la Repubblica, 23 novembre 2019
Storia del rapporto tra De Gregori e Venditti
Chissà se i giovanissimi Francesco De Gregori e Antonello Venditti avevano mai pensato, all’inizio della loro avventura musicale, di arrivare a cantare allo Stadio Olimpico di Roma. E invece, a celebrare non tanto il loro successo, quanto la loro amicizia, lo faranno, il 5 settembre 2020, a cinquant’anni dal loro inizio. Theorius Campus, l’album del loro comune esordio nel 1972, nato tra le “stanze polverose” del Folkstudio, il locale che Giancarlo Cesaroni aveva trasformato in una fucina di giovani talenti, e le loro camere da ragazzi, vedeva il ventunenne De Gregori e il ventitreenne Venditti condividere le loro prime canzoni. A convincersi che fossero meritevoli dell’attenzione del pubblico era stato Vincenzo Micocci che li aveva portati alla sua casa discografica, la IT Dischi, dopo averli visti e sentiti cantare dal vivo.
Non sono un duo quando debuttano, anche se l’album porta entrambe le loro firme, sono amici, di canzoni insieme ne hanno scritte solo un paio durante un viaggio in Ungheria, ma fanno squadra e Micocci li mette sotto contratto entrambi, realizzando l’album in condominio, sei canzoni di Venditti, quattro di De Gregori e due duetti. Nessuno dei due nomi va in copertina con l’Ofelia del pittore John Everett Millais. L’album non ottiene un particolare successo, ma contiene Signora Aquilone ("La mia prima vera canzone”, dirà De Gregori) e un brano destinato a diventare un classico della canzone, Roma capoccia di Venditti. È l’inizio di una lunghissima storia, cinquant’anni di amicizia e separazioni, di collaborazioni e lontananze, qualche tensione e molto affetto. Le tensioni nascono presto e sono testimoniate da qualche canzone, i maligni dicono che Piano Bar sia stata scritta da Francesco in polemica con Antonello, mentre Venditti dedica Francesco all’amico cantautore, si punzecchiano a distanza, si allontanano musicalmente, soprattutto quando Venditti sceglie in maniera deliberata la strada del pop, ma hanno grande successo entrambi, conquistando i primi posti delle classifiche e riempiendo palasport e teatri nei decenni successivi. Un po’ come i “nemiciamici” Red e Toby di Disney, non litigano mai davvero, le strade si separano ma, come cantava Modugno, la lontananza “spegne i fuochi piccoli e accende quelli grandi” e quindi alla fine, si ritrovano.
Hanno fatto pace da tempo, sono tornati a cantare insieme, per la gioia del pubblico che li ama e li vede come due “fratelli” in arte. Addirittura De Gregori ha chiesto scusa, tempo fa, a Venditti ammettendo di non aver capito all’inizio Grazie Roma : "Ho fatto un grandissimo errore e chiedo scusa. Ti devo confessare che quando hai scritto l’inno della Roma sono rimasto spiazzato in modo anche spiacevole, da cantautore impegnato con la puzza sotto il naso. Invece è una straordinaria canzone”. Venditti dal canto suo ha detto: “Tra Francesco e me non è successo niente di che, solo qualche problemino scatenato dalla retorica di qualche giornalista classista. Eravamo come i Beatles e Rolling Stones: a qualcuno faceva comodo la nostra rivalità”.
E così arriviamo al concerto insieme allo stadio, con le più belle canzoni e qualche duetto già provato negli anni. E chissà se in questi mesi non possa addirittura arrivare una nuova canzone, quella che tutti i fan di quei due ex ragazzi aspettano da tanti anni.