ItaliaOggi, 21 novembre 2019
Diritto & Rovescio
L’ex ministra della difesa, la pentastellata Elisabetta Trenta, rappresenta la disfatta dei principi (almeno quelli enunciati) dell’M5s. Di questo movimento è stato rispettato, nel caso della Trenta, solo il principio dell’uno vale uno, cioè tutti sono uguali e quindi, per dirla con Lenin, anche una cameriera può essere chiamata a guidare un intero paese (ma Lenin poi, dopo aver enunciato il principio, se ne guardò bene dall’attuarlo). Non è stato rispettato invece il principio della lotta alla casta. Infatti alla Trenta sono bastati pochi mesi per diventare casta: liquidata da ministro è riuscita a far attribuire al marito, con una procedura lampo di due giorni, la residenza di servizio che non le spettava più. Scoperta con le mani nel sacco anziché dire che si era sbagliata, ha insistito dichiarando che tutto era regolare. È finita quindi in piazza dove si è appreso che, per un appartamento lussuoso di 180 mq in centro di Roma, pagava un affitto di 141 euro. Altro che reddito di cittadinanza.