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 2019  dicembre 01 Domenica calendario

Il film su Craxi di Amelio

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«Ho scritto il film pensando a Pierfrancesco Favino, non l’avrei fatto senza di lui». Bastano pochi fotogrammi di Hammamet per capire che Gianni Amelio ha fatto la cosa giusta. Favino non interpreta, abita Craxi, come già ha abitato il Buscetta di Marco Bellocchio. Bettino passeggia sul lungomare di Hammamet chiacchierando con un giovane uomo. La voce, la gestualità, il modo di camminare, di sistemarsi gi occhiali, di inclinare il capo. Il piglio. Tutto riporta all’ex leader socialista. È una delle due scene del film in uscita il 9 gennaio, dieci giorni prima del ventennale della morte di Craxi, che il distributore 01 ha mostrato in anteprima, durante il Torino Film Festival, piatto forte del listino della prossima stagione.
Si avvicina un gruppo di turisti italiani, hanno riconosciuto l’uomo politico. «Chi è?», domanda un bambino. «Un ladro, il più fetuso che abbiamo avuto, s’arrubbò l’Italia», risponde il padre. «Dove l’hai messo il tesoro? I nostri soldi, quelli che ci hai rubato». «Non li ho rubati, me li avete tirati addosso voi», risponde sprezzante Craxi/Favino: «Erano le monetine che ho raccolto da terra, una per una, e poi versato in un paradiso fiscale. Siete venuti apposta? Venite a cercarle nel mio giardino».
L’altra scena è ambientata anni prima, nel 1992, un dialogo tra il segretario e un collega di partito, Vincenzo (Giuseppe Cederna) nei saloni ormai vuoti di un’assemblea, mentre si smontano le bandiere col garofano. «Parliamo del partito, se continua così c’è il rischio che non sopravviva. Non vedi che ci sta crollando tutto addosso? Questi che battono le mani sono approfittatori, sono quelli che salgono sul carro del vincitore». «Perché non sei salito sul palco a dire queste cose?». «Io non parlerò mai. Saranno altri a farlo, tanti altri».
L’interlocutore di Craxi sembra Vincenzo Balzamo, il tesoriere del Psi. Ma il gioco dei riconoscimenti e delle previsioni nel caso dell’opera di Amelio, prodotta da Pepito con Raicinema, rischia di non portare lontano. «Il film ricostruisce con personaggi di fantasia l’ascesa e la caduta di un uomo di Stato italiano, un racconto più privato che pubblico, dove si scava nei sentimenti per illuminare i fatti», recita la sinossi. Amelio lo ha scritto con Alberto Taraglio, nel cast – accanto a Favino e Cederna – recitano Livia Rossi (la figlia), Silvia Cohen (la moglie), Luca Filippi, Renato Carpentieri, Claudia Gerini, Omero Antonutti, Roberto De Francesco. Il cuore del racconto è il tramonto di uno dei leader più discussi del Novecento italiano, nel 1999 in Tunisia (tra le location, casa Craxi).
«Racconto sei mesi di vita di un uomo politico importante fino alla sua morte, ma non è un arco narrativo che somigli a una biografia, tutto il contrario. Racconto gli spasmi di un’agonia», ha anticipato Amelio, parco di spiegazioni («Nei film più spieghi meno racconti»). La parabola di un potente caduto. Accanto a lui la figlia e un ragazzo, forse non un personaggio reale. Inutile aspettarsi, d’altronde, dal regista di Lamerica e Il ladro di bambini, un pamphlet politico o una ricostruzione cronachista degli eventi. Unica certezza: farà discutere.