il Giornale, 26 novembre 2019
Svelata nel cervello la saggezza degli anziani
La saggezza non è solo un ideale. Non è solo esperienza. È qualcosa che sta nel nostro cervello. Se c’è qualcuno, come il famoso comico italiano, che pensa di togliere agli anziani il diritto di voto dovrebbe fidarsi di più della scienza. La mente dei vecchi non è affatto da buttare.
Il motivo è semplice. Esiste una zona del nostro cervello legato all’età. Più aumenta l’età, più grande diventa questa zona del cervello. I dettagli sono protetti dal segreto scientifico, essendo enormi le conseguenze economiche che ne possono venir fuori.
Il cervello umano nasconde ancora molti misteri, ma tanti aspetti sono stati rivelati e altri vengono fuori anno dopo anno. È necessario forse dire due parole su come mai questi studi non sono stati fatti, partendo con Galilei, nel corso dei quattro secoli trascorsi. Dall’alba della Civiltà fino a metà del secolo Ventesimo nessuno era mai riuscito a studiare il nostro cervello. Il motivo è semplice. Per studiarlo era necessario toccarlo e questo voleva dire uccidere una persona. L’unico modo per studiare le strutture del cervello erano le malattie e gli incidenti. Nessuno aveva saputo inventare una tecnologia in grado di studiare il cervello senza toccarlo. Questa tecnologia venne inventata a metà del ventesimo secolo. Il suo nome era Nuclear Magnetic Resonance (NMR); grazie a NMR bastava (e basta) mettere la testa dentro un magnete e misurare gli effetti prodotti facendo oscillare i protoni presenti nelle diverse zone del cervello. A questa invenzione si arriva grazie alla complessa serie di scoperte, la cui sintesi ha permesso di capire le proprietà dello Spazio-Tempo. Adesso il suo nome non è più NMR bensì RI (Resonance Imaging); è stato necessario togliere Nucleare in quanto i volontari in USA erano spariti per via della demonizzazione del Nucleare.
È fuori discussione che nel nostro cervello ci sono zone totalmente diverse, ciascuna di fondamentale importanza per farci capire una certa cosa.
Una persona può non avere una zona del cervello e averne tante altre. È facile scoprire se non c’è ad esempio la zona del cervello che ci fa capire la Musica. Enrico Fermi pur essendo un grande scienziato sarebbe stato incapace di usare il pianoforte per una strimpellata di qualche semplice canzonetta. Nel suo cervello la zona in cui si elabora la Musica non era piccola, piccolissima, ma esattamente zero. E infatti per Fermi la Musica era solo rumore privo di qualsiasi possibilità di comprensione. La zona del cervello di Fermi in cui si elabora la Scienza doveva essere enorme. Ci sono persone per le quali la Scienza è troppo difficile per essere capita. Nel cervello di queste persone la zona del cervello dedita alla Scienza è inesistente. Ci sono persone per le quali gli Assiomi di Euclide e le regole che portano ai numerosi Teoremi della Geometria Euclidea sono ammassi di parole senza senso; qualcosa come è il rumore della Musica per Fermi.
Ci sono quindi cervelli diversi grazie ai quali è possibile studiare cose diverse. Domanda: ma c’è qualche zona del cervello umano che privilegia l’età? La risposta è positiva. I dettagli sono segreto scientifico.
Gli anziani hanno sui giovani un privilegio. Questo privilegio è legato alla proprietà nota col nome di età. Come detto prima ci sono laboratori in cui si studia se esiste una zona del nostro cervello legata all’età. La zona del cervello che dipende dall’età aumenta di volume con l’aumentare dell’età ed è interamente legata allo studio delle strutture logiche complesse che appartengono a temi e problemi ben noti. Chi scrive ha dimostrato che tutte le grandi scoperte scientifiche sono venute senza che qualcuno le avesse saputo prevedere. Tutto ciò che viene fatto dopo che qualcuno scopre qualcosa è sempre uno studio delle strutture logiche legate alla scoperta. Queste strutture hanno bisogno dell’età ed è così che si possono aprire orizzonti nuovi nella Logica che regge la Realtà di cui siamo fatti e nella quale viviamo in quanto entra in gioco la Complessità.
La Complessità può riguardare la Musica, la Fisica, la Matematica e le altre attività. Per tutte queste attività entra in gioco l’anzianità. Più tempo passa più la zona si estende. Chiudiamo citando due esempi (ce ne sono migliaia e migliaia) in cui NMR è stato di grande valore per risolvere problemi di medicina altrimenti impossibili da affrontare.
Ecco il primo. Due persone avevano perduto la capacità di scrivere correttamente i verbi, restando invece perfettamente idonei nella loro capacità di scrivere i nomi. Una analisi di Risonanza Magnetica Nucleare (NMR) ha permesso di stabilire che, in entrambi i casi, la stessa regione nel lobo frontale sinistro del cervello non era più irrorata di sangue. Sottoposti a un trattamento in grado di ristabilire nella corretta zona cerebrale la giusta circolazione sanguigna, i due pazienti hanno riacquistato le facoltà cerebrali perdute.
Il secondo riguarda un paziente che si è presentato al Centro John Hopkins dell’Università del Maryland in quanto aveva grosse difficoltà nel gioco delle parole incrociate. Non riusciva più a scrivere correttamente le parole commettendo errori di ortografia. Nessuna difficoltà invece per coniugare i verbi. L’analisi con NMR ha permesso di scoprire la zona del cervello in cui c’era poca irrigazione sanguigna. Questo ha permesso di stabilire che coniugare i verbi e commettere errori d’ortografia sono funzioni cerebrali distinte e, adesso, ben localizzate. Il problema è stato risolto irrorando quelle zone.
Se la tecnologia NMR fosse stata inventata un secolo fa, sapremmo del nostro cervello quello che i nostri posteri sapranno fra cent’anni.