Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  novembre 23 Sabato calendario

I sondaggi sul M5s in Emilia Romagna

«Per il centrosinistra, con il M5S in campo, in Emilia-Romagna la strada si fa più in salita». I sondaggisti, dopo il plebiscito su Rousseau per la corsa in solitaria, su questo punto sono tutti d’accordo. È però interessante rilevare i distinguo tra gli analisti su quali ripercussioni potranno avere le «sardine» (a favore del centrosinistra oppure, per reazione, pro Salvini) e la legge elettorale regionale, che potrebbe favorire Stefano Bonaccini (Pd), perché prevede un voto diretto per il candidato presidente con possibilità di voto disgiunto, che, di nuovo, può avvantaggiare il candidato più noto. L’ultimo sondaggio sull’Emilia è stato realizzato da Ixé per Cartabianca (Rai Tre), ma prima della votazione su Rousseau. La fiducia in Bonaccini è molto alta (68) rispetto a Borgonzoni (45). Il dem, sul voto ai singoli candidati, sarebbe avanti 40% contro 29,2% (scenario con il M5S), quota che si alzerebbe a 41,2% contro 29,4% (senza M5S).
«La corsa autonoma di un candidato Cinque stelle è uno scenario che non favorisce il candidato di centrosinistra – spiega Lorenzo Pregliasco di Youtrend —. I dati a disposizione prima della scelta di Rousseau dimostravano che un patto di “non belligeranza” del Movimento sarebbe stato chiaramente un beneficio per Bonaccini. Questo perché gli elettori rimasti nell’alveo pentastallato sono più portati a sostenere il candidato progressista piuttosto che la leghista Lucia Borgonzoni». 
Per Roberto Weber, analista di Ixè, va invece tenuto in considerazione che il fenomeno delle «sardine» potrebbe innescare un effetto «perverso»: «Questa mobilitazione sta dando un valore politico sempre più nazionale al voto in Emilia, terreno in realtà preferito da Salvini che non a caso ripete “Mandiamo a casa il governo” – osserva Weber. Bonaccini ha una credibilità nettamente superiore a Borgonzoni. Le “sardine” erano nate proprio per difendere la società ed i valori promossi dal governatore uscente, ma in questo quadro rivendicare le cose fatte per il territorio funzionerà di meno». Il professor Marco Valbruzzi, coordinatore dell’Istituto Cattaneo, è convinto che dopo l’esito del voto su Rousseau «la competizione si farà più tesa: sia il centrodestra, sia il centrosinistra si dovranno concentrare per conquistare l’elettorato M5S». Le «sardine»? «Fanno bene. Possono essere un’esca per prendere il voto in uscita dal Movimento – aggiunge Valbruzzi —. Riescono ad allargare il perimetro del centrosinistra e intercettare qualche grillino».
Il «patto di desistenza» dei Cinque Stelle avrebbe senza dubbio avvantaggiato il Pd, conferma Rado Fonda di Swg, secondo cui l’unica speranza per Bonaccini è che almeno una parte degli elettori M5S opti per il «voto utile», cioè il disgiunto. Il voto pro candidatura su Rousseau ha un «significato rilevante», perché dimostra «che la gente vuole essere protagonista – spiega Alessandra Ghisleri di Euromedia research —: è una chiamata al coraggio, a ritrovare lo spirito le origini».