1 dicembre 2019
BONOLIS CONFESSIONS DA DIACO (VIDEO): ''SE HO SBIRCIATO NEL BAGNO DELLE DONNE DA RAGAZZINO? MA IN CONTINUAZIONE! ERANO TEMPI DIFFERENTI, LA PRIMA ZIZZETTA CHE TOCCAI, MI TORNÒ UTILE PER TRE ANNI. OGGI PUOI VEDERE TUTTO E ARRIVI A 18 ANNI CHE GIÀ SEI STUFO, O DEVI IMMAGINARE UNA SESSUALITÀ ALLA CIRQUE DU SOLEIL - ERO E SONO UN BAMBINO TIMIDO, AMO LA SOLITUDINE: È NELLA NOIA CHE UNO TIRA FUORI SE STESSO PER CERCAR DI SGUSCIAR FUORI, E DA SOLO SI COSTRUISCE LA PROPRIA PERSONALITÀ. BISOGNA COLTIVARE I SOGNI, CHE CI APPARTENGONO, E DIFFIDARE DALLE ILLUSIONI, CHE CI TRASMETTONO GLI ALTRI''
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DIACO: QUANDO FREQUENTI UNO STUDIO TELEVISIVO, CHE NON È IL TUO, CHE SENSAZIONE PROVI? TI ANNOIA? TI DIVERTE?
BONOLIS: Sono sempre un po’ in difficoltà quando sono nelle trasmissioni altrui perché non vorrei rovinare i meccanismi che sono stati scritti e voluti da chi sta conducendo quella trasmissione, quindi tendenzialmente c’ho un po’ di imbarazzo! Però qua li conosco tutti. È tutta gente con cui ho lavorato… è pieno di farabutti qua dentro!
DIACO: TI PRESENTO IL NOSTRO ILLUSTRATORE, LUCANGELO BRACCI, IN ARTE TESTASECCA, CHE TENTERÀ DI DISEGNARE IL TUO MONDO INTERIORE…
BONOLIS: Non mi fare di profilo sennò non ti basta il foglio!
“A VOLTE MI SENTO UNO STRANIERO IN TERRA STRANIERA”
DIACO: TU SEI UNA PERSONA PER BENE, (…) CHI TI CONOSCE LO SA! CHI FA TELEVISIONE AD ALTI LIVELLI PUO' RIMANERE UNA PERSONA PER BENE?
BONOLIS: Ci mancherebbe altro! Generalmente si è una persona per bene se te lo puoi permettere. Ci sono molti che vengono considerati non per bene… ma non se lo sono potuti permettere di essere per bene perché le difficoltà della vita ha presentato loro altri percorsi, quindi sono stati costretti magari dalle necessità dell’esistenza a diventare meno per bene di quello che avrebbero voluto. Io mi sono potuto permettere – grazie al lavoro, alla buona sorte, alla mia famiglia - di essere per bene. Però, sai, si è sempre per bene fino a un certo punto. Dipende anche dalla cultura nella quale ti trovi. Ci sono atteggiamenti considerati per bene da noi che non lo sono altrove e viceversa. In questa cultura italiana mi trovo bene. Cerco di comportarmi bene sperando che gli altri facciano altrettanto con me.
DIACO: c’è una caratteristica nel tuo modo di far televisione che è unica. (…) hai un certo distacco nei confronti del mezzo televisivo (…) nel senso che non dai alla televisione quel peso che solitamente viene dato dai benpensanti. (…) ricordo che in passato i tuoi successi televisivi vennero accompagnati da alcuni critici della cosiddetta buona stampa con parole poche generose. poi tardi (…) hanno cominciato a scrivere benissimo di bonolis… quando hai cominciato, secondo loro, a pensare. (…) come è possibile che le persone che hanno i tuoi ingredienti vengano vissute dagli ideologici, dagli ortodossi sempre nella stessa maniera?
