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 2019  novembre 25 Lunedì calendario

La stanza d’albergo rende di più a Roma, Venezia e Milano

Camere di hotel di lusso in città e alberghi a conduzione famigliare, resort cinque stelle nelle location di vacanza e piccole strutture di charme. Il territorio italiano è costellato da un’offerta estremamente variegata nel segmento dell’ospitalità. Settore che oggi attira ingenti investimenti dall’estero.
Secondo un report realizzato da World Capital insieme a Nomisma, e che Il Sole24Ore è in grado di anticipare, l’analisi delle presenze sul territorio nazionale permette di verificare che gli esercizi alberghieri sono le strutture che i turisti prediligono, rispetto a quelle extralberghiere. Anche se è quest’ultima l’offerta preponderante: nel 2018 erano bene 183.097 le strutture extralberghiere contro i 32.896 alberghi di tutte le categorie aperti in Italia.
Nonostante l’attenzione dei grandi investitori e dei gestori alberghieri sia concentrata sul segmento alto del mercato (quattro e cinque stelle), a fare la parte del leone sono le strutture a tre stelle, che rappresentano quasi la metà del totale degli esercizi. «Il settore delle strutture di lusso (cinque stelle e cinque stelle lusso) è, invece, il meno sviluppato, e costituisce solo il 2% del totale, con un trend in leggera crescita tra il 2014 e il 2018», recita il report. Qui però si concentra buona parte del valore a livello immobiliare e soprattutto l’interesse dei soggetti internazionali.
Le due maggiori operazioni realizzate quest’anno hanno riguardato portafogli già costituiti di alberghi di alto livello. In primis l’acquisizione del brand Belmond da parte del colosso del lusso francese Lvmh, ma anche il deal definito da Oaktree sulle strutture di Italian hospitality collection. Due operazioni che hanno concentrato una grossa fetta del volume complessivo degli investimenti realizzato da inizio 2019 a oggi.
Altre operazioni sono in via di definizione, come la vendita degli ex hotel Boscolo, oggi raggruppati sotto il brand The Dedica Anthology, che il proprietario Varde starebbe vendendo a Covivio. Secondo le ultime indiscezioni il deal sarebbe vicino alla chiusura. Si tratta di un’operazione del controvalore di 600 milioni di euro, che darebbe un contributo rilevante ai volumi di investimento dell’intero anno. Secondo le previsioni delle maggiori società di consulenza il 2019 dovrebbe registrare volumi di tre miliardi di euro (2,5 miliardi di euro i volumi dei primi nove mesi secondo i dati resi noti dalla società di consulenza EY).
Nel panorama italiano, sempre secondo lo studio, Venezia è la città leader in termini di Adr (Average daily rate, la tariffa netta media giornaliera incassata per le camere) e RevPar (Revenue per available room, il fatturato generato per camera disponibile), con valori registrati nel primo semestre 2019 uguali a, rispettivamente, 235 euro e 164 euro. Valori che sono saliti rispettivamente del 34% e del 39% nei 12 mesi terminati alla fine del primo semestre 2019. Seguono Roma e Milano. È invece Firenze la città che guida la classifica in termini di occupazione con un valore pari al 74,2%, seguita da Milano e da Venezia.
A livello regionale la Liguria si è classificata al primo posto per occupazione nella prima metà del 2019, con una variazione rispetto all’anno precedente del -0,7%. L’unica regione ad aver registrato una variazione percentuale superiore al 5%, in termini di occupazione, è il Piemonte (+5,6%).
Dai dati di Confindustra alberghi si evince una differenza sostanziale tra hotel 4 e 5 stelle. Per esempio a Milano si registra un Adr di 139 euro circa in una struttura a quattro stelle e di 310 euro per le cinque stelle (56,2% in più). «Come per le strutture a quattro stelle, anche nel caso di quelle classificate a cinque stelle, Venezia risulta essere la città trainante, sia a livello di Adr che di RevPar» recita il report.
Il costo a camera per i cinque stelle raggiunge picchi di 990 euro a Capri, la più cara, e di 930 euro a Venezia, a Portofino si arriva a oltre 700 euro e 670 euro a Milano. Per quanto riguarda l’occupancy invece, i valori registrati a Venezia sono simili a quelli di Milano e Firenze.
Per concludere, recita il report, le strutture hospitality di fascia bassa (esercizi che presentano soltanto una o due stelle) rappresentano il 25% del totale, valore di poco superiore rispetto al 18% indicativo degli hotel a quattro stelle.