Il Messaggero, 27 novembre 2019
La bad company della Lega
Sotto l’albero di Natale Matteo Salvini si regala il restyling della Lega e una sede del Carroccio a Roma. Ma anche meno dirigenti nell’organigramma. E, soprattutto, la vecchia Lega Nord viene trasformata di fatto in una bad company (cui restano in carico i famosi 49 milioni di rimborsi elettorali illecitamente presi...), affidata non più al segretario ma a un commissario liquidatore vero e proprio.
Il Federale di lunedì scorso ha convocato il congresso leghista, quello della Lega Nord, per il 21 dicembre. Salvini chiede di modificare le regole, guardando al futuro. «Siamo nel 2019, il fatto che la Lega sia ormai un movimento nazionale mi sembra chiaro ed evidente», ha detto ieri alla Camera. È un momento di transizione tra la tradizionale Lega padana e il movimento che ha in mente Salvini. Ma quello del 21 non sarà il congresso che chiuderà l’esperienza con la vecchia Lega Nord, quella fondata da Umberto Bossi, presente anche lui al Federale di lunedì, nonostante sia ancora convalescente. «Non ci sarà alcun commissariamento del vecchio partito», assicura una fonte vicina al segretario. Ma di cambiamenti ce ne saranno.
Certo è che le modifiche allo statuto punteranno a snellire l’ormai vecchia Lega Nord. Non ci saranno più i responsabili centrali della organizzazione. Il lavoro delle tessere e l’organizzazione, confluiscono in Lega per Salvini premier, il nuovo partito nato a dicembre del 2017. Il simbolo e il nome non si toccano, almeno per ora. Salvini conferma i suoi due vice, l’ex ministro Lorenzo Fontana e Andrea Crippa, già capo dei giovani della Lega, sui quali la fiducia è confermata. Delegato a lavorare sugli statuti è Roberto Calderoli, il vicepresidente del Senato, che ha già firmato l’operazione che ha portato alla nascita della Lega per Salvini premier due anni fa.