DAGONEWS, 25 novembre 2019
In Leonardo-Finmeccanica si sente profumo di scadenza delle cariche (primavera 2020) e Profumo avrebbe chiesto a una banca d'affari quanto sarebbe valutata la DRS, l'azienda americana specializzata in produzione di tecnologie per la difesa, comprata nel 2008 da Guarguaglini per oltre 5 miliardi di dollari
In Leonardo-Finmeccanica si sente profumo di scadenza delle cariche (primavera 2020) e Profumo avrebbe chiesto a una banca d'affari quanto sarebbe valutata la DRS, l'azienda americana specializzata in produzione di tecnologie per la difesa, comprata nel 2008 da Guarguaglini per oltre 5 miliardi di dollari.
Si tratta di un'azienda molto ''sensibile'' per gli Stati Uniti, tanto che nell'accordo di acquisto fu stipulato un proxy agreement: la controllante italiana non può mettere becco nella gestione, può solo incassare i dividendi. Manager, indirizzo e staff sarebbero rimasti al 100% americani, e lo sono tuttora. Già Mauro Moretti nel 2015 mise in vendita le quote di DRS, per poi fare un passo indietro quando i conti migliorarono, fu riorganizzata la dirigenza e soprattutto ci fu la moral suasion del governo Obama che non voleva un altro cambio di mano.
Profumo quindi torna su un tema che sembrava tabù, ma d'altronde non ha molte frecce al suo arco: cerca di fare cassa come può, così da presentare almeno dei conti in miglioramento visto che il titolo, dagli oltre 15 euro che valeva quando è stato nominato ad, da due anni non si schioda dalla soglia dei 10-11 euro. Gentiloni, che rimane il suo (unico?) supporter nel Pd, e che spinge su Zingaretti per il rinnovo, gli ha chiesto di portare qualche risultato che lo giustifichi.
Non a caso Profumo si è messo totalmente in scia di Gianni De Gennaro, il presidente che invece avrebbe il rinnovo già in tasca, facendo fuori il team che aveva nominato in azienda e sostituendolo con dirigenti vicini all'ex capo della Polizia. Basterà? Ah, saperlo…