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 2019  novembre 22 Venerdì calendario

Abdullah Zeran vuole costruire a Francoforte una piscina riservata ai musulmani

Una piscina riservata ai musulmani ortodossi? Abdullah Zeran è convinto che la sua sia una buona idea, e riempia un vuoto. Progetta di costruirla a Francoforte, avrebbe già individuato l’area adatta, ed è alla ricerca di investitori per gli mettano a disposizione i tre milioni di euro necessari. «Ma non accetterò denaro dalle associazioni religiose», ha avvertito, «sono tutte controllate dall’estero, ed è meglio essere prudenti». Abdullah, 38 anni, con passaporto tedesco, lavora come portiere nella sede di una grande società, e si preoccupa che il suo progetto non venga frainteso. «Trovo normale che ci sia un luogo dove immigrati musulmani non si sentano disagio. Ogni comunità religiosa ha le sue regole: noi andiamo alla moschea il venerdì, gli ebrei in sinagoga il sabato, i cristiani vanno in chiesa alla domenica». Ma nuotare in piscina non è un’attività religiosa, ribattono quanti a Francoforte non sono d’accordo con lui. Ogni comunità straniera avrebbe il dovere di integrarsi nella società che la ospita, e una piscina separata, dove si presume che l’ingresso dovrebbe essere vietato a chi non è musulmano, favorisce invece la segregazione, e la tendenza a chiudersi in un ghetto. Una sinagoga, una chiesa cattolica o luterana, una moschea, sono per principio aperte a chi ha un’altra fede, o non crede in nessun Dio.La piscina di Allah, come è già chiamata a Francoforte, secondo Abdullah, verrebbe incontro a un’altra esigenza. Molti genitori musulmani hanno un problema a mandare le figlie alle lezioni miste di nuoto insieme con i compagni maschi. Ma, secondo il sistema scolastico tedesco, le ore di nuoto sono obbligatorie e i genitori che non rispettano la regola compiono un reato. L’istruzione dipende dalle singole regioni è ognuna ha il suo sistema, e reagisce con fermezza o con tolleranza. A Berlino, che si era illusa di essere una metropoli multikulti, il municipio ha organizzato ore di nuoto separate per le bambine musulmane, a cui sono invitate a partecipare anche le madri. E si è liberi di indossare il costume preferito, anche il burkini. Come si può imparare a nuotare così paludate è un altro discorso.
Nella vicina Lipsia, si è meno tolleranti: un padre che con ostinazione si rifiutava di mandare a scuola la figlia di dieci anni, è stato multato e alla fine per evitare una condanna a quache giorno di carcere, si è piegato. Come avrebbe potuto integrarsi la bambina da adulta, se veniva tenuta segregata dai coetanei? «Ho ricevuto l’appoggio di comunità turche anche da centri lontani un centinaio di chilometri da Francoforte», ha assicurato Abdullah. «Pur di evitare problemi con le scuole», ha aggiunto, «molti genitori fingono che i figli siano malati per esentarli dalle lezioni di nuoto». Ma, secondo i dati forniti dal ministero federale per l’istruzione, i bambini musulmani che non frequentano le piscine scolastiche non sarebbero più del 2%. La maggioranza non avrebbe problemi. Sylvia Weber, responsabile per l’integrazione a Francoforte, è molto critica: «Non vedo l’esigenza di un progetto che favorirebbe la separazione dei nostri cittadini musulmani».