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 2019  novembre 28 Giovedì calendario

COS'È, A CHE SERVE E COSA CAMBIA NEL MES, IL FONDO SALVA-STATI CHE LA GERMANIA VOLEVA TRASFORMARE NEL MINISTERO DEL TESORO EUROPEO CHE AVREBBE CONTROLLATO I BILANCI DEGLI STATI MEMBRI. LE PROPOSTE DI SCHAEUBLE SONO STATE QUASI TUTTE CASSATE, MA IL PROBLEMA È QUELL'ALLEGATO NASCOSTO PER CALCOLARE SE I DEBITI PUBBLICI DEI PAESI UE POSSONO CONSIDERARSI SOSTENIBILI. SU CUI RISCHIA DI SALTARE LA MAGGIORANZA -

Lorenzo Salvia per “il Corriere della sera” 1Che cosa è il Mes? La sigla sta per Meccanismo europeo di stabilità. Si tratta di un' organizzazione intergovernativa della quale fanno parte i 19 Paesi della zona euro. Creato nel 2012 ha il compito di aiutare gli Stati membri che si trovano in gravi difficoltà finanziarie o ne sono minacciati.

2Da dove vengono i soldi per gli aiuti? I fondi vengono dagli stessi Stati del Mes, in maniera proporzionale al peso delle loro economie. Il capitale ammonta a 80 miliardi di euro. L' Italia ha contribuito con 14,3 miliardi, terzo posto dietro Germania e Francia. Emettendo titoli con la garanzia degli Stati membri, il Mes può raccogliere sui mercati fino a 700 miliardi.

3Ma perché adesso se ne parla? A giugno di quest' anno prima l' Eurogruppo, dove siedono i ministri dell' Economia della zona euro, e poi il vertice euro, dove siedono i capi di governo e il presidente della commissione Ue, ha varato una revisione delle regole del Mes. Per l' approvazione definitiva del testo manca però un' ultima riunione dei capi di governo, che si terrà a dicembre.

4 Cosa cambia con questa riforma? Per accedere agli aiuti, cioè a una linea di credito precauzionale, i Paesi più indebitati non dovranno firmare un accordo che indica le riforme da adottare. Basterà una semplice lettera di intenti. Ma solo per quei Paesi che rispettano i parametri di Maastricht, tra cui il tetto del 60% nel rapporto tra debito pubblico e Pil. Secondo una simulazione del think thank Bruegel, tra i 19 Paesi della zona euro ben 10, compresa l' Italia, non rispettano Maastricht. E quindi non avrebbero alcun vantaggio da questa misura.

5 Ci sono modifiche che riguardano le banche? Sì, è il meccanismo del backstop. Il Mes potrà contribuire con 55 miliardi di euro al Fondo di risoluzione unico, finanziato dalle banche della zona euro per aiutare gli istituti di credito in difficoltà. 

6 E la ristrutturazione del debito cosa c' entra? La riforma rende più semplice la ristrutturazione del debito pubblico, cioè una riduzione concordata del valore del prestito fatto allo Stato, per i Paesi che chiedono aiuto al Mes. Questa semplificazione, che prevede un solo voto dei creditori al posto delle procedure complesse previste oggi, scatterà nel 2022. È possibile che i creditori chiedano interessi più alti proprio a quei Paesi, come l' Italia, considerati meno solidi. Questo farebbe salire il costo del servizio del debito pubblico, rischiando di innescare una pericolosa spirale.



2 - L'ALLEGATO NASCOSTO PER CALCOLARE SE I DEBITI PUBBLICI DEI PAESI UE POSSONO CONSIDERARSI SOSTENIBILI Andrea Bassi per “il Messaggero”

Perché il Mes, il meccanismo salva stati, agiti i sonni è presto detto. Lo scopo del Fondo è quello di aiutare un Paese in caso di crisi, come era avvenuto con la Grecia. Per questo il Mes ha a disposizione una dote di 700 miliardi di euro. I Paesi del Nord, a partire da Olanda e Germania, si erano battuti per introdurre una condizione precisa in caso di richiesta di aiuto: una ristrutturazione quasi automatica del debito pubblico. Un taglio, per intendersi, al valore dei Btp in portafoglio. 

