Corriere della Sera, 27 novembre 2019
La falsa leggenda del Quirinale bolscevico
Caro Aldo,
tutti gli esponenti dell’attuale governo hanno dichiarato, chi prima chi poi, che non si può andare alle elezioni «se no regaleremmo il governo e il prossimo presidente della Repubblica a Salvini». Sono dichiarazioni, passate come «ovvietà» che rappresentano per me un attentato alla democrazia. I dichiaranti sottintendono che il centrodestra è oggi maggioranza nel Paese e che vincerebbe le prossime elezioni. Implicitamente ammettono di partecipare a un governo contro natura e senza un programma condiviso, solo per un cavillo legale. Ammettono esplicitamente l’obiettivo di nominare un capo dello Stato loro amico (invece il centrodestra nominerebbe come minimo un farabutto), svilendo così il valore di tale carica che, per principio, è super partes e rappresenta tutti gli italiani, non solo quelli che lo hanno votato.
Luigi Santi, Milano
Ho 88 anni. Davanti a me sono passate la guerra e la ricostruzione. È finita la monarchia e, pur avendo io 15 anni, ho plaudito alla repubblica. Ho seguito tutte le elezioni dei presidenti, riconoscendo in tutti dignità e amore per la nazione. In alcuni, qualche pecca. Ora le chiedo: perché la sinistra teme che il presidente che si eleggerà nel 2022, venga nominato da altro schieramento politico, pur rimanendo invariata la rappresentanza di tutto il popolo italiano, con imparzialità?
Giovanni Lenzini, Roma
Cari lettori,
ovviamente non ci sarebbe nulla di male se un domani il capo dello Stato venisse eletto da una maggioranza di centrodestra. Tuttavia bisognerebbe sfatare la leggenda nera – o rossa – secondo cui il Quirinale in questi decenni sarebbe stato saldamente in mano ai bolscevichi. Oscar Luigi Scalfaro era un democristiano di destra (sia pure antiberlusconiano), Carlo Azeglio Ciampi l’ex governatore della Banca d’Italia, Sergio Mattarella un altro democristiano. L’unico a venire dalla tradizione comunista è Giorgio Napolitano, che in ogni caso era sempre stato il più «atlantico» e filoeuropeo dei suoi. Ricordo inoltre che Ciampi fu eletto e Napolitano rieletto con i voti di Berlusconi. Ora Salvini fa sapere di essere pronto a votare Mario Draghi. Vedremo se è solo tattica.