BONOLIS: Non ne ho la più pallida idea! Io credo che chiunque fa televisione non debba conformarsi ad un’idea di come si deve fare la televisione. Uno deve raccontare fondamentalmente ciò che si porta dentro, ed essere ciò che è. L’ho sempre fatto, fin dai programmi per bambini. Questo ha portato a vedermi talvolta come uno stranger in a strange land: uno straniero in terra straniera, laddove in televisione ci si comportava con una certa ortodossia, con un’affettazione perbenista… io non sono fatto in questo modo! E, soprattutto, mi piace desacralizzare ciò che viene stupidamente sacralizzato. Ci sono delle cose che sono naturalmente sacre, altre vengono sacralizzate e non meritano minimamente di essere sacralizzate, quindi mi diverto a desacralizzarle! Però, la televisione è un luogo dove purtroppo – da un po’ di tempo a questa parte, forse anche a causa di un eccesso di politically correct che viene utilizzato – si cammina troppo sulle uova, si ha paura a essere spontanei, e quindi ci si affida a dei codici preconfezionati, e ci si comporta quasi tutti allo stesso modo!
È una grossa perdita per l’individuo televisivo, perché credo che ognuno di noi sia in grado di raccontare, se racconta realmente con le sue caratteristiche e con ciò che gli appartiene, mondi sempre differenti. Perché le diottrie con cui guardo io il mondo son differenti dalle tue, da quelle di Lucangelo che sta disegnando, e da chiunque altro fosse interprete televisivo. Un po’ di verità in luogo dell’ipocrisia forse è la medicina migliore per fare una televisione buona.
“LA SOLITUDINE E’ FANTASTICA”
DIACO: IL TUO LIBRO PERCHÉ PARLAVO DA SOLO (…), CHE CONSIGLIO AL PUBBLICO A CASA, NON È UN LIBRO SULLA TELEVISIONE… È IL LIBRO DI UN UOMO CHE SI È APPUNTATO NEGLI ANNI DEI PENSIERI PERSONALI ED HA DECISO DI METTERLI INSIEME (…) E DI REGALARLI AL PUBBLICO. (…) LA COSA CHE MI HA COLPITO DI PIÙ È LA SINCERITÀ… LA SENSAZIONE CHE MI DAI È CHE TU CON LA SOLITUDINE HAI UN OTTIMO RAPPORTO.
BONOLIS: è fantastica! La solitudine è una splendida posizione nell’esistenza, dove ti permetti di ragionare e di pensare senza il frastuono degli altri. Al contempo, è qualcosa che le nuove generazioni stanno perdendo soprattutto nella possibilità di annoiarsi. I giovani oggi vengono telecomandati nella loro quotidianità, dagli smartphone… anche da genitori particolarmente ossessivi, che scandiscono la loro giornata con una posologia quasi da campo di concentramento, perché è impressionante le cose che devono fare! Quasi che la noia non debba toccare la loro vita, mentre è nella noia e nella solitudine che uno tira fuori se stesso per cercar di sgusciar fuori da una situazione che lo vede da solo, e da solo si costruisce la propria personalità.
La solitudine è una cosa che mi piace particolarmente. Come mi è piaciuto scrivere, che è una cosa completamente differente dal parlare. Nel parlare ci sono tante cose che ti aiutano a spiegarti: c’è la gestualità, c’è il cambio del tono, c’è l’ammiccamento. Nella scrittura tutto questo non c’è, quindi per riuscire a dare ciò che vuoi trasmettere a chi leggerà quello che hai scritto, devi andare a cercare la parola, devi confezionare la frase. È un esercizio molto bello. Mi è piaciuto farlo! Io leggo tanto, e francamente mettermi a scrivere mi ha un po’ inquietato… bisognerebbe lasciar fare le cose a chi le sa far davvero! Però ci ho provato.
E questo qui è un regalo che fondamentalmente ho voluto fare ai miei figli. Mi sarebbe piaciuto avere un libro scritto da mio padre per conoscerlo un po’ di più. Io l’ho voluto lasciare a loro, ai più piccoli, soprattutto, affinché un giorno, magari crescendo, lo leggeranno, perché fondamentalmente nel libro c’è assenza totale di ipocrisia e volontà di far capire ai ragazzi quanto è importante coltivare profondamente i propri sogni e diffidare invece dalle illusioni, perché sono una cosa molto pericolosa. I sogni ci appartengono, mentre le illusioni ce le trasmettono gli altri, quindi bisogna andarci con i piedi di piombo.
