la Repubblica, 4 dicembre 2019
I cimeli sportivi all’asta
La maglia di Coppi costa almeno 20 mila euro, quella di Pelé parte da una base d’asta di 10 mila. Quella di Maradona, del Napoli da trasferta, si può portare a casa con 5 mila. La quotazione del cuore non ha prezzo, quella del catalogo Bolaffi invece sì: il prezzo della memoria, e del mercato. Per sapere come, quando e per quanto saranno aggiudicati i pezzi di una sorta di museo dello sport, però in vendita, bisogna aspettare domani, quando nell’universo senza confini di Internet, sul sito delle Aste Bolaffi, si celebrerà Sport Memorabilia 2019, ormai un classico per cultori, investitori, memoriosi e semplici feticisti. Chi offre di più? Tre colpi di martello, aggiudicato! Come nei film.
Il catalogo è già, di per sé, una meraviglia. Le fotografie dei reperti mettono l’acquolina in bocca, il vero voyeur apprezzerà persino le cuciture di colletti e scudetti, quella trama grezza che avevano le vecchie eterne stoffe. E quant’è diventato opaco il cuoio delle scarpette di Omar Sivori, tomaia nera e lacci bianchi, base d’asta 3.500 euro, collezione privata. Com’è lucida e morbida, invece, la borsa da viaggio di Angelillo, viene proprio voglia di toccarla ma bisogna sganciare almeno 500 euro, neanche troppi.
Guardando in controluce questi cimeli si scorgono storie segrete, probabilmente non bellissime. Chi se ne priva, nove volte su dieci lo fa per bisogno: un divorzio costoso, una crisi improvvisa, un lavoro perduto. Ogni pezzo ha un percorso e un proprietario, talvolta una catena di mani che si sono passate l’oggetto e adesso eccolo qui, in attesa di altre mani che prima dovranno aprire un portafoglio. Nel catalogo non è sempre indicata la provenienza degli oggetti, ma in certi casi sì. Per l’asta di domani, molte maglie di epoca più recente sono state cedute dall’ex calciatore Christian Riganò (vende casacche di Maldini e Trezeguet, Montella e Totti, Nesta e Kakà), evidentemente scambiate a suo tempo con gli illustri avversari e conservate nell’armadio come semplice ricordo, o investimento per il futuro. Lo stesso ha fatto il suo collega Vittorio Pusceddu, che di maglie ne mette all’asta addirittura trentaquattro.
Sfogliando le pagine di questo libro dei desideri, si scopre che l’ex juventino Michele Padovano si priva di una casacca della nazionale francese del suo compagno Zidane (1500 euro) e che non pochi pezzi sono venduti dalla famiglia Angelillo: dietro ogni cessione, in queste vendite che sono separazioni a volte dolorose, viene da immaginare un momento difficile, un bisogno. Qualcosa di triste. Seguendo la filigrana dell’asta si scopre che la maglia del Liverpool indossata dallo scozzese Gary Gillespie nella finale di Coppa dei Campioni del 1984, quella persa dalla Roma ai rigori (Gillespie rimase in panchina), viene venduta su una base d’asta di 1500 euro, collezione privata. Provenienza: un ex raccattapalle. E allora la fantasia vola a quel momento, al ragazzino che domanda al calciatore la maglia rossa (meravigliosa, con le righine bianche e lo stemma giallo) e incredibilmente la ottiene, ne fa tesoro, cresce, da raccattapalle diventa ragazzo e infine uomo con la necessità di vendere un ricordo, sa lui perché.
L’asta online ospita reperti grandi e piccoli appartenuti ad atleti normali o immensi. Ci sono due maglie di Pelé, una del Santos (autografata) e una del Brasile, c’è la lettera che Giampiero Boniperti scrisse a Tuttosport quando diede l’inaspettato addio al calcio, c’è il contratto che legò Guglielmo Gabetto alla Juventus (fu bianconero, prima di diventare uno degli eroi omerici caduti a Superga) per la cifra mensile di 2500 lire: era il 1938. Le storie e la Storia: sembra un catalogo, invece è un romanzo. E come in ogni trama, gli snodi del racconto sono mossi da personaggi in apparenza minori. Ecco ex massaggiatori ed ex magazzinieri, figure di grande vicinanza e confidenza con l’atleta nel segreto dello spogliatoio, mettere in vendita memorabili preziosità: come la maglia gialla di Gimondi al Tour del ’65 e proveniente da Atos Pirovano, massaggiatore personale di Felice (2500 euro).
C’è chi, come l’ex milanista Giuseppe Sabadini, vende le medaglie ricordo. E ci sono i pezzi tracciati dall’inizio alla fine, anche se la fine li attende giovedì. È il caso della maglia verdeoro che Pelé scambiò con lo jugoslavo Dragan Holcer nel 1971 (c’è pure la relativa foto) e della leggendaria maglia gialla di Fausto Coppi, anno 1952. Il Campionissimo l’aveva regalata al suo meccanico del cuore, Pinella De Grandi, che a sua volta la donò all’amico Pierino Francese che aveva una bottega di sartoria a Pezzana, nel Vercellese. Il cimelio di lana spessa, tre tasche dietro e due davanti, è passato di generazione in generazione nella stessa famiglia fino all’addio. Doloroso, come sempre accade, di quel dolore sottile che il denaro non può mitigare.