Il Sole 24 Ore, 30 novembre 2019
Fabio Fazio, una holding da 11 milioni di ricavi
Ricavi quasi triplicati da 3,83 milioni a 11,05 milioni di euro nel 2018 per L’Officina Srl, la società costituita da Fabio Fazio (socio al 50%) insieme a Magnolia Spa (detentrice dell’altro 50%) per realizzare il programma tv «Che tempo che fa». I ricavi derivano solo dall’appalto con la Rai per realizzare 64 puntate all’anno. Oltre ai soldi versati alla Officina, la Rai riconosce direttamente a Fazio un compenso di 2,24 milioni lordi l’anno. Nel bilancio 2018, approvato dai soci il 28 settembre, l’utile netto è quintuplicato da 112.424 a 572.725 euro, accantonato a riserva.
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L’Officina è stata costituita con un capitale di 100mila euro il 12 luglio 2017, quando Fazio e la Rai stavano perfezionando l’accordo per spostare il programma del conduttore savonese da Raitre a Raiuno. Un contratto di quattro anni. Da settembre scorso il programma è stato dirottato su Raidue, soppressa la seconda serata del lunedì («Che fuori tempo che fa»), nella fascia preserale c’è «Che tempo che farà».
Da quanto ha reso noto la Rai o è trapelato sulla stampa, oltre al citato compenso di 2,24 milioni annui pagato a Fazio, la Rai versa a L’Officina per l’appalto di produzione altri 10,64 milioni all’anno. Questa è la cifra della prima stagione 2017-2018, per il 2018-2019 si è parlato di 9,6 milioni. Questa somma include 704.000 euro annui per i diritti del «format» che spettano a Fazio.
Il costo totale per la Rai però è ancora più alto, arriva a oltre 18,3 milioni l’anno (dunque 73 milioni per quattro anni). Perché comprende ancora i costi di rete a carico della Rai per 5,4 milioni all’anno: 2,8 milioni per scenografia, regia, redazione, acquisto diritti di filmati e foto; più 2,6 milioni per costumi, trucco, riprese, servizi in esterna e simili. Nel complesso è stato calcolato che, fino alla stagione 2018-2019, il programma di Fazio è costato alla Rai circa 410mila euro per ciascuna delle 32 puntate in prima serata e poco più di 160mila per ciascuna delle 32 in seconda serata.
Torniamo ai conti dell’Officina. Il balzo dei valori dal 2017 al 2018 si spiega con il fatto che il primo bilancio è stato di sei mesi, il programma è cominciato su Raiuno il 24 settembre 2017. La Rai è l’unico cliente. Nel 2018 i debiti sono aumentati da 4,66 a 5,98 milioni (di cui 1,68 milioni verso banche e 3,15 milioni verso fornitori). I crediti sono aumentati da 4,54 a 6,05 milioni, tutti verso la Rai.
A fine 2018 la liquidità ammontava a 717.512 euro, più del doppio rispetto al 2017. Nel conto economico la voce di costo maggiore è per l’acquisto di servizi, aumentata da 3,05 a 8,39 milioni. Il bilancio, in forma abbreviata, non dà spiegazioni su cosa siano i «servizi», né da chi vengano acquistati.
Il costo del personale è pari a 1,3 milioni nel 2018. Il bilancio non dice quanti sono i dipendenti. Nella visura nella banca dati Cerved si legge che al 31 marzo 2019 la società aveva 112 «addetti» e che nel 2018 il numero medio annuo è stato di 104 «addetti» (132 nel 2017). Dividendo il costo del personale per i 104 addetti medi del 2018 risulterebbe un costo medio di ogni addetto pari a 12.514 euro nel 2018.
Fazio è nel cda della società. Il presidente è Paolo Bassetti, fratello di Marco Bassetti che guida il gruppo Banijay, azionista unico di Magnolia, l’altro socio con il 50% che dichiara di esercitare il controllo su L’Officina.