DIACO: NEL LEGGERE QUESTO LIBRO (…), VEDENDO CHE LA TUA CURIOSITà SIN DA BAMBINO SI POSAVA SUI TALENTI DELLA TELEVISIONE DI ALLORA, COME RAIMONDO VIANELLO, SONO ANDATO A CERCARE NELLE TECHE RAI! CREDO DI AVER AZZECCATO IL PROGRAMMA AL QUALE TI RIFERISCI NEL LIBRO… ERA IL 1967, TE LO FACCIO VEDERE!
BONOLIS: Avevo 6 anni…
CLIP: IL TAPPABUCHI – 1967
BONOLIS: è bellissimo!
DIACO: ERA QUESTO IL FILMATO?
BONOLIS: Era questo!
DIACO: allora, Il tappabuchi! Questa QUI è la conclusione della trasmissione in uno sketch surreale di raimondo vianello, che spiega moltissimo della personalità di paolo bonolis… che, secondo me, da sempre è attratto dalla surrealtà e dal nonsense.
BONOLIS: Sì, mi piacciono molto!
“LA PRIMA ZIZZETTA CHE TOCCAI, MI TORNÒ UTILE PER TRE ANNI! “
DIACO: TU ERI PICCOLISSIMO QUANDO HAI VISTO QUESTO SKETCH…
BONOLIS: Sì, ero piccolissimo. Mi ha colpito vedere questa figura meravigliosa di Raimondo Vianello che gioca a mosca cieca, si perde, si appoggia a un muro e non si sa perché c’è un plotone di esecuzione davanti che lo fucila. È una cosa assolutamente geniale. È tutto quello che poi ho ritrovato negli anni successivi con Terry Gilliam, con i Monty Python… insomma è una cosa che mi ha sempre affascinato. Lui (Vianello) è un personaggio particolare. Racconto alcuni episodi nel libro che ho avuto la fortuna di avere incrociando Raimondo… come la volta prima volta che andai a ritirare un telegatto per Bim Bum Bam e lo incontrai al gabinetto, dove gli uomini – come sai – fanno la pipì in piedi…
DIACO: Sì, FINO A PROVA CONTRARIA LO SO ANCH’IO! (RIDE)
BONOLIS: Certo, anche tu fai la pipì, ecco! (RISATE) … lì all’orinale, quelli appesi al muro…
DIACO: PAOLO, LO SO! (RIDE)
BONOLIS: …magari le signore non lo sanno, ameno che non vanno a sbirciare, non lo sanno! Mi si è palesata accanto questa figura…
DIACO: SCUSA, UNA CHIOSA… TU HAI MAI SBIRCIATO NEL BAGNO DELLE DONNE DA RAGAZZINO?
BONOLIS: Ma in continuazione! E per forza! (ndr rivolgendosi al pubblico in studio) Perché voi no?
DIACO: LE MAESTRANZE DELLO STUDIO 3 DI VIA TEULADA ANNUISCONO ALL’AFFERMAZIONE…
BONOLIS: Ma è ovvio! Erano tempi differenti! Io la prima zizzetta che toccai, mi tornò utile per tre anni!
BONOLIS: Era difficile allora… non c’era la possibilità che c’è oggi, che ti toglie anche molto! Oggi puoi vedere tutto in continuazione e arrivi a 18 anni che già sei stufo, o quantomeno devo immaginare una sessualità alla Cirque du Soleil…
“QUELLA VOLTA DAVANTI ALL’ORINALE CON VIANELLO”
DIACO: TORNIAMO ALL’INCONTRO CON VIANELLO…( ndr davanti all’orinale)
BONOLIS: Sì, incontrai Raimondo che si girò…
Scusa, non pensavo che… però, insomma, so’ cose che si fanno!
DIACO: AMORE, è LA VITA…
BONOLIS: Appunto!
DIACO: TI HO CHIAMATO AMORE NEL DIRTI CHE è LA VITA… NON SO SE HAI COLTO
BONOLIS: …Raimondo mi si è accostato: “Bonolis, che piacere! Spero che ora non ci si debba stringere la mano!”
BONOLIS: Con Raimondo ho avuto questi pochi incontri, ma piacevolissimi. Uno me lo raccontò Baudo… di questo cinismo, però un cinismo buono! Il cinismo è come il colesterolo... c’è quello buono e quello cattivo. Il cinismo buono ti porta alla leggerezza. Il cinismo cattivo ti porta all’indifferenza.
