vacanza che ero bambino / passato per il confino / ma almeno ero in vacanza... Crozza però non è mai incappato nella censura. Dove ha sbagliato? “La censura è grottesca. In America chiunque può dire qualsiasi cosa di Bush; in Italia è peccato toccare un sottosegretario. Mi sono dato un unico limite, il buongusto”» (Cazzullo).
Cairo Nel 2006 su La7, Crozza Italia: «È uno spettacolo tutto mio, dove decide tutto mia moglie»«Se penso che abbiamo in comune con i lombrichi il 25 per cento del patrimonio genetico, non ho difficoltà ad ammettere che sono dovuto strisciare fino a La7 per avere un programma» (a Renato Franco, Corriere della Sera, 14/4/2006).
Tormentoni Bersani: «Siam mica qui a mettere il telepass alla ruota dei criceti!» • Walter Veltroni: «Noi siamo per la tolleranza razziale ma anche per il Ku Klux Klan. Siamo per la libertà ma anche per la schiavitù... non possiamo lasciarla alla destra. Noi siamo dalla parte di chi paga le tasse, ma anche dalla parte degli evasori... beh, non possiamo lasciare gli evasori alla Lega. Così come siamo per la politica fuori dalla Rai, ma anche per la politica dentro la Rai» • Joe Bastianich: «Vuoi che muoro?» • Il senatore Razzi: «Questo non credo» • Kazzenger, sulla falsariga di Voyager: «il programma che sta alla scienza come la fonduta all’intolleranza al lattosio».
Aldo Grasso «Non richiesti, ci permettiamo di offrire alcuni suggerimenti. Maurizio Crozza potrebbe migliorare molto, solo se non conducesse un programma che per il 90% è satira politica di parte. Ovviamente ha tutto il diritto di esprimere le sue idee (sue e degli autori) ma la satira politica finisce per essere come la pornografia: piace soprattutto ai fissati e ai maniaci. Crozza non è un conduttore: è un bravo attore, un bravissimo imitatore […] uno splendido finto cantante. […] si circonda di ospiti che non lo aiutano e contribuiscono ad appesantire la sua immagine di uomo schierato: il comico fa ridere quando sputa controvento (non a favore); ma se non è bravo, si sputa addosso» (nel 2008).
Politica «Antipatico a destra, ed è comprensibile perché di destra certo non è» (Massimo Bordin, Il Foglio, 12/10/2016) • «Mi considero di sinistra, i miei valori stanno lì. Da ragazzo ho partecipato a qualche corteo, ma quasi per caso, non capivo nulla di politica e c’era poco da scegliere, se non eri di sinistra eri un disgraziato» • «Silvio è un furbacchione. A noi comici ci ha sfiniti. Gli diciamo le cose più terrificanti, solo che poi ci ringrazia» • Nel 2008 ha votato Di Pietro: «Soddisfaceva il mio desiderio di legalità» • Amico personale di Beppe Grillo: «a Genova Crozza e sua moglie l’attrice Carla Signoris frequentano la coppia Grillo da anni e i loro figli giocano insieme a pallone, nella stessa squadra» (Di Caro).
Fattore C Veltroni prima, Bersani poi, entrambi accettano di farsi prendere in giro e compaiono con lui in tivù. Per il secondo, la scelta è fatale • «Ognuno conosceva Bersani per l’imitazione strepitosa di Maurizio Crozza; ognuno infine pareva cercare in Bersani il Bersani di Crozza. La maschera aveva mangiato il volto, nonostante il leader avesse cercato di cavalcare il fenomeno fino a spingersi su un palco per giocare con il suo “doppio” a colpi di “bersanese”» (Stefano Di Michele, Il Foglio 4/5/2013) • «Si fa fatica a distinguere la farina del sacco del comico da quella del segretario. Chi ha detto “Non siam mica qui a pettinar le bambole”, Crozza o Bersani? E chi ha detto “Meglio un passerotto in mano che un tacchino sul tetto”, Maurizio o Pierluigi?» (Sebastiano Messina, la Repubblica, 20/4/2013) • «È il Fattore C, alias Crozzismo. Si tratta del totale, terminale ribaltamento della politica cabaret, per cui non sono più i comici a imitare (e sfottere) i politici, ma i politici a imitare i comici, e senza sfotterli» (Jacopo Iacoboni, La Stampa, 13/2/2014).
Dietro le quinte Perfezionista: il microfono gli deve essere attaccato alla testa con due cerotti, uno perfettamente verticale sulla nuca; uno perfettamente orizzontale sulla guancia • «Una rigorosa meticolosissima organizzazione crozzista-leninista in cui la più piccola rotella deve incastrarsi in un complesso ingranaggio […] Il personaggio, le battute, che altro serve? Sbagliato. Un’infinità di cose. Carini gli stacchetti musicali, vero? Beh, vogliono dire un direttore d’orchestra, Silvano Belfiore legato a Crozza da quando si conobbero a Rockpolitik di Adriano Celentano, tre brave e belle violiniste in rosso e sei altri musicisti uomini […] Non faremo l’elenco dettagliato, ma vanno aggiunti scenografo, coreografa, costumista, direttore della fotografia, la vocal coach di Crozza, una dozzina di comparse, quattro o cinque ballerine, tutti i tecnici, 25 parrucche base più quelle della settimana, quattro cambi d’abito per ciascuno per un totale di cinquanta a puntata, due ore di trucco a settimana per il solo number one...» (Di Caro) • «Com’è fargli da spalla? “Facile. Quando interpreta qualcuno, Crozza non è più lui, ma si cala completamente nel personaggio, lo diventa, è come in trance. Penso a Maroni, a Razzi, a Fuffas. Andare oltre è dura, ci arrendiamo al suo talento”» (Andrea Zalone, La Stampa, Alessandra Comazzi, La Stampa 28/4/2014) • L’agente di Crozza è Beppe Caschetto, lo stesso di Fazio, Fabio Volo, Littizzetto, Cabello, D’Amico, Gruber, Marcorè, e molti altri.
