Corriere della Sera, 21 novembre 2019
Dai gufi al giaguaro, la politica e gli animali
Dal giaguaro al gufo, passando tra mucche e tacchini. Per poi arrivare a sardine e gattini, con la parentesi australe del canguro. A forza di metafore con gli animali protagonisti, la politica avrebbe quasi riempito l’Arca di Noè. L’ornitologia è in cima alla classifica: tra le citazioni più recenti c’è il gufo, figura retorica sfruttata nella strategia di Matteo Renzi. L’ex premier rilanciava come un mantra gli strali contro i «gufi» che tifavano contro il suo governo. In tv, sui giornali e social network: il volatile notturno era ovunque. Fino a quando Renzi fu accolto da un vero gufo in piazza a Parma. Nel 2016, invece, l’ex segretario Pd Pierluigi Bersani, commentando la rabbia sociale dietro la vittoria di Trump negli Usa, in tv se ne uscì con un «non ci siamo accorti che la mucca è nel corridoio». E poi sfoderò l’altrettanto mitica: «C’è tanta gente che preferisce un passerotto in mano piuttosto che il tacchino sul tetto». E come non ricordare, nella campagna elettorale del 2013, quando lo stesso Bersani disse che bisognava «smacchiare il giaguaro», riferendosi a Silvio Berlusconi. Bruno Vespa regalò al leader dem un giaguaro di peluche, ma fu poi Bersani a finire «smacchiato».
Ai tempi della riforma costituzionale, le opposizioni volevano fermarne l’iter. La maggioranza, però, riuscì ad applicare il cosiddetto «canguro» che cancellò 1.400 emendamenti. In Aula, per festeggiare, la senatrice Patrizia Bisinella si presentò con un canguro di peluche. Ora ci sono le «sardine», evocate dai quattro giovani bolognesi che hanno riempito le piazze anti Lega, a cui hanno risposto i simpatizzanti di Salvini con la pagina Facebook dei «pinguini» (che notoriamente mangiano grandi quantità di pesce). Stessa ispirazione del leader leghista che ha lanciato l’offensiva social dei «gattini»che mangiano le sardine.