ItaliaOggi, 23 novembre 2019
L’aeroporto di droni per la sicurezza dei treni
Si chiama Drone box. Ed è una sorta di un aeroporto mobile per i droni destinato a garantire la sicurezza della rete ferroviaria italiana. Dal cielo ai binari, dalle eliche alle rotaie: il progetto, unico nel suo genere nel panorama europeo, è stato brevettato da Ferrovie dello Stato in collaborazione col Dipartimento di ingegneria dell’informazione dell’università di Siena.Il prototipo della Drone box è stato presentato nell’ambito di un workshop sulla sicurezza delle infrastrutture del nostro paese che si è svolto lo scorso giovedì nella città del Palio. «L’obiettivo», si legge sul sito di Fs, «è quello di garantire la sicurezza delle aree sensibili della rete ferroviaria italiana e controllare gli accessi a quelle zone remote».
I droni hanno la possibilità di arrivare dove altri mezzi non arrivano. E possono essere controllati da remoto, vale a dire senza il pilota nel raggio d’azione del velivolo. «La Drone box», prosegue la nota di Ferrovie dello Stato, «può funzionare per alcuni mesi senza alcun presidio umano, svolgendo missioni ispettive in completa autonomia, registrando i video di ciascuna missione e inviandoli alla sala di controllo, generando allarmi automatici e attivando specifici voli per verificare chi o che cosa ha generato l’evento. La Drone box è mobile e può essere spostata da un luogo a un altro e riprogrammata, sempre da remoto, per svolgere il controllo automatizzato di ogni nuova area».
L’hangar di droni, però, può avere diverse funzioni. «Basta pensare alle emergenze, dall’individuazione delle persone nelle operazioni di salvataggio alla valutazione dei danni, sino al trasporto di medicinali in zone difficilmente raggiungibili via terra», ha sottolineato Alessandro Mecocci, esperto in computer vision e referente del progetto per l’ateneo senese. «La verità è che i droni volanti sono in procinto di cambiare completamente lo scenario tecnologico e stravolgere molti ambiti della nostra vita».
«Immaginate di poter accedere in tempo reale alla ricostruzione tridimensionale di un viadotto, alle sequenze video ad alta risoluzione relative allo stato di conservazione della superficie dei suoi piloni. Supponete che tali registrazioni video siano effettuate autonomamente da droni, senza necessità di mandare in trasferta né mezzi, né persone. A questo punto si verrebbe a disporre di una fotografia multimediale, multitemporale e multisensoriale costantemente aggiornata dello stato di salute di tutte le infrastrutture a rischio presenti sul territorio nazionale, a vantaggio della sicurezza dei cittadini, della tempestività nell’identificazione di possibili pericoli o criticità».
Il progetto c’è. Quel che manca è una normativa che delinei le regole del volo computerizzato. «La Drone Box», ha detto al Corriere fiorentino il direttore della protezione aziendale del Gruppo Fs, Franco Fiumara, «raggruppa e organizza le informazioni, ha la capacità di leggere gli allarmi e trasmetterli in tempo reale. Quando Enac avrà determinato le regole di volo, tutte le potenzialità potranno essere sfruttate al massimo».