La Stampa, 30 novembre 2019
Ungheria, scoperti i tunnel dei migranti
Erano maldestramente coperti con rami, assi di legno e foglie, nascosti tra le sterpaglie e gli alberi. La polizia ungherese non ha fatto troppa fatica a scoprire due tunnel scavati dai migranti per entrare nel Paese dalla Serbia. Ha arrestato 44 persone «colte sul fatto», e avverte che potrebbero esserci molti altri «scavi illegali» lungo la frontiera con la Serbia, dove a centinaia sono accampati sotto ripari di fortuna nella speranza di raggiungere l’Europa.
I cunicoli, larghi appena il necessario per il passaggio di una persona, si snodano lungo decine di metri sottoterra per aggirare la doppia barriera metallica e di filo spinato fatta costruire dal premier ungherese Viktor Orban nel pieno della crisi migratoria del 2015 lungo la rotta balcanica. Così ha raccontato ieri Djerdjerli Guljas, capo di gabinetto del premier, cogliendo l’occasione dell’«eccezionale lavoro della polizia di frontiera», per lanciare l’allarme: «Nell’ultimo mese è notevolmente cresciuto il numero dei migranti che entrano illegalmente in Ungheria attraverso il confine meridionale con la Serbia».
Uno dei tunnel, lungo 34 metri, è stato individuato vicino al paese di Asotthalom, nel Sud, a pochi km dalla frontiera serba, l’altro - lungo 22 metri - nella contea di Bács-Kiskun, Csikéria. Secondo i dati del governo ungherese quest’anno 11.808 persone hanno tentato di entrare in Ungheria illegalmente, 2.418 nel mese di novembre. E sempre più migranti arrivano in Serbia: il loro tortuoso percorso passa attraverso Turchia, Grecia, Albania e Kosovo. Gulyas ha spiegato che ora stanno «usando nuove tecniche per cercare di sfondare la barriera di confine» e che i «due tunnel scoperti dalla polizia sono stati riempiti e sigillati». E ha aggiunto: «Un segnale chiaro dovrebbe essere inviato ai migranti che tentano di raggiungere l’Europa attraverso la rotta dei Balcani occidentali: saranno fermati al confine serbo-ungherese, la rotta è chiusa».
Il «no» all’Europa
Il messaggio del governo ungherese pare avere, ancora una volta, un doppio destinatario: i migranti, ma anche l’Europa. Un ennesimo avvertimento sulla posizione di Budapest: «L’Ungheria non può accettare una proposta contenente quote obbligatorie - ha detto Gulyas». Ancora giovedi Orban ripeteva quanto la « cristianità» fosse «in pericolo in Europa e nel mondo, ma i politici dell’Ue non sono capaci di difenderla». Naturalmente, per il leader magiaro «il pericolo principale è l’immigrazione di massa dei musulmani che poterebbe comportare anche un sopravvento dell’Islam».
Ieri la neo presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen sottolineava che sulla migrazione serve un «nuovo inizio» per superare lo stallo sulla riforma del trattato di Dublino, di cui tutti sono ormai «stanchi». Ma che i quattro di Visegrad possano venire esclusi da questo nuovo inizio pare fuori discussione: «L’unanimità, in un ambito così delicato, è l’unica strada da seguire».