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 2019  dicembre 03 Martedì calendario

La febbre del litio adesso contagia anche il Portogallo

La crescente domanda di mobilità sostenibile, con le auto elettriche in testa, sta alimentando la richiesta internazionale di litio, componente oggi fondamentale per le batterie dei veicoli. Il petrolio bianco, così come è stato soprannominato, in Europa ha essenzialmente un protagonista: il Portogallo, che è il principale produttore europeo di litio. Il metallo alcalino estratto sinora dalle terre portoghesi è stato destinato all’industria ceramica, ma l’industria mineraria del Paese si sta preparando a un salto di qualità, per iniziare a produrre litio da destinare all’alimentazione di automobili elettriche e altri dispositivi elettronici.Per far questo, però, serve investire. Come riporta l’agenzia Reuters, la società mineraria portoghese Lusorecursos ha negoziato un finanziamento da 400 milioni di euro – grazie al sostegno di diversi attori internazionali, tra cui player orientali – per esplorare nuovi siti di estrazioni nel Nord del Paese. L’azienda ha ottenuto una concessione per condurre esplorazioni nella zona mineraria di Montalegre, vicina al confine tra Portogallo e Spagna: ma le operazioni non sono ancora partite, perché tutto dipende dai risultati di uno studio di impatto ambientale che non si è ancora concluso.
Ricardo Pinheiro, a.d. di Lusorecursos, ha spiegato che l’azienda sarebbe intenzionata a realizzare nella stessa zona anche la raffineria, in modo da «garantire l’intera catena del valore, dall’estrazione mineraria all’ottenimento del prodotto finale: l’idrossido di litio».
Nei piani aziendali il 2023 sarebbe l’anno in cui da questi nuovi stabilimenti potrebbero uscire le prime partite di petrolio bianco: nei 400 milioni oggetto del finanziamento sono previsti 300 milioni da investire nella realizzazione di una nuova raffineria, aspetto che preoccupa ambientalisti e residenti dell’area interessata all’estrazione.