DIACO: nel libro dici di essere un cinico sognatore… tra poco ci torneremo perché faremo un percorso fotografico insieme. Voglio dire al pubblico, per onorare la realtà (…), che tutte le trasmissioni televisive che fanno percorsi fotografici all’interno della propria narrazione si sono ispirate a il senso della vita di Bonolis. (…) e io gli riconosco non solo di essersi inventato un format, ma gliene sono grato, perché la tv si fa anche così, copia e incolla… basta dirlo, però! basta non pensare di essere originali!
(pausa pubblicità)
“NON SI CASTRA UN ANIMALE”
DIACO: paolo, ho visto che hai conosciuto ugo! (ndr Il cane bassotto di Diaco presente in studio)
BONOLIS: Sì! Io a casa ho due chihuahua uno è maschio e l’altra è femmina, una è gravida…
DIACO: Nel libro racconti questo episodio, che tra l’altro rappresenta molti papà che sono all’ascolto (…), che i gatti devono fare i gatti, che i cani devono fare i cani, ma poi hai ceduto per amore dei tuoi figli.
BONOLIS: Sì, però la situazione fu drammatica! io litigai con mia moglie per questa cosa perché vollero il gatto… e mi sta bene! Però il primo atto d’amore nei confronti del gatto è stato tagliargli le palle! Non si castra un animale… cioè, il gatto può fare quattro cose nella vita: mangia, dorme… la prima cosa ZAC! L’ho vissuta malissimo!
DIACO: MA SONIA L’HAI ACCOMPAGNATA TU DAL VETERINARIO?
BONOLIS: Ma che si pazzo?! Ma posso vedere mentre a una povera bestia gli tagliano le balle? Mo sta là e fa: “Miao!”. Poraccio, che può fa’? Ingrassa, sta lì…
DIACO: PERò, DAI, TE NE SARAI INNAMORATO ANCHE TU DEGLI ANIMALI CHE AVETE IN CASA ADESSO…
BONOLIS: No, mi fa tenerezza il gatto!
DIACO: MA SMETTILA!
BONOLIS: Ma io voglio vede’ se te lo fanno a te! (RISATE) Ma non ha senso… è come dire, teniamo Diaco in Rai, però metti che si riproduce… e via, ZAC!
DIACO: I DEVO DIRTI LA VERITà… IO, PER UNA QUESTIONE DI GUSTI PERSONALI, NON VADO INCONTRO A QUESTO RISCHIO…
BONOLIS: Lo so… ma metti che ‘na sera te sbaji!
BONOLIS: (ndr riferendosi a Ugo) Ma lui l’hai FIUUU (ndr fa il gesto del taglio netto)
DIACO: ugo ha un problema (…) TI SPIEGO, UNO DEI DUE TESTICOLI NON è SCESO E QUANDO RIMANE ALL’INTERNO RISCHIA DI DIVENTARE TUMORALE. QUINDI LUI STA FACENDO UN PERCORSO PER ANDARE INCONTRO ALL’OPERAZIONE (…) (ndr Diaco dice al pubblico di non ridere perché è una cosa seria, ma scoppia a ridere anche lui per la piega che ha preso la conversazione). UGO, SCUSA!
BONOLIS: Scusami, non c’entra niente col libro e con l’intervista… Lui dice: “se poi mi scende la palla, me la tagliano… per cui lui se la tiene, può essere una strategia!
DIACO: GAURDA, FACCIAMO UNA COSA… (…) PARTIAMO DA QUANDO BONOLIS AVEVA 6 mesi
BONOLIS: (ndr guardando la sua foto a 6 mesi) Sei mesi! A sei mesi non sapevo niente… ero terrorizzato perché papà mi teneva così (ndr sospeso), forse ancora confuso dalla realtà, pensavo: “Che fa? Mi vorrà bene, oppure, FIUUU, mi gioca?”.
DIACO: STANDO ALLE METAFORE, HAI CAPITO DA SUBITO, SIN DAI PRIMI ANNI, CHE LA VITA è FATTA DI CONTENITORI IN CUI INSERIRSI. IL PRIMO IN CUI TI SEI INSERITO E’ UNA CIAMBELLA… TI FACCIO VEDERE LA FOTO! (ndr Bonolis bimbo al mare con il salvagente infilato )POI, NEL RESTO DELLA VITA, PENSO CHE TU DI CIAMBELLE NE ABBIA FREQUENTATE PARECCHIE…
BONOLIS: Beh, non so chi frequenti te, però non erano proprio ciambelle! … e non erano neanche tonde, scusa…
(ndr rivolgendosi al pubblico) … ma di che stiamo parlando?
