Salvatore Dama per “Libero Quotidiano”, 20 novembre 2019
TV, SORRISI E FRANZONI – ANNAMARIA FRANZONI HA CHIESTO IL REDDITO DI CITTADINANZA MA L’INPS LE HA NEGATO IL SUSSIDIO. VOLETE SAPERE PERCHÉ? LA DOMANDA È STATA RESPINTA PERCHÉ NON TORNAVANO I CONTI SUI FIGLI A CARICO (TE CREDO) - LEI HA ANNUNCIATO RICORSO - DAI MAFIOSI AI FURBETTI: TUTTE LE FALLE DELLA MISURA VOLUTA DAI GRILLINI -
Li chiamavano "spaccaossa". Reclutavano persone in difficoltà economiche disposte a farsi rompere un braccio o una gamba per ottenere il rimborso dall' assicurazione. Gli infortunati prendevano pochi spicci, i boss incassavano il premio, truffando la compagnia. È l' ultimo business mafioso scoperto dalla Squadra mobile di Palermo. E, in realtà, non è l' unica notizia. L' altra è che lorsignori, gli "spaccaossa", percepivano pure il reddito di cittadinanza.
Ed è solo l' ultimo scandalo legato al sussidio voluto dai grillini. In questi mesi ne sono stati denunciati a centinaia. Una carrellata di mafiosi, spacciatori, lavoratori in nero, truffatori, ex terroristi, pregiudicati. Alcuni già ricevevano l' assegno mensile, altri avevano fatto domanda. È il caso di Annamaria Franzoni. Che per il momento si è vista negare l' assistenza dall' Inps. Non perché abbia appena finito di scontare una condanna definitiva per l' omicidio del figlio Samuele, semplicemente la donna non rientrava nei criteri Isee.
SISTEMA RODATO Torniamo a Palermo, dove sono state arrestate nove persone, accusate di associazione mafiosa, estorsione, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, autoriciclaggio, danneggiamento fraudolento di beni assicurati. E, appunto, truffe assicurative. Chi si faceva fratturare un osso riceveva qualche centinaia di euro, i boss incassavano polizze fino a 100mila euro.
Cinque dei nove fermati sommavano ai guadagni illeciti anche il reddito di cittadinanza. A uno di loro è stata sequestrata una villa con piscina, sculture e statue di leoni. Nel parco auto sono state trovate macchine di lusso per un valore di 300mila euro. Nelle stesse ore, a Maratea (Potenza), la Guardia di Finanza ha denunciato un uomo che percepiva il Rdc ma lavorava in nero in un' impresa di trasporto merci.
Sempre di ieri è la notizia che l' Inps di Bologna ha negato l' assegno ad Annamaria Franzoni, libera dallo scorso febbraio dopo aver scontato una condanna definitiva per l' omicidio del piccolo Samuele avvenuto a Cogne nel 2002. Macabra coincidenza: la domanda è stata respinta proprio per un calcolo legato alla detrazione dei figli a carico. La donna ha annunciato ricorso.
A Palermo, qualche giorno fa, era finito sui giornali un meccanico 29enne. Che, oltre a percepire indebitamente il reddito di cittadinanza, operava senza autorizzazioni e aveva illecitamente attaccato la sua officina alla rete elettrica pubblica.
POCHE ISPEZIONI A Floridia, in provincia di Siracusa, lo Stato assicurava il reddito minimo a un 41enne spacciatore. A casa gli hanno trovato 327 dosi di cocaina. E, nel box, una Porsche. Un altro pusher al quale l' Inps versava il reddito di cittadinanza è stato pizzicato a Boscoreale, Napoli. Quando i carabinieri lo hanno fermato, in auto aveva un chilo e trecento di marijuana.
Poco più a Sud, ad Agropoli, una donna continuava a incassare la pensione della mamma morta nel 2013. Non le bastava, evidentemente. E ha fatto anche domanda per il reddito di cittadinanza. Chiamasi bulimia di assistenzialismo. Altrettanto noto è il caso di Federica Saraceni, ex brigatista, condannata a 21 anni e mezzo di carcere per l' omicidio del giuslavorista Massimo D' Antona e attualmente ai domiciliari, che percepisce un assegno RdC di poco superiore ai 600 euro al mese. Ogni giorno vengono stanati uno o più furbetti.
Da fine marzo ad agosto i casi accertati dalle autorità sono stati 185. Mancano i dati relativi a settembre e ottobre. Però, se ci si basa sui fatti di cronaca, il numero sembra notevolmente lievitato.
Beccarli non è facile. E, di solito, le irregolarità vengono fuori sempre quando le indagini seguono altre piste: droga, truffe, riciclaggio. L' Ispettorato del lavoro, nell' ultimo report, ha ammesso di essere in affanno a causa delle «limitate risorse a disposizione». Le ispezioni nel 2019 sono calate del 9% rispetto all' anno precedente.