La Stampa, 25 novembre 2019
Il capolavoro ritrovato dei Savoia va all’asta
Spunta dal nulla un inedito capolavoro dell’arte rinascimentale della collezione sabauda. Ed è in vendita.
L’appuntamento è per il prossimo 3 dicembre alle ore 19 a Londra, nella sede della casa d’aste Christie’s. Sotto le mani del banditore passeranno capolavori della pittura italiana. A far tremare i polsi degli storici dell’arte è il lotto numero 13. Si tratta di un piccolo ma prezioso ritratto di Filippo II, detto il «Senza Terra», duca di Savoia vissuto a fine Quattrocento.
È un olio su tavola di 33 x 33 centimetri dipinto dal più grande interprete del Rinascimento piemontese e contemporaneo del duca, Macrino d’Alba. Un quadro che ha una storia incredibile se si pensa che fino a due settimane fa nessuno sapeva neanche della sua esistenza. Lo storico dell’arte Furio Rinaldi, specialista di Old Masters della sede newyorkese di Christie’s, lo spiega con orgoglio: «Macrino d’Alba è un artista estremamente raro sul mercato e i suoi pochi ritratti non raggiungono la stessa qualità e lo stesso stato di conservazione di questo ritratto, che ha la finezza nei particolari di un Antonello da Messina».
Tra 120 e 240 mila euro
Ad accrescere l’importanza di questa tavola è il fatto che - se aggiudicata, e il valore stimato è di circa 120/240 mila euro -, l’opera lascerà per la prima volta dopo seicento anni la proprietà sabauda. «L’attuale proprietario è un membro di Casa Savoia - spiega Rinaldi - ma non possiamo dire di più».
Tutto porta, comunque, a Vittorio Emanuele di Savoia, che appena un mese fa aveva già ceduto, sempre tramite Christie’s, alcuni pezzi della sua collezione. Dunque, l’opera è passata di mano in mano, come bene personale del capo di Casa Savoia, dalla fine del XV secolo - quando venne commissionata a Macrino - ad oggi attraverso ben ventuno passaggi tra duchi e re, travalicando i secoli, le guerre, tre abdicazioni ed altrettanti esili.
Rinaldi si augura che l’opera possa essere acquistata da un museo pubblico italiano. «Un capolavoro di questa portata merita di essere esposto a Torino - spiega l’esperto - così come avvenuto per il servizio di porcellana di Meissen di Vittorio Amedeo II acquistato a luglio da Palazzo Madama», e che verrà presentato al pubblico dopodomani.
Tre i musei che potrebbero essere interessati: la Galleria Sabauda, la sede più idonea; Palazzo Madama, che potrebbe esporlo proprio a fianco di Antonello da Messina; la Fondazione Accorsi, che potrebbe così fare la prima grande acquisizione dopo la scomparsa di Giulio Ometto. Il quadro potrebbe interessare anche la Frajcia: l’opera sarebbe infatti molto ambita anche dal Musée des Beaux-Arts di Chambèry.