(ndr rivolgendosi a Diaco, e dirigendosi poi dall’altra parte dello studio dove si trova il pubblico) Scusa, posso?
(ndr rivolgendosi al pubblico) Io chiedo scusa a tutti voi! Ero venuto per il libro, e invece qui sembra di stare ai provini di un pornazzo!
BONOLIS: (ndr dopo essere tornato al suo posto sul divano, rivolgendosi a Ugo) Tieniti la palla dentro. Fidati!
“IO SONO STATO SEMPRE MOLTO TIMIDO”
DIACO: (ndr mentre Bonolis e Ugo si fissano) VEDO CHE AVETE UN RAPPORTO, TI GUARDA CON ATTENZIONE. CI HAI DETTO CHE A 6 MESI ERI INGRUGNITO perché TUO PADRE TI TENEVA COSì (ndr sospeso), PERò SPIEGAMI perché IN QUESTA FOTO, IN CUI SEI Più GRANDICELLO, SEI INGRUGNITO SUL CAMPO DI PALLONE… QUESTO è UN ASPETTO DELLA TUA PERSONALITà CHE OGNI TANTO ESCE FUORI ICONOGRAFICAMENTE DALL’IMMAGINE DEL TUO VOLTO…
BONOLIS: Non lo so perché stavo così! Non me lo ricordo, non lo so! Qui ero a scuola, quella era la tuta della scuola. Si vede che non mi facevano giocavo allora, quindi ero arrabbiato, oppure chissà che era successo nell’arco della giornata! Io sono sempre stato molto timido, eh! Timido nel far le foto, timido in tutto… però avvertivo dentro il piacere di far star bene gli altri! Avevo questa vena esibizionistica, di cui, però, mi sono sempre vergognato molto.
Quando andavo alle feste da ragazzino, stavo sempre in un angoletto. Anche oggi, non vado mai alle feste, tu lo sai…ai ricevimenti, perché mi inquieta questa cosa. Aver trovato, fortunatamente, questa opportunità di lavoro, mi ha permesso di tirare fuori questo utilizzando l’alibi della professione. E quindi, come dico nel libro, mi sono nascosto dove c’è più luce. Riesco a tirar fuori quella parte di me perché ho l’alibi che sto facendo il mio lavoro.
DIACO: TU SEI DESTINATARIO DA SEMPRE DI MOLTI COMPLIMENTI, A VOLTE IPOCRITI, DA PARTI DI MOLTI NOSTRI COLLEGHI (…) HO VISTO UN TUO DOCUMENTARIO IN CUI RACCONTI COME HAI COSTRUITO I FESTIVAL DI SANREMO CON I TUOI COLLABORATORI (…) COME PENSAVI ALCUNI PASSAGGI TELEVISIVI E COME POI LI HAI REALIZZATI. TI FACCIO VEDERE UN ESTRATTO.
CLIP TRATTA DA SANREMO 2005-TUTTO QUELLO CHE NON SI E’ VISTO IN TV
DIACO: TRA I CURATORI DI QUESTO DOCUMENTARIO C’è IL COAUTORE DI QUESTA TRASMISSIONE INSIEME A MAURIZIO GIANOTTI E a PAOLA TAVELLA, CHE è FILIPPO MAUCERI, CHE è STATO UN TUO COLLABORATORE NEI FESTIVAL DI SANREMO…
BONOLIS: Anche a Il senso della vita! Lui, Michele Afferrante, Sergio Rubino e Marco Salvati sono quelli che mi hanno aiutato a costruire e ad avere l’idea de Il senso della vita! È stata una trasmissione in cui tra l’altro i primi germogli vennero fuori proprio a Sanremo. Noi aprimmo la prima sera e poi anche le altre cinque sere con un frammento de Il senso della vita, una cosa molto particolare.
