23 novembre 2019
CASALEGGIO, CASALINO, CASACONTE! – IL FU AVVOCATO DEL POPOLO HA RISTRUTTURATO L’APPARTAMENTO DI PALAZZO CHIGI (DOVE ANDRÀ A VIVERE DOPO LA FINE DELLA STORIA CON LA PALADINO): PORTA BLINDATA, ANTIFURTO E UNA DOCCIA CON IDROMASSAGGIO. IL TOTALE PER I CONTRIBUENTI È DI 23 MILA EURO. E PENSARE CHE LA POCHETTE CON LE UNGHIE FACEVA L’ANTICASTA – BECHIS: “CAPISCO LA TENTAZIONE DI CHI STA AL POTERE DI USUFRUIRE DI QUALCHE PICCOLO PRIVILEGIO OFFERTO. BASTA SOLO NON INDIGNARSI CON GLI ALTRI”
DAGO-FLASH! E’ FINITA LA RELAZIONE TRA GIUSEPPE CONTE E OLIVIA PALADINO. IL PREMIER SI STAREBBE PER TRASFERIRE NELL’APPARTAMENTO DI PALAZZO CHIGI https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/dago-flash-39-finita-relazione-giuseppe-conte-olivia-paladino-219775.htm 1 – CONTE SI RIFÀ CASA. A PALAZZO CHIGI Alberto Di Majo per “il Tempo”
Il premier Giuseppe Conte ha ristrutturato il «suo» appartamento al terzo piano di Palazzo Chigi. Porta blindata, antifurto con telecamere a colori, impianto idrico, nuovi attacchi per lavatrice e lavastoviglie, persiane in legno e una cabina doccia «con otto idrogetti ad effetto massaggiante». Il contratto tra la Presidenza del Consiglio e Romeo Gestioni è stato firmato il 5 novembre scorso (il preventivo è del 25 ottobre). I lavori sono sta ti svolti subito dopo. Non si sa se il presidente del Consiglio abbia deciso di andare a vivere a Palazzo Chigi - è già accaduto che qualche notte, dopo estenuanti vertici politici, il professore rimanesse nell’ edificio di Piazza Colonna - ma venti giorni fa ha deciso di modificare l’ alloggio.
I lavori hanno previsto una spesa di quasi 23 mila euro (iva compresa). Lo staff del premier ha precisato che gli interventi erano stati decisi da tempo e non dal premier in carica anche se i documenti della Presidenza del Consiglio raccontano una vicenda diversa, recentissima, e parlano di «lavori di straordinaria manutenzione relativi all’ adeguamento funzionale di parte del terzo piano per esigenze del Presidente del Consiglio dei ministri». Una storia, peraltro, avvalorata dallo staff dei predecessori di Conte che hanno smentito a Il Tempo di aver mai autorizzato una ristrutturazione del genere. Il premier Gentiloni non ha quasi mai messo piede nell’ appartamento e Renzi, che invece ci ha abitato nei mille giorni del suo esecutivo, sembra che abbia acquistato, peraltro a spese sue, giusto un divano letto per ospitare qualche volta i figli.
La recente ristrutturazione ha previsto una porta blindata, con tanto di «occhio magico». Si trova nel corridoio del terzo piano, accanto all’ ascensore 1. Sono state realizzate anche alcune pareti divisorie in lastre di cartongesso e una tramezzatura rinforzata nel corridoio. Previste altre opere in legno e pvc e nuove persiane in legno. Sono stati sostituiti i vecchi sistemi di chiusura delle stanze 301, 302, 303, 304, 305, 338, 364 e 364d che ora hanno nuovi cilindri di tipo «europeo». Non manca l’ impianto antifurto e antintrusione (farà sorridere visto che ci troviamo a Palazzo Chigi) con impianti tv a circuito chiuso e telecamera a colori ad alta risoluzione.
Nuovi gli impianti idro-sanitari: i lavori hanno ricostruito la rete di scarico all’ interno di un bagno e adeguato altri tre impianti, compresa «la posa dei sanita- ri, la rubinetteria e l’ assistenza muraria». Sono stati messi gli attacchi per lavatrice, asciugatrice e lavapiatti. Ma il pezzo forte è la cabina doccia «in metacrilato con base in acciaio galvanizzato, fondo antiscivolo, cristalli temperati di sicurezza scorrevoli e tettuccio trasparente apribile, 8 idrogetti regolabili ad effetto massaggiante ad azione alternata, posti in verticale sulla parete attrezzata, a 4 idrogetti dorsali, rubinetteria con miscelatore monocomando, asta, doccetta con getto regolabile, deviatore di selezione, sedile, specchio e vano portaoggetti, compresa elettropompa e serbatoi per getto costante».
