Il Messaggero, 22 novembre 2019
Quelle 2.450 lampadine alla Scala
Gli spettatori in sala. La grande attesa. Poi, l’emozione, non solo per la Prima, ma anche per la sua luce. Alla messinscena de La Gioconda di Amilcare Ponchielli, il Teatro alla Scala, costruito nel 1778, si illuminò non più con le lampade ad olio ma per la prima volta con l’energia elettrica, grazie a 2450 lampadine. Era il 26 dicembre 1883. A firmare la rivoluzione fu Edison. Il Teatro alla Scala fu il primo a compierla. E la centrale di Santa Radegonda, poco lontana dal Duomo di Milano, era la prima centrale termoelettrica dell’Europa continentale.
Il rapporto è proseguito all’insegna della modernità, con una serie di progetti di efficientamento energetico. Tra gennaio 2002 e dicembre 2004, il Teatro ha affrontato il più profondo intervento di restauro dell’edificio e modernizzazione del palco da fine della Seconda Guerra Mondiale. Dal 20 febbraio 2001, i suoi laboratori, che prima erano nelle sedi di Bovisa, Pero, Abanella sede della sala prove del Teatro – e nello stesso Piermarini, sono riuniti negli spazi dell’ex insediamento industriale delle acciaierie Ansaldo a Milano per un totale di 20mila metri quadri destinati alla gran parte delle lavorazioni artigianali degli allestimenti scenici. Qui anche, più di 60mila costumi di scena, nonché le sale prova per il coro e uno spazio scenico per le prove di regia. Nei Laboratori, Edison ha provveduto alla sostituzione di 112 corpi illuminanti tradizionali con nuovi corpi illuminanti a tecnologia LED e al miglioramento dell’impianto di illuminazione, consentendo così di ridurre del 60% i consumi elettrici il risparmio elettrico annuo indicativamente è di 77,7 MWh/y – e di abbattere le emissioni di CO2.
FLESSIBILE
Sono 34 le tonnellate di anidride carbonica evitate in un anno. Non solo. Flessibile e poco invasivo, il sistema di gestione e controllo dell’illuminazione è wireless e monitorato costantemente da remoto tramite pc o smartphone, con software o app. Si eliminano così i costi e la gestione di un sistema cablato. Ognuno dei corpi illuminanti, grazie al sistema integrato, può essere controllato e monitorato singolarmente. Tutti i moduli possono, inoltre, comunicare tra loro, inviare dati sul funzionamento ed essere configurati secondo le esigenze. L’intervento rende possibile un risparmio fino al 20% in più rispetto all’evoluzione tecnologica introdotta dai corpi illuminanti a LED. A ciò si aggiunge l’incremento della longevità dell’impianto. Oltre al Teatro alla Scala di cui è partner storico, Edison è impegnata nell’efficientamento del patrimonio artistico e culturale italiano. Ha avviato con il FAI Fondo Ambiente Italiano, un ampio progetto ad hoc nel Paese per i beni storici del Fondo. Inoltre, sta svolgendo uno studio di smart audit alla Biennale di Venezia.