la Repubblica, 28 novembre 2019
Biografia di Jared Kushner
Jared Kushner è stato promosso. A dispetto del fiasco del suo piano di pace in Medio Oriente, dell’inquietante amicizia con il principe ereditario saudita, Mohammed Bin Salman, e degli eterni conflitti di interessi, al supergenero di Donald Trump è stato ora affidato il coordinamento dei lavori del Muro che dovrebbe sorgere tra il Messico e gli Stati Uniti. In pratica, è diventato il “project manager” della più controversa promessa elettorale di Trump e quella su cui fa affidamento per tornare alla Casa Bianca nel 2021.
Kushner, che ha 38 anni e da dieci è sposato con Ivanka, la biondissima primogenita di Trump, non si era quasi mai occupato di politica prima che il suocero si candidasse alla Casa Bianca. E comunque sembrava vicino al partito democratico, che aveva anche finanziato. Anche lui era un immobiliarista. Dopo gli studi ad Harvard, aveva sostituito il padre, finito in carcere per frode, alla guida della holding di famiglia. Comprando e ristrutturando grattacieli, aveva avuto un discreto successo, e si era anche occupato del settore editoriale comprando il New York Observer. Il patrimonio personale del “pallido principe”, come lo chiama Frank Bruni sul New York Times, è ora di circa 800 milioni di dollari.
Durante la campagna elettorale del 2016 Kushner ha guidato l’offensiva repubblicana sui social media e subito dopo la vittoria si è insediato nell’ufficio più vicino allo Studio Ovale. Come dire: un segnale, anche fisico, dello stretto rapporto con Trump. Il quale ha sempre avuto un rapporto privilegiato con il genero.
Con il titolo di “senior advisor” (consigliere anziano) del presidente, Kushner ha avuto mille incarichi, dal commercio estero all’innovazione tecnologica. Il più importante? Il dossier mediorientale. Ebreo ortodosso, è sempre stato molto vicino a Benjamin Netanyahu e al suo Likud. Ma ha anche sviluppato un rapporto stretto con il principe saudita Bin Salman, sul cui aiuto puntava per realizzare la pace in Medio Oriente.
Non ha funzionato. In Israele Netanyahu non è stato in grado di formare un nuovo governo e ora è sotto processo per corruzione. Sul versante saudita MbS (come viene chiamato il principe Bin Salman) è additato come il mandante dell’omicidio del giornalista Kashoggi e il responsabile degli eccidi in Yemen. Di pace, non si parla più.
E mentre in America c’è febbre di impeachment, Kushner ha trovato un modo per restare fuori dalle polemiche e dedicarsi al muro con il Messico. Anche qui la situazione non è brillante. In tre anni Trump non è riuscito a costruire più di 35 chilometri di barriere su 3000 chilometri di frontiera sud-occidentale, e rispetto ai 600 chilometri che la Casa Bianca ha detto di voler erigere prima della fine del 2020 (cioè prima delle presidenziali). Come dire: il progetto è fermo. Ogni due settimane Kushner convoca i dirigenti per aggirare gli ostacoli burocratici. Ma non è una impresa semplice: neanche per Super K (Kushner).