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 2019  novembre 22 Venerdì calendario

Scoperta in Cina l’origine della calvizie

Alla base della calvizie c’è una mutazione genetica. È la scoperta, in qualche modo rivoluzionaria, che potrebbe cambiare la vita di chi ha già perso i capelli o li sta perdendo. In futuro infatti, sfruttando il cosiddetto copia e incolla del Dna, si potrebbe trovare una cura per l’alopecia ereditaria che preoccupa centinaia di milioni di uomini nel mondo, arrivando a interessarne circa la metà di quelli con più di cinquant’anni. La chiave è nel gene che produce la proteina Map2, considerata un vero e proprio architetto dei capelli e che porta al loro diradamento e assottigliamento.
L’UNIVERSITÀ DI PECHINO
A scoprirlo sono stati i ricercatori della China Agricultural University di Pechino all’interno di uno studio sui maiali pubblicato sulla rivista della Federazione delle società americane di biologia sperimentale (Faseb). La scelta dei maiali come modello animale della ricerca ovviamente non è stata casuale: la somiglianza biologica con l’essere umano infatti li rende soggetti all’alopecia, anche se solo in casi piuttosto rari in natura. Nella prima fase dello studio iniziata diversi anni fa, i ricercatori di Pechino, guidati da Xiangdong Ding, hanno quindi selezionato esemplari adulti e neonati di maiali normali e con l’alopecia. Successivamente ne hanno esaminato le differenze soffermandosi su struttura e composizione biologica di follicoli piliferi e della pelle dei due gruppi. In questo modo i ricercatori cinesi sono riusciti a determinare soprattutto che la densità dei follicoli nei maiali normali era molto maggiore rispetto a quella degli animali privi di peli. Una evidenza che, una volta approfondite le differenze genetiche tra i due gruppi attraverso le tecniche di sequenziamento del Dna, ha permesso di individuare proprio la proteina Map2 come fattore chiave della calvizie. Non solo, dalle ricerche è anche emerso che la mutazione di questa proteina porta alla riduzione della densità dei follicoli durante lo sviluppo embrionale e a follicoli che non riescono a formarsi in modo normale.

LA TERAPIA
«Per quello che ne sappiamo – ha spiegato Ding – è la prima volta che questa proteina viene associata alla formazione dei follicoli. Con ulteriori studi si potrebbe arrivare a una possibile terapia per le malattie ereditarie dei capelli utilizzando l’editing genetico». La scoperta è «affascinante» e «imprevista» come ha spiegato Thoru Pederson, il ricercatore del Faseb che ha seguito la ricerca cinese fin dai primi passi. Pederson però, ha anche sottolineato come raggiungere una terapia genetica efficace contro la calvizie «potrebbe richiedere ancora molti anni». In pratica, almeno per il momento, chi è già rimasto senza capelli può solo sperare in alcuni promettenti test finora compiuti solo sui topi che hanno permesso di ottenere capelli cresciuti da follicoli piliferi coltivati in laboratorio oppure nella stampa 3D di follicoli ottenuti dalle cellule di alcuni donatori realizzata a gennaio scorso dalla Columbia University.