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 2019  dicembre 01 Domenica calendario

Gli italiani iperconnessi

Internet compie 50 anni e gli italiani ne sono sempre più irretiti al punto che smartphone e tablet si sono trasformati in una protesi. Senza internet ci sentiamo perduti: basta osservare lo sguardo di chi nota un’assenza di segnale del telefonino per comprendere l’importanza che gli viene attribuita. 
Per molti ogni momento è buono per scaricare il video di uno smartphone, azione quasi connaturata con gli altri comportamenti quotidiani. Nei treni o in metro, alle fermate degli autobus o a tavola sempre più persone sono lì, isolate e a testa china sui piccoli video. Buona parte della nostra vita è tutt’uno con la realtà virtuale. Così, il web e le nuove tecnologie scandiscono i ritmi di vita, influenzano le relazioni sociali, l’informazione, i comportamenti.
Lo spazio fisico si è come annullato: in qualsiasi momento e luogo possiamo vedere o sapere che cosa sta accadendo altrove. Il tempo si è appiattito, il futuro e il passato si annullano in un presente continuo. Gli ambiti di vita, un tempo separati, sono diventati permeabili fra loro: lavoro, tempo libero, famiglia.
Lo smartphone
In che misura siamo connessi a internet nella nostra quotidianità è l’oggetto dell’ultima rilevazione dell’osservatorio LaST (Centro Studi Community Group), con il sostegno di Intesa Sanpaolo, per La Stampa. La possibilità di essere collegati al web è, in primo luogo, un tratto che accomuna i quattro quinti della popolazione: 81,3%. La totalità delle giovani generazioni (99,6%, fino a 30 anni) fruisce di una simile opportunità, quota che si stempera al crescere dell’età. Pur tuttavia, ben il 59,3% dei senior (oltre 61 anni) ha un accesso a internet. Siamo di fronte a un processo ormai diffuso anche presso le fasce di popolazione meno avvezze agli strumenti tecnologici. 
Altri due sono i fattori discriminanti. Da un lato la residenza che, una volta di più, mostra un Paese spaccato: la quasi totalità di chi vive a Nord (94,0%) dispone di una connessione alla rete, ma nel Centro-Sud ciò avviene per il 72,0%. Dall’altro lato, il titolo di studio: chi ha un livello di istruzione basso accede meno a internet (57,1%) rispetto a un laureato (100%). Così, il digital divide ha una configurazione sociale e territoriale molto precisa. 
La connettività avviene più con lo smartphone (46,3%), che con il pc (29,2%). Il cellulare, strumento che appartiene all’archeologia tecnologica, è utilizzato solo dal 18,3% degli italiani, mentre tablet (5,4%) e smartwatch (0,2%) sono ancora device poco usati allo scopo. Le giovani generazioni prediligono lo smartphone, mentre i più anziani si connettono soprattutto col pc.
Il salto in 5 anni
Il confronto con una rilevazione svolta nel 2014 evidenzia la crescita esponenziale del fenomeno. Cinque anni fa il 43,1% degli interpellati si connetteva alla rete per lavoro ogni giorno, oggi è il 65% (84,5% fra gli occupati). Se consideriamo che il nostro sistema produttivo è costituito per oltre il 90% da microimprese (fino a 9 dipendenti), significa che una parte non marginale delle aziende e dei suoi lavoratori utilizza la rete saltuariamente (10,8%) o mai (4,7%). Nel 2014 già il 74,3% si collegava per motivi legati al loisir personale (social network, divertimento, informazione…), percentuale che sale al 90,9% odierno. Siamo di fronte a un processo diffuso, ma che nel nostro Paese investe in misura prevalente l’ambito di vita sociale, delle relazioni e del divertimento, più di quello professionale.
Ma qual è l’attuale profilo degli internauti? Prevalgono due gruppi: gli «iperconnessi» (il 61%, quota quasi doppia rispetto a 5 anni fa) che utilizzano la rete, sia al lavoro che per motivi personali, tutti giorni. Questo profilo è più diffuso fra i maschi, chi è in età lavorativa, i residenti del Centro-Nord e, soprattutto, fra i laureati. I «liberi» costituiscono l’altro gruppo (31,9%), misura analoga a quanto rilevato nel 2014 (37,9%). In questo caso, annoveriamo chi si connette alla rete quotidianamente solo per motivi personali. Se in questo profilo è facile attendersi che le giovani generazioni siano più rappresentate (fino a 30 anni: 40,2%), meno scontato è trovare che il 40,7% degli over 61 si colleghi alla rete ogni giorno. Segno che le nuove tecnologie limano anche i confini generazionali. 
Infine, ogli ultimi due gruppi. Da un lato, i «casuali» (4,9%, erano il 7,9% nel 2014) ovvero coloro che si collegano sporadicamente sia sul lavoro sia nel tempo libero. Dall’altro, gli «scollegati» (2,2%, in deciso calo rispetto al 2014: 17,8%) che annovera quanti non si connettono.