Avvenire, 21 novembre 2019
Nascite ancora in calo
Sempre più giù. Anche nel 2019 il numero dei nuovi nati continua a diminuire. Nei primi sei mesi dell’anno le nascite in Italia sono state 206mila, il 2% in meno dello stesso periodo del 2018. Il dato è stato anticipato ieri dal presidente dell’Istat Giancarlo Blangiardo nel corso di un convegno al Senato dedicato all’«Emergenza denatalità». ’Padrona di casa’ la presidente Elisabetta Casellati, secondo la quale ci troviamo di fronte a un «dramma epocale che incide sul futuro del Paese e mette a rischio conti pubblici e pensioni». Le nascite in Italia sono crollate dalle 570 mila del 2008 alle 449mila del 2018 e per l’anno in corso ci aspetta un nuovo record negativo. «Il progressivo invecchiamento generazionale e il calo delle nascite ha acquisito, specie negli ultimi anni, le proporzioni di un’autentica emergenza nazionale», è allarme lanciato dalla seconda carica dello Stato. Senza una decisa inversione di tendenza, ha spiegato Blangiardo, nel 2065 il numero dei nuovi nati oscillerà tra i 300mila dello scenario più sfavorevole ai 400mila dell’ipotesi mediana. Ma con forti politiche di incentivo e servizi adeguati l’Italia potrebbe riuscire risalire la china a 550mila nati, vicino al livello di 10 anni fa. La caduta delle nascite si può contrastare. Ma come? C’è bisogno di «conciliare famiglia e lavoro, investire su strutture e servizi, incentivare la natalità con misure fiscali ed economiche, sostenere il ruolo delle donne madri sul lavoro», ha affermato Casellati. Finora ci sono stati singoli ed episodici interventi di sostegno, ha aggiunto la presidente del Senato, mentre occorre «un piano organico, strutturale e di lungo periodo» e bisogna fare presto ad attuarlo, perchè per invertire le tendenze demografiche servono anni.
«Fare un figlio oggi in Italia è la seconda causa di povertà – ha ricordato il presidente del Forum delle Famiglie Gigi De Palo – continuano forme di discriminazione fiscale dei nuclei con figli e delle donne incinte sul posto di lavoro. Noi non ci stanchiamo di chiedere alla politica tutta di unirsi su un Patto per la natalità. Il declino demografico oggi non è più un tema: è il tema nazionale. Un terremoto silenzioso che sta minando le nostre fondamenta e può far crollare il nostro welfare e il nostro sistema sanitario. Bisogna fare squadra e introdurre misure strutturali di sostegno, l’assegno universale per i figli».