la Repubblica, 3 dicembre 2019
Anna Wintour benedice il vintage
E se il diavolo vestisse vintage? Si sa, Anna Wintour, la regina della moda che da decenni impone tutto ciò che fa tendenza, non la manda mai a dire. L’ultima tirata d’orecchie a chi pretende di saperla lunga in fatto di stile, arriva attraverso una lunga intervista concessa all’agenzia di stampa Reuters a margine di un evento organizzato da Vogue Grecia ad Atene.
Una vera bacchettata a quelle “fashioniste” sempre più innamorate degli abiti usa e getta. Prodotti modaioli e a basso costo distribuiti da certi marchi commerciali, che secondo uno studio di McKinsey & Company hanno ormai inondato il mercato: con la produzione globale di abbigliamento raddoppiata negli ultimi 15 anni, proprio come il numero di capi acquistati ogni anno da ciascuno di noi, salito del 60 per cento. «Quei vestiti sono anti-ecologici e anti-etici, realizzati con materiali scadenti e sfruttando il lavoro delle persone» tuona l’ormai settantenne “direttrice a vita di Vogue “, come il Ceo di Condé Nast, Bob Sauerberg, la definì un anno fa, per zittire le voci che la volevano pronta alla pensione dopo trent’anni alla guida della Bibbia della moda.
Macché. Forte dell’iconico taglio a caschetto che da quando ha 14 anni le permette di attraversare a testa alta ogni moda e stagione e degli inseparabili occhiali da sole indossati costantemente pure in ufficio, l’ispiratrice di quella Miranda Priestly interpretata da Meryl Streep ne “Il Diavolo veste Prada”, nell’intervista si spertica in un vero elogio del riciclo.
Richiamando all’ordine non solo le aziende ma anche i giornali: «Siano noi a dover insegnare l’importanza di indossare più volte gli abiti, conservarli con cura e passarli ai figli, magnificandone la fattura, la creatività, l’unicità immutata dell’eleganza». Un messaggio cui il mondo dell’alta moda, sempre più impegnato a rafforzare le proprie credenziali ecologiche ed etiche, è particolarmente sensibile. E che Anna, d’altronde, da tempo sostiene dando l’esempio: mostrandosi spesso con gli stessi tailleur, magari abbinati a diversi accessori.
Lo fanno, d’altronde, anche i volti più giovani della casa reale britannica: Meghan Markle, la sposa americana del principe Harry e la duchessa di Cambridge Kate Middleton, moglie dell’erede al trono William, addirittura ribattezzata dai giornali inglesi “regina del riciclo”. L’usato sicuro piace perfino sui red carpet di Hollywood. Dall’indimenticabile Armani di pizzo nero sfoggiato nel 2014 dall’attrice Cate Blanchett prima a Cannes e poi ai Golden Globes, fino al Jean Paul Gaultier mozzafiato – e vecchio di 25 anni – indossato da Cardi B quest’estate alla prima di “Hustlers”. «Il segreto della vera eleganza è la qualità di ciò che s’indossa. Quel che manca, cioè, all’usa e getta». Parola di diavolo vintage.