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 2019  novembre 26 Martedì calendario

Paga oraria minima a 12 euro, in Germania è attualmente a 9,19 euro ma chiedono l’aumento

Poveri tedeschi, guadagnano poco, almeno così sostengono le statistiche. Solo la Lettonia sembra stare peggio: il 25% lavora per un salario basso. Segue la Germania con il 22,5%. Al terzo posto, a un’incollatura, troviamo la Gran Bretagna con il 21,5%, seguita dall’Olanda con il 18,5%. Tutte e quattro sopra la media dell’Unione europea, al 17,2%. E l’Italia? A sorpresa, ci piazziamo tra i «buoni», quasi in coda con il 9,4%. Neanche uno su dieci in Italia avrebbe ragione da lamentarsi. E in questa classifica, in coda o in testa, si piazza la Svezia con appena il 2,5% di sottopagati. Già a prima vista, si dovrebbe avere il sospetto che qualcosa non quadra.Non si tiene conto, evidentemente, di quanti lavorano in nero, che in Italia dovrebbero essere di più che a casa di Frau Angela. Un pregiudizio? Temo di no, anche se la situazione è complessa, e piena di contraddizioni. In Germania, i minijobs sono una sorta di nero legalizzato. Si lavora per un massimo di 450 euro al mese, e il datore paga i contributi a forfait, mentre il lavoratore incassa al netto, senza pagare neppure le tasse. I minijobs sono in gran parte secondi lavori, o un modo di arrotondare per i pensionati, ma finiscono nelle statistiche dei sottopagati. Qualcuno, è ovvio, ne abusa, e invece di assumere un dipendente in regola, preferisce avvalersi di due o tre a 450 euro, ma non è una pratica molto diffusa, almeno assicurano all’Arbeitsamt, l’ufficio del lavoro.
Seconda osservazione: la paga minima è a livelli diversi da paese a paese. Si calcola sui due terzi della media nazionale. La Frankfurter Allgemeine am Sonntag, il domenicale della Faz, ha citato il caso del dipendente di un’agenzia di sorveglianza che, con moglie e due figli, a fine mese arriva a 1.850 euro, lavorando sulla base di una paga oraria di 10,20 euro. Poco, senza dubbio, ma siamo al livello di molti impiegati statali italiani. L’Inps calcola come persone a alto reddito chi è al di sopra dei 30 mila euro lordi, in base ad aliquote che risalgono al 1992, ma al netto non sono affatto sufficienti per una famiglia.
I lavoratori a basso reddito, tuttavia, come ha scritto il settimanale, in Germania continuano ad aumentare: secondo il Diw, l’istituto di ricerca economica, sono 7 milioni e 900 mila, ben 2 milioni e 900 mila in più rispetto al 1995, e questo nonostante vent’anni fa il paese attraversasse un momento difficile dopo la riunificazione. I sottopagati si trovano soprattutto nei servizi, o in gastronomia e negli alberghi. È un punto debole dell’economia tedesca: un esempio per tutti, forse in nessuna delle oltre 40 mila stazioni di servizio si trova un addetto, e gli automobilisti devono ricorrere al self service. Impossibile essere aiutati a controllare l’olio o la pressione delle gomme.
I verdi e i socialdemocratici chiedono come rimedio che venga aumentata la paga oraria minima. Nel 2013, venne approvata dalla Große Koalition dopo una lotta durata settimane tra Cdu-Csu e l’Spd. I cristianodemocratici di Frau Merkel temevano che andassero perduti milioni di posti di lavoro, ma alla fine prevalsero i socialdemocratici: il minimo orario fu posto a 8,50 euro, oggi portati con burocratica precisione a 9,19.
La riforma non ha avuto le conseguenze disastrose temute, e oggi si chiede un drastico aumento del 30%, a 12 euro orari. I minijobs balzerebbero a circa 500 euro. E secondo i calcoli non basterebbe: solo guadagnando almeno 12,63 euro all’ora, e non part-time, dopo 45 anni si avrebbe diritto a una pensione di poco superiore al minimo vitale.