Infine, il contratto ha previsto altre piccole opere, tra cui la ritinteggiatura a seguito dei lavoridi adeguamento impiantistico e le necessarie demolizioni, rimozioni e trasporti in discarica. Dei 18.811,58 euro (Iva esclusa) previsti, poco più di 10 mila euro sono serviti per la manodopera e 8.100 per i materiali. Con l’ Iva si arriva a 22.950,13 euro.
Lavori che hanno consegnato al premier un appartamento nuovo, in cui potrebbe traslocare soprattutto se fosse vera l’ indiscrezione lanciata ieri da Dagospia: «È finita la relazione tra Giuseppe Conte e Olivia Paladino».
2 – L’AUTONOMIA OPERAIA DEL PRINCIPE DEGLI INDIGNATI Franco Bechis per “il Tempo”
Tra i tanti a tuonare più o meno un anno fa contro quello che veniva ribattezzato come «Air Force Renzi», l’ aereo ufficiale della presidenza del Consiglio, ci fu proprio il suo successore, Giuseppe Conte. Che ruppe il contratto di leasing tuonando: «Meno spreco di denaro pubblico, meno spese inutili». Chis sä se in quella indignazione era compresa la leggenda diffusa da molti 5 stelle sul fatto che a bordo Matteo Renzi avesse imposto pure una vasca idromassaggio. Era falso. Ironia della sorte l’ unico a tarsi installare una cabina doccia con otto getti di idromassaggio è stato proprio ora Conte nel suo appartamento dentro palazzo Chigi.
La spesa è stata di poche migliaia di euro, grazie al forte sconto (più del 40%) assicurato dalle imprese di Alfredo Romeo, cui è stata affidata la ristrutturazione dell’ appartamento. Li abitò pure Renzi da premier per quasi tre anni, si comprò un materasso nuovo a spese sue, e un divano letto per i figli che andavano a trovarlo. Paolo Gentiloni non ci mise mai piede. Conte sempre con lo sconto - ha deciso di farsi sistemare a suo gradimento l’ appartamento al prezzo di circa 22 mila euro, Iva inclusa. Pochi? Tanti? L’ unica certezza che abbiamo è che la cifra stata a lui offerta dai contribuenti italiani, compresa l’ installazione della doccia con otto getti di idromassaggio.
Diligenti i funzionari hanno annotato che ogni modifica avveniva espressamente «per esigenze del presidente del Consiglio». Già che c’ era si fatto mettere nell’ alloggio più vigilato di Roma (sta dentro palazzo Chigi al terzo piano) anche una nuova porta blindata con spioncino per controllare chi mai dovesse bussare. Difficile capirne la ragione, visto che ogni ingresso a palazzo è rigorosamente filtrato, e le visite del premier scortate e blindate. Forse, dovesse bussare Luigi Di Maio con cui i rapporti sono tesini, Conte capito il pericolo dallo spionci no, sibilerebbe mutando voce: «Mi spiace, il premier non è in casa...».
Abbiamo chiesto spiegazioni a palazzo Chigi di questi lavori «personali». Prima ci hanno detto che non esistevano, e non era vero. Poi di fronte alle fatture in nostro possesso, che si tan va di lavori obbligatori per la sicurezza decisi prima ancora che Conte arrivasse a palazzo Chigi, perché ad esempio «la tappezzeria alle pareti non era ignifuga...». Abbiamo pensato al rischio corso da Renzi e Gentiloni di diventare fiambè, ma poi verificato: anche questo non era vero. Difficilmente per alto gli otto idrogetti della doccia possono essere motivati con «questioni di sicurezza» a cui il premier si sarebbe piegato. Sarà più rilassato dopo una doccia a massaggio integrale, e affronterà meglio la dura giornata di lavoro, per carità.
Ma se davvero sta a cuore la sicurezza, suggerisco a Conte di non attivarli, perché provati in qualche albergo di lusso (a mie spese), i gettiti diventano assai malandrini soprattutto se il calcare li ostruisce un po’. Insomma, c’ è un certo imbarazzo alla presidenza del Consiglio per questa piccola ristrutturazione di casa, e lo capisco. Come capisco la tentazione di chi sta al potere di usufruire di qualche piccolo privilegio offerto dalla carica. Basta solo poi non indignarsi con gli altri.