DIACO: NEL COSTRUIRE SANREMO IL TUO SENSO della vita è stato rappresentato dalla presenza di povia. (…) povia non poteva concorrere al festival di sanremo…
BONOLIS: Il brano l’aveva cantato un anno prima a un festival in Romagna, se non sbaglio!
DIACO: BONOLIS EBBE L’IDEA GENIALE DI LEGARE LA SUA PARTECIPAZIONE A UNA CAMPAGNA SUL DARFUR. (…) ALCUNI CONCORRENTI DI QUELL’EDIZIONE SI SONO IMPOSTI NEL MERCATO MUSICALE (…). MA DI QUEL FESTIVAL SI RICORDA SOPRATTUTTO IL FATTO CHE BONOLIS PORTò UNO FUORI CONCORSO, LO MISE IN PRIMA SERATA SU RAI UNO E DA Lì è PARTITA…
BONOLIS: Quella canzone quando la sentii per la prima volta ero sicuro che avrebbe vinto il festival. Poi vinse un’altra bellissima canzone: Angelo di Francesco Renga, e uscirono dalla categoria giovani gruppi un po’ particolari, addirittura uscirono i Negramaro… me li avevano tolti dalla categoria perché, dicevano, facevano troppo rumore.
DIACO: ah sì, eh?
BONOLIS: Ragazzi, Mentre tutto scorre è un pezzo di una bellezza assoluta!
DIACO: MA CHI TE LO AVEVA TOLTO?
BONOLIS: Ma lì ce sta un sacco di gente…
DIACO: quanta è bella la parola diplomazia…
BONOLIS: Ma sì, è inutile! Insomma, quel pezzo ho voluto che ci fosse. Ma il pezzo di Povia “Quando i bambini fanno oh, che meraviglia...L’ho sentito e…
(ndr rivolgendosi a Diaco che ha preso la chitarra)
… non me fa canta’!
(ndr Diaco inizia a suonare e a canticchiare)
BONOLIS: Ah, canti te!
DIACO: Come fa?
BONOLIS: Che me stai a fa’ il trabochetto?
DIACO E BONOLIS CANTICCHIANO “QUANDO I BAMBINI FANNO OH!”
BONOLIS: La stessa cosa accadde nel 2009. Andai a sentire quelli della categoria giovani. Ce ne era una che non volevano perché – dice – era una canzonetta! (ndr Bonolis continua cantando) Sincerità …(ndr canzone di Arisa che vinse nella categoria giovani)
DIACO: NON CI CREDO!
BONOLIS: Eh! Dico: “Ma che siete matti?”. Sembrava la musichetta della Coca Cola, quella ti entra nel cervello! E ha vinto!
DIACO: QUINDI SEI UN TALENT SCOUT?
BONOLIS: (ndr Bonolis dopo una breve esitazione, risponde sorridendo) Sì!
DIACO: Bonolis riesce a passare non solo dall’alto e il basso dell’esistenza, ma anche dalla prosa televisiva alla poesia con un concetto molto personale, espresso così… guardate!
CLIP: OSSIGENO - 2018
DIACO: te la ricordi?
BONOLIS: Sì, è stata una bella chiacchierata con Manuel Agnelli a Ossigeno. Mi ero messo la maschera di Batman per non farmi riconoscere. Su Rai Tre Bonolis non va tanto bene perché io sono quel fessacchiotto… Mediaset non voleva che andassi lì per cui etc etc… e l’ho risolta!
“IO DI SORDI HO AMATO TUTTO”
DIACO: TANTI ANNI FA SENTIVO UNO SPEECH DI UN GRANDE POETA, DAVID MARIA TUROLDO, CHE SOSTENEVA CHE NIENTE COME IL RICORDO è LA Più ALTA FORMA DI POESIA. (…) DA SETTIMANE MI PIACE RICORDARe CHE LE PERSONE CHE ABBIAMO AMATO QUANDO SALGONO IN CIELO, CI LASCIANO IN EREDITà NON SOLO IL LORO RICORDO MA, ALMENO PER ME, LA CARATTERISTICA Più BELLA CHE HA UN ESSERE UMANO: LA SUA VOCE! VOGLIO FARTI ASCOLTARE UNA VOCE CHE SECONDO ME ABITA DENTRO DI TE!
VOCE ALBERTO SORDI
BONOLIS: Questo era Albertone…
DIACO: CE NE è tanto dentro di te DI SORDI?
