il Fatto Quotidiano, 22 novembre 2019
È finito il diritto internazionale
Mike Pompeo, Segretario di Stato americano, ha dichiarato: “Non consideriamo più gli insediamenti israeliani contrari alla legalità internazionale”. Una dichiarazione in aperto contrasto con la Quarta Convenzione di Ginevra che impedisce “a una potenza occupante di trasferire parti della propria popolazione civile nel territorio occupato e non riconosce il diritto della potenza occupante ad estendere alle colonie il proprio diritto interno e l’apparato amministrativo”. Questa dichiarazione ha sollevato le flebili proteste degli Stati europei e degli analisti e intellettuali al loro servizio che, a loro dire, “continueranno a considerare illegali le colonie costruite sulle terre arabe catturate nella guerra del 1967”.
Di che cosa stiamo parlando? È dalla fine della Seconda guerra mondiale che non esiste più un diritto internazionale. Non esiste come Ius belli, tanto che oggi il nemico non è più considerato schmittianamente, almeno dalle democrazie occidentali, Stati Uniti in testa, uno Ius ostis, ma sempre e comunque un terrorista (Guantanamo docet). Durante la Seconda guerra mondiale tutti, Germania nazista compresa, consideravano i soldati nemici catturati dei “prigionieri di guerra”. Poi li trattavano come li trattavano (pensiamo solo alla nostra Armir nei campi di prigionia staliniani) ma il loro “status” rimaneva quello. Nessuno, nemmeno Adolf Hitler, durante la Seconda guerra mondiale osò utilizzare armi chimiche, non solo perché si avevano ben presenti le conseguenze devastanti dell’utilizzo di queste armi durante la Prima guerra mondiale, ma anche perché la Società delle Nazioni, ideata dal presidente statunitense Woodrow Wilson, le proibiva. Ma furono proprio gli americani, a guerra ormai conclusa, a gettare la Bomba atomica su Hiroshima e, tre giorni dopo, su Nagasaki. Fu il primo segnale della rottura di uno Ius belli fino ad allora unanimemente accettato. Ma, cosa ancora più grave, il diritto internazionale, che dovrebbe essere garantito dall’Onu, è stato spazzato via anche al di fuori dalle pur drammatiche convulsioni di una guerra, diciamo così, tradizionale. Il diritto internazionale è stato spazzato via anche, e forse soprattutto, oggi, in tempi che noi consideriamo di pace. L’Onu, che ne dovrebbe essere il garante, non conta più nulla. L’aggressione americana alla Serbia del 1999 fu fatta contro la volontà dell’Onu. L’aggressione del 2003 all’Iraq di Saddam Hussein fu fatta contro la volontà dell’Onu. L’aggressione franco-statunitense-italiana alla Libia di Muammar Gheddafi fu fatta contro la volontà dell’Onu.
E allora smettiamola con queste odiose ipocrisie. Un diritto internazionale, nonostante tutte le solenni proclamazioni in contrario, non esiste più. La forza del diritto, sia pur il flebile diritto internazionale, è stata sostituita dal diritto della forza. Quindi accucciamoci devotamente e razionalmente alle affermazioni apertamente illegali di Mike Pompeo, che con assoluta e tranquilla coscienza marcia, realisticamente, sulle macerie di un diritto internazionale che non esiste più. Israele über alles. Ma poi smettiamola di parlare spregiativamente dei “tagliagole” dell’Isis. A mio modo di vedere, sbaglierò, sono i soli eticamente puliti in questo merdaio che chiamiamo ancora con un’ipocrisia che dà il vomito, diritto internazionale.