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 2019  novembre 21 Giovedì calendario

LA DIETA MEDITERRANEA, PRATICAMENTE UNA FARMACIA A TAVOLA – UN NUOVO STUDIO AMERICANO HA RIVELATO CHE UNA DIETA BILANCIATA, COME QUELLA MEDITERRANEA, POTREBBE RIDURRE ANCHE DI UN QUARTO IL RISCHIO DI SVILUPPARE PROBLEMI DI UDITO LEGATI ALL’ETÀ - ALCUNI SPECIFICI NUTRIENTI, COME CAROTENOIDI E BETACAROTENOIDI CONTENUTI NEI FRUTTI ROSSI COME ARANCE O CAROTE, IL FOLATO PRESENTE IN LEGUMI E VERDURE O GLI OMEGA 3 POSSONO… -

Invecchiando l’udito peggiora. È un processo inevitabile che inizia più o meno con l’ingresso nell’età adulta, e non fa che peggiorare col passare degli anni. Quando il problema diventa abbastanza marcato da complicare la comunicazione e la vita delle persone prende il nome di presbiacusia, o sordità legata all’età: un disturbo che colpisce circa il 40% degli italiani a partire dai 65 anni di età.

Come sempre, fortunatamente, l’alimentazione può fare molto per evitare, o ritardare, gli acciacchi causati dall’invecchiamento. Una nuova ricerca del Brigham and Women's Hospital di Boston, pubblicata sull’American Journal of Epidemiology, rivela infatti che una dieta bilanciata, come la nostra cara dieta mediterranea, potrebbe ridurre anche di un quarto il rischio di sviluppare problemi di udito legati all’età.

L’esistenza di un legame tra alimentazione e udito, di per sé, non è una novità. Diverse ricerche in passato hanno infatti dimostrato che specifici nutrienti, come carotenoidi e betacarotenoidi (contenuti nei frutti rossi come arance o carote), il folato (presente in legumi e verdure) o gli omega 3 possono proteggere l’udito dagli effetti dell’invecchiamento.

Ma nessuna ricerca aveva ancora indagato, più in generale, il rapporto tra perdita dell’udito e differenti modelli alimentari, come possono essere la dieta mediterranea o un’alimentazione ricca di grassi o proteine animali. Ovviamente, era proprio questo l’obiettivo della ricerca.

Lo studio ha coinvolto oltre 3.000 donne americane con un’età media di 59 anni, di cui i ricercatori avevano a disposizione sull’alimentazione seguita negli ultimi 20 anni. Grazie a questi dati hanno potuto valutare quanto la dieta quotidiana di ognuna si avvicinasse ad alcuni dei più consigliati regimi alimentari salutari, come al dieta mediterranea, o la dieta Dash (sviluppata in America per prevenire l’insorgenza di ipertensione).

Ognuna delle partecipanti è quindi stata sottoposta a un esame audiometrico, per valutare lo stato del loro udito, che è stato ripetuto anche a distanza di tre anni dall’inizio dello studio per valutare i cambiamenti sopravvenuti.

Incrociando i dati sull’alimentazione e quelli sulla capacità uditiva delle partecipanti, i ricercatori hanno ottenuto quanto desiderato: le probabilità di un declino uditivo nel corso del periodo di studio è risultato minore per chi seguiva un’alimentazione paragonabile alla dieta mediterraneo o altri regimi alimentari salutari. Del 30% circa considerando le frequenze sonore medie, e del 25% analizzando quelle alte, solitamente compromesse prima e più pesantemente dall’invecchiamento.

"L’associazione tra dieta e declino della sensibilità uditiva riguarda frequenze di importanza cruciale per la comunicazione verbale”" spiega Sharon Curhan, epidemiologa del Brigham and Women's Hospital che ha coordinato la ricerca. "Quello che ci ha sorpreso inoltre è la quantità di donne che hanno subito un declino dell’udito in un arco temporale tutto sommato breve come quello analizzato nel nostro studio.

L’età media era di 59 anni, molte partecipanti avevano tra i 50 e i 60 anni: un’età inferiore a quella in cui solitamente si pensa che inizino i problemi di udito. E dopo solamente tre anni, il 19% ha riportato una perdita di udito nelle frequenze basse, il 38% in quelle medie e quasi il 50% in quelle alte".