L'Italia è riuscita a far eliminare questi automatismi. Ma il rischio che rientrino dalla finestra è sempre alto. A sorpresa, per esempio, nel resoconto finale dell'Eurogruppo del 7 novembre, stilato soltanto il 20 novembre e messo in rete ieri, è spuntato un «working document», un documento di lavoro, per introdurre una metodologia comune per calcolare la sostenibilità dei debiti pubblici dei Paesi e la loro capacità di rimborsare i prestiti. I contenuti di questo documento non sono ancora noti ma, secondo alcuni osservatori, il rischio è che rientri dalla finestra ciò che era uscito dalla porta. 

Se si stabiliscono dei criteri rigidi per valutare se un debito pubblico è sostenibile, i mercati faranno in fretta a fare i calcoli. Un meccanismo, insomma, da maneggiare con cura. Ieri Roberto Gualtieri si è battuto come un leone per difendere il compromesso raggiunto in Europa sulla riforma del Mes. Il ministro del Tesoro italiano ha soprattutto minimizzato le modifiche concordate il 13 giugno scorso dall'Eurogruppo e adottate il 21 giugno dai Capi di Stato dei Paesi membri. 

Modifiche «marginali» secondo Gualtieri. Ma davvero la riforma del meccanismo salva Stati con cambia nulla? In realtà le modifiche decise, non sono completamente neutrali. Il fondo salva Stati garantisce già di per se una posizione di maggior forza all'asse Parigi-Berlino. Non tutti Paesi all'interno del Mes sono uguali. 

LE DECISIONI Le decisioni più importanti, ha ricordato ieri Gualtieri, come la decisione di intervenire a sostegno di un Paese, devono essere prese all'unanimità. Ma perché una decisione possa essere presa è necessario che siano presenti i due terzi dei Paesi e che questi rappresentino almeno i due terzi dei diritti di voto. Nel Mes, però, si vota non per testa, ma per quanti soldi si versano nel capitale. Le Germania vale il 27%, la Francia il 20% e l'Italia il 17%. Alla Germania basterebbe aggregare un piccolo Paese per far mancare i quorum. 

Germania e Francia hanno poi un potere di veto sulle più importanti nomine, come quella del presidente dei governatori, l'organo principe che prende le decisioni, e sul direttore generale, l'organo tecnico più importante che, non a caso, oggi è un tedesco, Klaus Regling. In questo caso il quorum per le decisioni è l'80%. Tutto questo non è stato modificato. Ma questo potere sbilanciato verso Francia e Germania rischia di pesare, in futuro, sulle decisioni importanti che dovranno essere prese in caso di crisi. La più delicata riguarda proprio la possibilità di una ristrutturazione del debito pubblico. 

È vero, come sostiene il ministro Gualtieri e come ha spiegato al Messaggero l'ex ministro Giovanni Tria (che con l'Europa aveva trattato sugli emendamenti), che i maggiori pericoli per Roma, come i meccanismi automatici di ristrutturazione del debito che la Germania e l'Olanda avrebbero voluto introdurre, sono stati evitati. Ma, come visto, il rischio che rientrino dalla finestra è sempre presente. Gualtieri nel suo intervento in Senato, ha ricordato che l'allora ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Shauble, voleva che il Mes diventasse il ministero delle finanze europeo e facesse politica economica. 

Questo rischio è stato sventato, ha spiegato, rimarcando il primato della Commissione europea sul meccanismo salva stati. Ma diversi aspetti della visione di Schauble, sono comunque rimasti. L'intervento precauzionale del Mes, quello che potrebbe essere attuato all'inizio di una crisi, prima che il Paese abbia guai più seri, è stato legato al rispetto di alcuni parametri, tra cui il rispetto del rapporto tra debito e Pil al 60% o la sua riduzione di un ventesimo l'anno. 

Al Fondo salva stati, come detto, è stata data la possibilità di fare valutazioni preventive sulla sostenibilità del debito. Gualtieri ieri ha voluto ribadire con forza che l'Italia non ha nessun bisogno dell'aiuto del Mes. Probabilmente ha ragione. Ma semmai dovesse accadere il contrario l'intervento non sarebbe indolore.