ItaliaOggi, 26 novembre 2019
Tutta la vita è un labirinto
Una volta che avevo deciso di pentirmi dei miei peccati mi incamminai verso Santiago di Compostela. Una canicola inesorabile mi cuoceva la pelle e ben presto una barba truce e puzzolente mi penzolava sul petto. Chiese di pietra rosa luccicavano in distanza oltre i gialli campi di granturco e il muggito delle campane accendeva dentro di me canzoni discordi. Vedevo contadini intenti a lavorare la terra, e case dietro alle pergole, e al di là delle colline serpenti di metallo fatti di macchine che si contorcevano lentamente, e oltre i monti città come formicai, e grattacieli alti come bestemmie, e persone che facevano l’amore e altre che si azzuffavano, e oltre i mari e i deserti vidi esplosioni che si accendevano in cielo come fuochi d’artificio di mille colori e distruggevano tutto. E più camminavo più la strada si allungava, finché mi parve di ritornare sempre sui miei passi. E allora compresi che a Santiago non ci sarei arrivato mai perché la mia strada era un labirinto, splendido, tremendo, aggrovigliato e misterioso come quello che c’è sotto l’incrocio delle navate nella cattedrale di Chartres. E vidi che la tutta mia vita era un labirinto, e che non ce ne sarei uscito mai, e che non potevo farci niente, e che mi piaceva così.