Corriere della Sera, 25 novembre 2019
Emilia-Romagna, i tre Movimenti
L’appuntamento è per stasera in un hotel di Bologna. Lì le tre (forse anche quattro) anime dei Cinque Stelle in Emilia-Romagna si riuniranno per incontrare Luigi Di Maio e per capire quale strada il Movimento ha intenzione di imboccare in vista delle Regionali. Correre da soli o allearsi con il Pd? Questo è il dubbio, ma c’è anche chi rimpiange la mancata «desistenza» (e chi nelle chat ammicca al centrodestra). A spingere per ritirarsi dalla corsa sono stati due degli uomini chiave del Movimento nella regione, Max Bugani e Marco Piazza, entrambi consiglieri comunali a Bologna. Bugani è uno dei soci di Rousseau e capo staff di Virginia Raggi al Campidoglio, Piazza si occupa della funzione sharing della piattaforma. «Una scelta saggia», hanno ripetuto ai colleghi. Una scelta bocciata da Rousseau.
Il voto sulla piattaforma, però, ha smosso anche equilibri (a livello locale) che sembravano cristallizzati. La maggior parte degli attivisti è schierata per sfidare i partiti in solitaria, ma non tutti la pensano così. La vicepresidente della Camera, Maria Edera Spadoni, guida la schiera del «M5S solo». Con lei anche l’ex sottosegretario Michele Dell’Orco e i pentastellati dello staff della comunicazione come Matteo Incerti o Nik il nero. Con loro c’era anche la consigliera uscente Silvia Piccinini, che ora però non disprezzerebbe un accordo con i dem. A favore della coalizione con il Pd ci sono sempre stati i consiglieri regionali Andrea Bertani e Raffaella Sensoli. Proprio quest’ultima è tornata all’attacco, raccogliendo la mozione già proposta da Roberta Lombardi: «Credo che sarebbe necessario consultare di nuovo la base su Rousseau per valutare l’alleanza con il centrosinistra», ha detto al Corriere di Bologna. «Testare l’alleanza sulla piattaforma? Qualsiasi risultato farebbe scoppiare il Vietnam qui a livello locale», dice un Cinque Stelle. A Di Maio toccherà il compito di una sintesi difficile.
Per i vertici, però, il percorso pare segnato. Anche Beppe Grillo concorda che sia impossibile un nuovo passaggio su Rousseau. «Ormai abbiamo già votato», si sono detti il garante e il capo politico. Le diverse posizioni interne al Movimento sono considerate alla stregua di opinioni legittime, ma alcune difficilmente praticabili perché – viene fatto notare – non esiste uno statuto che permetta al Movimento di stringere un’alleanza e sostenere il candidato di un altro partito. «È impossibile», viene ribadito. E Stefano Bonaccini è del Pd.
Insomma, ciò che è stato possibile con un candidato civico per l’Umbria non è replicabile senza aver prima modificato lo statuto. E per farlo servirebbe una votazione con una maggioranza schiacciante degli iscritti disposta a seguire questa strada: orizzonti improbabili. E ancora più complessi da raggiungere con i tempi della presentazione delle liste per le Regionali. Ecco allora farsi strada nel Movimento una tentazione, quella di vedere eventuali punti di contatto, sinergie con Bonaccini. Un modo per sostenere la lista del M5S e la coalizione di governo, ma che potrebbe anche favorire indirettamente il voto disgiunto.