ItaliaOggi, 22 novembre 2019
In Giappone il primo gigante di Internet
Il Giappone crea il proprio colosso di Internet per resistere al potere della concorrenza delle cinesi Tencent e Alibaba, e delle americane Facebook e Amazon. E creare una delle grandi imprese nell’intelligenza artificiale. Per questo hanno deciso di fondersi Yahoo! Japan e il social network Line. Del resto non avevano altra scelta il portale Internet e l’applicazione di messaggistica, due dei principali attori di Internet e della telefonia mobile in Giappone. I due hanno formalizzato la fusione delle loro attività. In dettaglio, la rispettiva casa madre, Z Holdings ( controllata dal gigante Softbank) e il gruppo sudcoreano Naver, creeranno una joint venture posseduta da ciascuna al 50%.Dopo gli scambi di azioni e di altre transazioni, l’entità quotata rimarrà Z Holdings. L’entità risultante dalla fusione rappresenta 30 miliardi di dollari di capitalizzazione, conta 20 mila dipendenti e quasi 11 miliardi di fatturato annuale. «Siamo stati guidati da un senso di crisi di fronte alla concorrenza globale e dal ritmo del cambiamento nell’intelligenza artificiale. Era giunto il momento di passare alla fase successiva «, ha dichiarato a Le Figaro il co-ceo di Line, Takeshi Idezawa.
L’accordo di massima concluso tra le parti dovrà essere confermato dall’intesa definitiva prevista a dicembre. La fusione dovrà essere completata a ottobre 2020, secondo quanto ha riportato Le Figaro. Insieme investiranno nell’intelligenza artificiale e nell’accesso ai dati
Yahoo! Japan è utilizzato da 40 milioni di giapponesi e oltre alla ricerca e all’informazione online fornisce servizi di viaggio, di pagamento. Però, non ha messaggeria istantanea, nè un socialnetwork. Cerca di sedurre una clientela giovane e di espandersi nel Sudest asiatico perchè il potenziale di crescita in Giappone è limitato.
Dal canto suo, Line, con la sua messaggeria instantanea e il suo socialnetwork e i servizi di e-commerce, pagamento e musica online può raggiungere l’obiettivo forte dei suoi 164 milioni di utilizzatori, dei quali la metà in Giappone. Tuttavia, fa fatica a monetizzare: il gruppo ha registrato una perdita di 368 milioni di dollari tra gennaio e settembre e deve investire molto per svilupparsi.