Corriere della Sera, 23 novembre 2019
Biografia di Pasqua L’Abbate
«Ancora con lo scudo! Anche lei mi fa questa domanda senza importanza. Ma basta». Non ha cambiato idea la senatrice del Movimento 5 Stelle Pasqua L’Abbate, Patty per gli amici ma anche per il sito ufficiale di Palazzo Madama. Due giorni fa, in tv, ha liquidato con un’alzata di spalle la domanda del sindacalista Marco Bentivogli che la incalzava sullo scudo penale. Si tratta di una delle condizioni che ArcelorMittal ha posto al governo italiano per non lasciare Taranto. Ed è uno dei temi che spacca il governo, in particolare il suo partito. Non esattamente una questione laterale, insomma. Eppure in tv ha detto che quella era una «domanda senza importanza», tra lo stupore degli ospiti in studio. E adesso al telefono conferma. Ma perché senza importanza? Non basta rispondere sono d’accordo oppure sono contraria? «Guardi che il mio valore scientifico si conosce. La vera risposta è la decarbonizzazione, l’idrogeno. Altro che lo scudo».
Una prospettiva di medio periodo, la sua, che purtroppo mal si concilia con un negoziato che non conta gli anni ma i giorni. E dal quale dipende il destino di 10 mila lavoratori. Ma chi è la senatrice L’Abbate? Nata 53 anni fa a Polignano a Mare, come Domenico Modugno, è laureata in Economia aziendale ed ambientale a Bari e Pisa. Si definisce una studiosa di Nicholas Georgescu Roegen, economista rumeno che tra i primi parlò di decrescita. «Voi continuate a scrivere cose inesatte su di me», dice ancora al telefono prima di attaccare per continuare a seguire un convegno proprio sull’idrogeno: «Adesso la saluto perché sto disturbando e mi guardano male. Tanto è chiaro che sono oggetto di un attacco. Su Wikipedia avevano pure cancellato i miei titoli di studio e il link alle mie ricerche». Sul proprio sito così definisce la sua «mission»: «Ogni giorno proseguo la mia missione di determinata guerriera al servizio di Gaia, divulgando un nuovo modello sistemico, economico-ecologico, inclusivo e collaborativo, uno stile di vita più responsabile, in grado di guarire il cuore umano dalla malattia endemica del narcisismo con l’augurio che torni a custodire le bellezze della natura e a commuoversi per le gioie e le sofferenze dei suoi simili».