ItaliaOggi, 26 novembre 2019
C’è la broncopneumopatia cronica
Si chiama broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) la patologia poco conosciuta che devasta i polmoni dei fumatori, accorciandone la speranza di vita di circa il 30%. Due terzi dei pazienti non sanno che le proprie difficoltà respiratorie e la loro tosse grassa sono correlate a questa grave patologia, mentre conoscono il rischio del cancro. I fumatori affetti da questi sintomi non devono esitare a consultare il proprio medico e a fare esami.In Francia sono 3,5 milioni di persone a soffrirne. Oggi 120 mila persone vivono grazie ad un’assistenza respiratoria a causa della Bpco. «È una malattia infiammatoria dei bronchi, un po’ come l’asma, con la differenza che nel caso della Bpco è irreversibile, ha detto a Le Figaro, Frédéric Le Guillou, pneumologo e presidente dell’associazione Santé Respiratoire France. Per difendere l’organismo dall’aggressione provocata dal tabacco, il sistema immunitario si attiva, scatenando l’infiammazione. A questo segue l’ispessimento delle pareti dei bronchi e una sovraproduzione di muco. Con queste vie aeree congestionate e ridotte, l’aria ha tanti problemi a entrare nei polmoni e a uscire. È per questo che le persone tossiscono, espettorano e sono in affanno, ha aggiunto Le Guillou.
La Bpco si manifesta anche attraverso la distruzione degli alveoli polmonari, indispensabili per il passaggio dell’ossigeno nel sangue.
La malattia può colpire anche i giovanissimi. Ad esempio, una ragazza di 24 anni, fumatrice da quando ne aveva 14, ha scoperto adesso di essersi ammalatata di Bpco da quando aveva 17 anni. A rivelarlo sono stati alcuni accertamenti medici, ma lei si era accorta che qualcosa non andava dal momento che le veniva sempre l’affanno quando saliva le scale oppure si rifaceva il letto. Un fenomeno che è andato crescendo con gli anni. Questo è comunque un caso eccezionale perchè in genere questa malattia colpisce uomini e donne dai quaranta anni in su che fumano un pacchetto di sigarette al giorno da oltre vent’anni.
Ogni anno il 21 novembre si tiene una giornata mondiale per sensibilizzare su questa malattia. Può ammalarsi anche chi è esposto professionalmente a respirare polveri, gas e fumi. Ma la causa numero uno è senz’altro il tabacco. Secondo le stime il fumo è all’origine di 8-9 casi di Bpco su 10, secondo quanto ha riportato Le Figaro. Più sigarette fuma una persona e più il rischio è importante, ha detto a Le Figaro Bruno Stach, prenumologo, e presidente dell’associazione degli apparecchi per la respirazione. Questo riguarda il 35%-40% dei fumatori.
Dunque, un fumatore che comincia a sentire l’affanno è bene che ne parli con il proprio medico curante. Comunque, sono molte le persone che non osano parlare di questi sintomi con il proprio medico perchè temono una cattiva notizia oppure hanno il timore di sentirsi vietare il fumo. Per questo, finora, si arriva a scoprire la Bpco a uno stadio tardivo mentre è fondamentale individuarla al più presto perchè questo permette di conservare una migliore qualità della vita. Smettere di fumare immediatamente e i trattamenti permettono generalmente di stabilizzare la patologia.
Lasciare avanzare la Bpco è esporsi al rischio di complicazioni, di infezioni supplementari e di scompensi respiratori. Finora la malattia è stata diagnosticata soltanto in un terzo dei malati, dal momento che è quasi sconosciuta, anche se uccide all’incirca 17 mila francesi l’anno.