Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  novembre 27 Mercoledì calendario

RETROSCENA A CINQUESTELLE - BEPPE GRILLO È STATO COSTRETTO A INTERVENIRE PERCHÉ LA SCORSA SETTIMANA STAVA PER SALTARE TUTTO: IL MOVIMENTO, IL GOVERNO E FORSE ANCHE LA LEGISLATURA - POCHI GIORNI PRIMA CHE "L'ELEVATO" ARRIVASSE A ROMA, SI ERA TENUTO UN PROCESSO POLITICO IN CUI FRACCARO E BONAFEDE HANNO ADDITATO DI MAIO PER AVER ACCUMULATO TROPPI ERRORI E INCARICHI - ECCO COME E' ANDATA... -

Beppe Grillo è stato costretto a intervenire, perché la scorsa settimana stava per saltare tutto: il Movimento, il governo e forse anche la legislatura. Pochi giorni prima che il fondatore di M5S arrivasse a Roma, infatti, si era tenuto un incontro durante il quale il sottosegretario alla presidenza Fraccaro e il Guardasigilli Bonafede avevano apertamente puntato l' indice contro Di Maio, additato per aver accumulato troppi errori e troppi incarichi.

Al termine di un autentico processo politico, imbastito alla presenza dei maggiorenti grillini - dal ministro Spadafora, alla Taverna, a Di Battista - Di Maio aveva rinfacciato ai suoi accusatori di averlo offeso personalmente, con toni violenti ed espressioni ritenute ingiuriose: di fatto, sciolta la riunione, la delegazione 5 Stelle al governo non esisteva più. Così, per quanto possa apparire paradossale, l'uomo del «vaffa» ha dovuto interpretare il ruolo dello «stabilizzatore», si è assunto cioè l' onere di placare gli animi nel Movimento e di tranquillizzare - incredibile ma vero - Zingaretti, prima di adottare in pubblico le parole che i dorotei usavano solo nei colloqui riservati: «Non rompete più i c...».

Ma Grillo è consapevole che il cessate il fuoco avrà una durata limitata, perché a dividere M5S è un problema culturale che non potrà essere sempre risolto utilizzando categorie pre-politiche: il suo «volemose bene» basterà per un po' a sedare le tensioni, non a cancellarle.

E sarebbe un errore derubricare le divergenze a questioni di governo e di potere, con il blocco «contista» da una parte e la fronda «anti-contiana» dall' altra. Anche se è talmente sensibile la materia, da aver imposto ieri al portavoce del premier di smentire manovre di Conte contro il leader dei grillini. Per quanto il Pd tifi per questa soluzione, e lo sussurri pure.

Se regge l'equilibrio, è perché (per ora) nel Movimento Di Maio non ha alternative, e anche perché (per ora) Di Maio non vede alternative. Tuttavia è evidente quale sarebbe la sua linea: basta mettere in sequenza la sparata contro il Mes, l' affondo contro Renzi sui fondi alla politica e il pressing per approvare la prescrizione. «Cerca pretesti», secondo i democratici. O, per dirla con il vicesegretario pd Orlando, perché «non ha più niente da perdere».

Insomma, il cuore porterebbe Di Maio da un' altra parte, al punto che la Meloni si è stufata dell' andazzo e l' ha messo in piazza: «Salvini dica chiaramente "mai con i grillini"». E Salvini candidamente ha risposto: «Mai con i grillini alleati del Pd». «Qualcosa è rimasto tra Luigi e Matteo», ammette un autorevole esponente 5 Stelle, e non è solo la chat di Whatsapp rimasta aperta. Stretto nella morsa del bipolarismo, Di Maio prova a resistere evocando la «terza via». Ma in prospettiva M5S sembra la Polonia del '39, vittima predestinata delle mire di Pd e Lega che vorrebbero spartirsi ciò che resta del Movimento: nei suoi sondaggi riservati non va oltre il 10%.

In questa situazione, regola politica vorrebbe che i grillini si aggrappassero al governo come roccaforte. Però siccome coi cinquestelle le regole della politica non valgono, proprio tra i cinquestelle c' è chi teorizza che l' esecutivo «potrà arrivare fino a primavera». Le urne sarebbero il regalo più bello per Salvini, che non può certo stare tre anni ad aspettarle senza correre il rischio di logorarsi. E nel Pd monta il pessimismo: d' altronde fino a quando Conte potrà resistere a Palazzo Chigi, nascondendosi dietro le emergenze? Perché con l' emergenza ligure è riuscito a distogliere l' attenzione dall' emergenza Venezia, che aveva distolto l' attenzione dall' emergenza Alitalia, che aveva distolto l' attenzione dall' emergenza Ilva... Che travaglio.

E mettere anche l' emergenza Conte sulle spalle di Grillo sarebbe eccessivo: il fondatore di M5S può limitarsi a un appello, non può curarsi dei dettagli politici quotidiani. E il diavolo si annida lì. Ma non tutto è perduto, anzi per il ministro Speranza c' è speranza, e le Sardine starebbero dando un grande contributo, siccome «in quelle piazze c' è anche gente grillina, che spinge a un' intesa tra le forze democratiche». Così il Movimento verrebbe sospinto da un altro movimento. Forse.