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 2019  novembre 22 Venerdì calendario

Le regole imposte da Elisabetta Casellati

C’è una riforma del Senato che la politica, con grave colpa, ignora da tempo. Una riforma che va svelata ai cittadini e poi esportata con orgoglio perché ha ripristinato, evviva, un adeguato decoro istituzionale. È la riforma, e qui la penna trema, dell’ascensore di Giustiniani, il cosiddetto “piccolo Colle”, un palazzo del XVI secolo che conserva la facciata del Borromini, nel ‘47 accolse la firma della Costituzione, adesso ospita gli uffici di senatori a vita, ex alte cariche della Repubblica e ha l’onore di fungere da appartamento del presidente Elisabetta Casellati. Orbene la riforma ha scardinato la pulsantiera dell’ascensore per introdurre un tasto con chiave – cioè a disposizione degli addetti più discreti – che conduce al secondo livello, alla residenza privata di Casellati. Si tratta di un piccolo accorgimento, per fortuna non affogato nelle lungaggini burocratiche, che consente un rapido trasbordo delle pietanze, dei commensali e del medesimo presidente. Il tasto con chiave ha ridotto l’andirivieni di piatti dalle cucine di Palazzo Madama, spesso respinti perché troppo freddi, e ha imposto il necessario riserbo agli spostamenti di Casellati, e pazienza che al secondo livello siano ubicati i saloni della Costituzione o del Ventaglio, luoghi della Repubblica che la Repubblica, per esempio, mostra agli studenti in gita. Ai più distratti può sfuggire il valore della riforma, per delucidazioni più ampie si possono raccogliere le testimonianze degli altri inquilini di Giustiniani, i senatori, anche anziani, costretti ad attendere l’ascensore al solito bloccato, in orario di pranzo, al piano di Casellati.
Per rendere più agevole l’afflusso a Giustiniani, la riforma ha previsto un ingresso laterale per avventori o collaboratori e riservato il principale ai senatori e al presidente Casellati che, per l’appunto, con il tasto con chiave, può raggiungere con maggiore serenità la residenza privata. Questo doppio accesso, in realtà, garantisce massima segretezza agli invitati di Casellati: imprenditori, dirigenti, politici e diplomatici che affollano le cene sempre ipocaloriche e sempre galanti che vengono servite dai camerieri in livrea. Così la riforma ha cancellato le spiacevoli tensioni tra i dipendenti del Senato e gli assistenti di Casellati, con i primi a chiedere il nome – il nome! – dei banchettanti e gli altri a pretendere un po’ di garbo per carità di patria. Per lo scorso otto marzo, festa della donna, Casellati ha offerto la condivisione del pasto alle colleghe senatrici. All’inizio ha limitato l’accesso alle senatrici di centrodestra, poi ha compreso che l’otto marzo non fosse la festa delle donne del centrodestra e ha allargato la platea alle senatrici di centrosinistra. Non ha riscosso il meritato consenso, e però le ha procurato l’epiteto di Queen Elizabeth. Tra i successi di Giustiniani va menzionata la cena per festeggiare l’82esimo compleanno di Silvio Berlusconi con l’amico Fedele Confalonieri e l’avvocato Niccolò Ghedini. Casellati definì “colpo di Stato” la condanna in Cassazione dell’ex Cavaliere. La riforma dell’ascensore, invece, è un bel colpo di status.