Corriere della Sera, 30 novembre 2019
Erika De Nardo si è sposata
Non ha mai ceduto. Non ha mai rilasciato una intervista. Non ha mai commentato. Soprattutto, non ha mai smesso di fare il padre. E di preservare quell’unica figlia che aveva ucciso la madre e il fratellino assieme al fidanzato di allora. Era il 21 febbraio 2001: lo ricordiamo tutti come «il delitto di Novi Ligure». L’ingegner Francesco De Nardo, dirigente dell’azienda dolciaria Pernigotti, avrebbe potuto fare e dire molte cose. Ne ha scelta una: continuare a fare il padre. Ed è forse questo che ha salvato la figlia maggiore Erika, processata, condannata e incarcerata per il duplice omicidio di Susy Cassini, sua mamma, e Gianluca De Nardo, il fratellino undicenne, con novantasei coltellate.
La ragazza ha scontato la sua pena, è stata ospite della comunità Exodus di don Mazzi, in carcere si è diplomata e poi laureata in filosofia con 110 e lode. Ora si è sposata. «Ha una nuova vita. Ha maturato la giusta consapevolezza sulla tragedia, quella che permette di continuare a vivere. Il padre è stato molto importante in questo processo», ha raccontato al settimanale Oggi don Antonio Mazzi.
Erika aveva 16 anni quando uccise la madre e il fratello, con l’aiuto del fidanzato Omar Favaro, di un anno più grande.
La donna era appena tornata a casa con il bambino dopo gli allenamenti di basket. Litigarono per lo scarso rendimento scolastico dell’adolescente, lo scontro scatenò la furia della figlia. Susanna Cassini fu colpita quaranta volte, morì implorando Erika di risparmiare il fratello. Ma Gianluca aveva visto tutto e per lui non ci fu scampo. Fu ucciso con 57 coltellate. La donna venne trovata sul pavimento della cucina, il figlio nella vasca da bagno al piano di sopra.
Il 14 dicembre dello stesso anno Erika e Omar furono condannati in primo grado dal Tribunale per i Minorenni di Torino a 16 e 14 anni di reclusione. Le condanne furono poi confermate dalla Corte di Appello di Torino nel 2002 e in via definitiva dalla Cassazione nel 2003. Per effetto dell’indulto e dello sconto di pena per buona condotta, sono entrambi tornati liberi prima: a marzo del 2010, Omar; a dicembre 2011, Erika. Lui ha provato a rifarsi una vita in Toscana con una compagna. Erika si è sposata. Ed è vero: grazie al padre.