il Fatto Quotidiano, 24 novembre 2019
Non tornano i conti sugli aerei di Alitalia
Quanti sono davvero gli aerei di proprietà Alitalia? La gestione dei commissari straordinari Enrico Laghi, Stefano Paleari e Daniele Discepolo non solo non ha fermato la picchiata delle perdite di bilancio della compagnia (Il Sole 24 ore ha calcolato ieri che nel 2019 il rosso sarà di 600 milioni di euro, 100 più di un anno fa). Ma è pure così opaca che non c’è certezza neppure su un dato che dovrebbe essere indiscutibile come il numero di jet di proprietà dell’aerolinea. Secondo i documenti e le dichiarazioni ufficiali più recenti, gli aerei di cui Alitalia è proprietaria sarebbero 41. Ma secondo altre dichiarazioni e documenti ugualmente ufficiali l’azienda di Fiumicino sarebbe proprietaria di 26 aerei in meno, cioè 15 aerei in totale. Il condizionale è reso obbligatorio dalle stesse comunicazioni ufficiali dei commissari.
La differenza non è di poco conto perché 26 aerei sono un bel numero su una flotta che al momento dovrebbe contarne 113 dopo che alcune settimane fa cinque jet sono stati riconsegnati ai lessor (società specializzate nell’affitto). I 26 aerei pesano parecchio in termini economici sulla compagnia: in base ai livelli di mercato odierni quei velivoli valgono intorno ai 340 milioni di dollari. La maggior parte (21 velivoli) sono Airbus 320s, valgono circa 220 milioni di dollari e sono soprattutto aerei un tempo in forza alla compagnia Air One portati in “dote” una decina di anni fa ad Alitalia da Carlo Toto, uno dei “Capitani coraggiosi” di Silvio Berlusconi, sostenuto da Banca Intesa allora guidata da Corrado Passera. C’è poi un Airbus A330 (valore circa 52 milioni di dollari), due Embraer E190 (36 milioni) e infine altri due Embraer E175 (32 milioni). La vistosa anomalia nella composizione proprietaria della flotta è stata individuata da Gaetano Intrieri, il manager aeronautico che il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli (5 Stelle), più di un anno fa volle al suo fianco nella Struttura tecnica di missione del ministero.
In un’audizione a maggio 2018 presso la Commissione speciale del Senato i tre commissari Alitalia fornirono per iscritto al Parlamento i dati sulla composizione della flotta dai quali risultava che gli aerei di proprietà della compagnia erano 41 su un totale che allora era di 118 velivoli. Gli aerei in leasing (affitto) erano invece 77. Questo dato (41 aerei in proprietà) è stato ufficialmente ribadito due giorni fa al Fatto Quotidiano da fonti ufficiali della compagnia. Ma in un altro documento che porta la firma dei commissari, cioè il Programma dei commissari pubblicato sul sito dell’Amministrazione straordinaria a gennaio 2018 una pagina intera con annessi numerosi e puntuali dettagli è stata dedicata alla spiegazione di come il perimetro degli aerei di proprietà Alitalia fosse stato ridotto di 26 unità.
In quell’atto si specifica che “PK AirFinance e DVB hanno escusso il pegno sulle azioni di APC e APC 12”. APC e APC 12 sono società irlandesi proprietarie di 26 aerei indirettamente controllate da Alitalia attraverso la società Challey Ltd che a sua volta controlla APC Ltd e Subho Ltd. L’escussione delle azioni da parte di PK AirFinance e di DVB significa che i 26 aerei non sono più di Alitalia, ma sono appunto diventati di proprietà di PK e DVB. E nonostante ciò fosse noto e messo nero su bianco dalla stessa Alitalia a inizio 2018, cinque mesi dopo i commissari davanti al Parlamento hanno sostenuto una cosa diversa, e cioè che gli aerei di proprietà di Alitalia sono 41, 26 in più. Perché lo hanno fatto? Qui si entra nel campo delle ipotesi. Il Fatto ha chiesto una spiegazione ad Alitalia e la compagnia in una nota conferma che “le banche creditrici delle due società irlandesi APC e APC 12 hanno escusso in via meramente cautelativa… il pegno sulle azioni delle stesse società”.
Secondo Alitalia “l’escussione del pegno sulle azioni è un’azione che ha natura temporanea” in quanto “il Gruppo Alitalia continua ad adempiere puntualmente alle obbligazioni di pagamento”. Un pegno viene però escusso con tutti gli effetti conseguenti sulla proprietà oppure non viene escusso, non c’è una terza strada. Può essere che l’escussione non pregiudichi l’utilizzo del bene (in questo caso gli aerei) il cui possesso può restare in capo al precedente utilizzatore (Alitalia). Ma Alitalia in Amministrazione straordinaria non può iscrivere all’attivo patrimoniale la proprietà di quei 26 aerei.