BONOLIS: Sì, ce ne è tanto! C’è Sordi, c’è Totò, c’è Funari, Vianello, c’è Corrado. Tutte persone che crescendo ho avuto modo di seguire e che poi hanno attecchito. Hanno preso quello che sono e lo hanno arricchito. Hanno lasciato dentro dei sedimenti che fanno parte di me! Credo che tutti quanti noi siamo ciò che siamo, e siamo in buona parte anche chi incontriamo, chi ci colpisce, chi in qualche modo in maniera positiva ci flagella e ci fa sentire qualcosa che in realtà ci appartiene, ma che non siamo ancora riusciti a capire che cosa sia. Io di Sordi ho amato tutto. Sordi è di Roma, quindi di Sordi ho amato il cinismo, il cinismo quello bello, quello buono di cui ti parlavo prima.
È un cinismo che ti aiuta a superare con leggerezza le difficoltà dell’esistenza. A Roma di cinismo se ne sente, anche poco elegante, se tu vuoi. Ci sono degli episodi che solo a Roma ci possono essere. Questa l’ho raccontata anche da altre parti, ma io rimasi folgorato! C’era papà mio che stava male, se ne stava ormai per andare e io gli andavo a comprare il giornale.
E per comprare il giornale a papà dovevo attraversare la strada, andare all’edicola, comprare il giornale e tornare indietro. Io mi ricordo ancora che avevo comprato il giornale, stavo per riattraversare la strada. Davanti a me c’era un signore di 50 anni con un bambino di due anni che teneva per mano. Fa per attraversare sulle strisce e una macchina gli inchioda a un centimetro dal femore. Questo non ha fatto una piega. Ha sollevato sto ragazzino, che stava così…appeso e gli dice: “Si nu era er mio to ‘o tiravo!”
DIACO: questa è Roma! paolo, vediamo lucangelo come ti ha rappresentato. (…) descrivici il disegno…
BONOLIS: Ha preso parte della copertina, e soffiando in queste bolle di sapone, ha tirato fuori buona parte dei capitoli e degli argomenti che vengono trattati nel libro. Nel libro ci sono diversi capitoli, si parla di religione in un capitolo intitolato l’ammorbidente per l’angoscia, che è stato molto apprezzato anche in Vaticano, devo dire la verità! Si parla di politica, si parla di mercati, di tecnologia, che poi sono le tre grandi illusione che dobbiamo temere: religione, politica e mercati!
E poi ci sono tante cose, tante piccole faccende… si parla di viaggi, si parla di sogni, si parla di letteratura, si parla di poesia, si parla di famiglia, si parla di amore, si parla di sesso. Si parla di tutte quelle cose che fanno parte della vita di tutti noi, attraverso gli occhi di un uomo di 58 anni che ne ha vissute. È un libro che potrebbe scrivere chiunque se scrivesse ciò che gli appartiene veramente.
DIACO MOSTRA IL LIBRO DI BONOLIS – perché PARLAVO DA SOLO
DIACO: ECCOLO QUI! NOI VE LO SUGGERIAMO…
BONOLIS: VOTA ANTONIO! VOTA ANTONIO! VOTA ANTONIO!
DIACO: VOTA ANTONIO! VOTA ANTONIO! VOTA ANTONIO! VOTATE BONOLIS perché PARLAVO DA SOLO
BONOLIS: Posso? Anche perché acquistando questo libro…
DIACO: i proventi non vanno a te…
BONOLIS: No, zero! Vanno tutti al Ce.R.S., che è una piccola onlus. Insieme al dott. Renato Berardinelli aiutiamo un sacco di ragazzini che hanno problematiche toste toste per poter essere assistiti gratuitamente a casa senza dover stare in ospedale. Lo facciamo per tenere le famiglie unite.
DIACO DEDICA A BONOLIS STAND BY ME DI BEN E. KING
DIACO: PAOLO BONOLIS A IO E TE DI NOTTE! DIAMO LA LINEA AL TG 1. PAOLO, QUANTE VOLTE HAI DATO LA LINEA AL TG1?
BONOLIS: Troppe!
DIACO: DAI, RIDALLA TU! UN’ALTRA VOLTA…
BONOLIS: Zitto, so’ emozionato! Tg1, Yeah!