Soldi «Un’industria da 12 milioni di euro l’anno (stima del Sole-24 ore, loro cifre ufficiali non ne forniscono) che dà lavoro direttamente a una cinquantina di persone e arriva ogni puntata a poco meno di 3 milioni di telespettatori» (Di Caro, 2013) • Quando era a La7 sembra fosse pagato 450 mila euro ogni 60 minuti (Alessandra Menzani, Libero 15/10/2013) • Lui e la moglie hanno intestati 7 fabbricati. Quelli di lui sono a Santo Stefano D’Aveto: una casa da 8,5 vani e un garage da 41 metri quadri. Quelle intestate alla signora sono invece a Genova: tre case con in tutto 24 vani, un garage da 26 mq e un magazzino da 103 mq. Ma oltre alle proprietà intestate alle persone fisiche i Crozza hanno due immobiliari, a loro volta intestatarie di appartamenti e negozi a Genova. La prima si chiama Castelli srl, l’altra la Eli.ga. snc.
Giudizi «È un comico, non è un satiro. La satira va contro il potere, il comico deve solo far ridere» (Facci) • «È un attore» (Aldo Grasso) • «Le piaceva Crozza quando la imitava? “Era grosso e grasso. Non mi assomigliava”» (Massimo Cacciari) • «Quello che dice […] è tutto scritto, certo. Però lo dovreste vedere quando scriviamo. È lì che improvvisa, inventa, e noi prendiamo appunti, elaboriamo» (Andrea Zalone) • «La caricatura di Renzi va benissimo, ma quando diventa comiziante, un po’ alla Travaglio televisivo, un po’ alla Grillo ultima maniera, non funziona […] fa l’ideologo, ma senza assunzione di responsabilità. Lui non fa un talk politico-satirico all’americana, prendendosi tutto il rischio di quello che dice e fa. Si limita a rimanere l’ospite di Floris, l’editorialista. Ma è una posizione debole» (Aldo Grasso) • «Un Tribuno della tele» (Crippa) • «Se calo nei consensi è colpa di Annozero, di Ballarò e di quel Crozza su La 7» (Silvio Berlusconi, nel 2011).
Vita privata Dice di lui la moglie: «Quando parlo di politica con Maurizio mi diverto come una pazza”. Fa le imitazioni? “No, a casa non le fa. Di solito le scopro in televisione”. Non c’è competizione fra voi due? “Non mi sembra. Quando parto per lavoro Maurizio con aria mogia mi chiede: ‘Ma quando torni?’. E pensa: i ragazzi sono da soli a Genova, io sono a Milano, come faccio se mi succede qualcosa? È un grande ipocondriaco. La sua è pigrizia, non competizione”» (alla Lamberti Zanardi) • Dice di sé stesso: «Non c’è comico che nella vita privata non sia pieno di paranoie, insicurezze e nevrosi. Poi, quando sale sul palcoscenico, si mette la maschera e tira fuori quello che non è. Anch’io mi sento così».
Paura Nel 2013 fischiato a Sanremo quando stava imitando Berlusconi («Basta politica!») • «In tilt sul palco, balbettante nelle repliche al pubblico, scosso dai tic, poi livido e sconsolato nei camerini. Dopo la contestazione, la sua esibizione ha deluso le attese: le imitazioni, di solito vicine all’eccellenza, erano fuori giri, le voci imprecise, i tempi sbagliati. La faccia del comico diceva tutto. Da chi pur legittimamente vuole sfidare la politica in campagna elettorale, da chi vuole farlo in diretta su Rai1 e rivolgendosi al teatro dell’Ariston, ci si aspetta di più. Un comico, un animale da palco, non può non reggere la contestazione» (Libero, 13/2/2013) • «Anni fa, nell’ottobre 2003, mi capitò d’essere invitato alla trasmissione La grande notte di Raidue, condotta da Gene Gnocchi. Non era in diretta, e a un certo punto Crozza imitò Igor Marini (ricordate?) che in quei giorni era in galera. Comunque sia andata, era in carcerazione preventiva: e la satira su un presunto innocente io non l’avevo mai vista. Quando toccò a me, perciò, feci una piazzata garantista e nello studio cadde il gelo, con Gene Gnocchi palesemente imbarazzato. Più tardi, a casa, mi telefonò Maurizio Crozza con il cappello in mano: mi disse che aveva sbagliato e che l’imitazione non l’avrebbero mandata in onda; mi chiese di non farne parola con nessuno e soprattutto di non scriverne. Un tono che invero mi colpì: mi fece così pena da farmi rinunciare all’articolo che avevo in mente. Lo spezzone non andò in onda e nessuno ne seppe niente. Oggi, nel rivedere Crozza tutto burbanzoso e poi d’un tratto smarrito e balbettante, so che è lo stesso uomo. Molto simpatico, comunque» (Filippo Facci, Libero, 13/2/2013).
Curiosità È alto 1 metro e 75, tifa Sampdoria e non sopporta i reality.
Titoli di coda «Le sue giacche facevano schifo, e allora gli ho detto: già che mi imiti, almeno cerca di imitarmi bene. E gli ho regalato una delle mie giacche. La sua imitazione non mi ha dato per niente fastidio, anzi, ormai sono io che imito Crozza che mi imita. Mi fa molto ridere» (Vittorio Feltri).